Vera storia di due amanti infelici ovvero Ultime lettere di Iacopo Ortis (1912)/Alcune memorie appartenenti alla storia di Teresa/Lettera II

Lettera II

../Lettera I - Angelo S. ad Enrichetta D. ../Lettera III IncludiIntestazione 7 settembre 2020 75% Da definire

Alcune memorie appartenenti alla storia di Teresa - Lettera I - Angelo S. ad Enrichetta D. Alcune memorie appartenenti alla storia di Teresa - Lettera III
[p. 196 modifica]

LETTERA II

19 luglio.

La desolazione di quella casa era estrema. Appena esposi brevemente, e piangendo, la ferale tragedia, che si alzò un romorio di voci, di pianti e di lamenti. Lorenzo sedeva tutto concentrato [p. 197 modifica] nel suo dolore, si copriva con le mani la faccia e sospirava. Odoardo, standosi in piedi taciturno e pensoso, si batteva tratto tratto colla destra la fronte. Leonora 1, sempre prostrata in ginocchio, e rimpetto al balcone, singhiozzava, piangeva e pregava per l’infelice suo figlio: con quali preci e quai voti non stancava il Cielo! Il grido della Natura e del sangue rendevano rispettabili e tremende le sue pene, i suoi pianti. Teresa... io nol dirò! che, giacendosi semiviva nel letto, ove ben tosto era stata riposta, non respirava piú che gli aneliti della morte. — Dio! Dio! — furono le sole mal articolate parole che fino a tarda sera pronunziò: non sparse né sospiri né lagrime; ma tutti i moti degli occhi, della bocca e dell’intero suo corpo erano veementi e convulsi. Cosí tutta notte ella soffri.

Frattanto consegnai a Lorenzo, Odoardo e Leonora le lettere ad essi dirette, e parlai a lungo sopra la sua morte. Ben t’avvisi, Enrichetta, quai commovente colloquio quegli fosse! Leonora non terminava di chiedermi: — Il povero mio figlio penò lungo tempo, si rivolse a Dio, morí virtuoso? — Oh madre! Egli adorava l’Eterno, amava il suo simile, chiudeva un cuore ingenuo, un’anima onesta, ti rispettava, dopo il cielo...; e ti basti. Furono brevi le angosce, e la sua morte un placido sonno! —

Nel seguente giorno Teresa si riebbe alquanto da quello stato violento. Apparve languida ed abbattuta, ma pure piena di calma. Volle anzi vedermi, e mi fu forza narrarle l’orrendo caso dell’amico. Ma perché vado qui a descriverti ciò che disse ella e fece, ascoltando il mio racconto? Ti par egli ch’io pur sappia o possa dipingerti l’anima di Teresa? Oh, so bene di saper tanto poco! E poi queste cose si sentono, ma non v’ha chi le sappia descrivere: so che trasfondeva nel mio animo le agitazioni ch’essa provava in udire l’amara istoria. Il perché spesso m’arrestava e tacea, e spesso ancor piansi al suo pianto. Le dissi inoltre che l’ultimo... ultimo respiro di Iacopo suonò flebilmente del nome amato di Teresa. Enrichetta! in ciò dire, ella sparse il bianco volto d’una mortal pallidezza, trasse un doloroso gemito e s’immerse in un profondo letargo.

La vezzosetta Giovannina sempre si asside accanto alla cara sua mamma: la semplicitá de’ suoi detti, l’innocenza del suo cuore, [p. 198 modifica] i suoi gesti animati mi rammentano le tenere forosette della beata etá dell’oro. È bella e vaga quanto una vergine rosa! e forma le delizie e il conforto di Teresa. Ve’ se anch’essa, tutto che tenera ragazzetta, va consolando la madre, e poi pianino sospira e dice: — Poverino! non lo vedremo piú. —

Il giorno i10, Teresa lesse, frammezzo le lagrime ed i singulti, l’ultima lettera, che Iacopo le scrisse, ed assieme le sue memorie. Ebbe il ritratto... Inorridita, non seppe tenerlo fra le mani, e gli cadde. Lo riprese; ma glielo dovetti rapire a forza, giacché l’accesa di lei fantasia la trasportava al piú fatale e pericoloso delirio.

Oggi par che si trovi meno indisposta. Vivi felice, Enrichetta, e non scordarti d’uno sventurato! Addio.

  1. Nome della madre di Iacopo [A. S.].