Tommaso Moro (Pellico, 1834)/Atto Secondo/Scena IV

Atto secondo

Scena quarta

../Scena III ../Scena V IncludiIntestazione 3 giugno 2008 75% Teatro

Atto Secondo - Scena III Atto Secondo - Scena V


[p. 27 modifica]

MORO, MARGHERITA


MARGHERITA
Scellerato! - O buon padre, ah tu con novi
Dispregi forse lo irritasti! Il mio
Dubbio tu affermi. Ah soffri ch’io ten volga
Amorevol rampogna! E come mai
Umil tu sempre con ogn’altro!.....
MORO
Umile
Esser con tutti bramerei; ma forza
Maggior di me m’imbaldanzisce in faccia
A’ manifesti ipocriti; un dovere
Sembrami allor dell’innocente oppresso
Non piegar la cervice innanzi a loro,
Lor fiducia atterrar col vilipendio.
Reliquia forse di superbia è questa:
Me la perdoni il Ciel. Ma il Ciel discerne
Ch’io que’ medesimi ipocriti, que’ bassi
D’Arrigo adulatori, a cui rinfaccio
I lor delitti, nel mio cor compiango,
E prego il Ciel che ridivengan giusti.
MARGHERITA
Amato genitor, fatto di tante
Virtudi specchio agli uomini ti sei;
Quest’una non ti manchi: i sensi tuoi
[p. 28 modifica]Più sovente dissimula a coloro
Che nocer vonno ed han fatal possanza.
MORO
I sensi miei dissimulai finora
Più che non credi, o figlia. Interrogato
Fui da più d’uno scrutatore astuto
Sulla supremazia ch’entro il britanno
Regno pretende nella Chiesa Arrigo;
Interrogato fui sovra il divorzio,
Sovra leggi di sangue e di rapina.
Spesso risposi con ambagi; spesso
Parte velai de’ miei pensieri, e indugio
A più rifletter dimandai. Prudenza
Quell’infinger pareami e senza colpa,
E speme di salute indi io traea.
Or Dio mi pone in cor di quelle ambagi
Disdegno irresistibile; e pavento
Causa non sien di scandalo; ed anelo,
Più apertamente che nol feci mai
Confessar tutto il sentir mio.
MARGHERITA
Chi parli?
Misera me! No padre. I tuoi nemici
Altro appunto non braman, fuorchè trari
A tai palesi detti onde la legge
Oltraggiata si dica, e su te possa
Suoi fulmini lanciar.
MORO
Ciò che s’aspetti
A me dire o tacer, lascia che Dio
[p. 29 modifica]A me l’ispiri, o figlia. Or di tua madre
Deh mi favella e de’ fratelli tuoi
E delle suore tue. Perchè venuti
Tutti all’amplesso mio teco non sono?
MARGHERITA
Egra dal duol sempre è la madre, e spesso
Il senno le si turba, e miserande
A te volge parole, e ti scongiura
Di non volerla uccider, di serbarti
Per lei, pe’ figli tuoi. Piangonle intorno
Le minori mie suore e i pargoletti;
E tutti il Ciel pel carcerato padre
Stancan di preci notte e dì. Famiglia
Più degna di pietà mai non fu vista!
MORO
Oh figli miei!
MARGHERITA
Di lagrime il tuo ciglio
S’empie, o misero padre. Ah sì! le versa
Su tanti strazïati ed innocenti
Cuori che t’aman! che di te han bisogno!
Che senza te viver non ponno! In tuo
Arbitrio stassi il consolar lor duolo,
Il dissipar quel nembo di sventura
Che spaventosamente or li ravvolge.
Placa l’ira del re. Modo ritrova,
Di non negargli i giuramenti imposti.
MORO
E se tal modo non vi fosse, o figlia,
[p. 30 modifica]Tranne di coscïenza soffocando
Le più solenni grida? - Impallidisci?
MARGHERITA
Se irremovibil sei, noi sciagurati!
Perderti dovrem dunque? A ciò non posso,
A ciò non posso rassegnarmi, o padre!
Pietà de’ figli tuoi! Pietà del santo
Vescovo amico tuo, che poco lunge,
Qui in orribile carcere, prostrato
La morte aspetta a cui ria legge il danna,
E che salvar tu solo puoi! Concesso
Di vederti mi fu, perchè una volta
a più docili sensi io ti radduca.
Guai se ad Arrigo io ritornassi e fermo
Te nel rifiuto dirgli anco dovessi!
Consentimi che a lui rechi parola.....
MORO
D’ossequio, sì, d’amor.....
MARGHERITA
D’obbedienza...
MORO
In ciò soltanto che conforme io stimi
A verità, a religion!
MARGHERITA
Consenti.....
MORO
Voce dunque autorevole di padre,
Dal lacerato cor, sulla mia figlia
[p. 31 modifica]Alzar dovrò? cessa, m’intendi? cessa
Di tentarmi a viltà. Sì basso ufficio
Alla figlia di Moro non s’aspetta.
Ignori tu, crudel, che i troppo cari
Accenti tuoi, tue lacrime, il dolente
Quadro di mia famiglia sconsolata,
L’orrenda idea d’una mannaja appesa
Sulla cervice del miglior mio amico,
Son tormento maggior delle mie forze?
MARGHERITA
Padre!
MORO
Non proseguir. Tergiamo entrambi
Pianto di noi non degno. Al re ritorna
Con raffermato onesto ardir. Ti mostra
Figlia di Moro. Digli ch’io nemico
Mai non gli fui, che nol sarò giammai,
Ma che obbedirgli dove egli comanda
Di mover guerra a’ miei paterni altari,
D’aborrir molti egregi amici, e plauso
Alzar su lor esigli e su lor morti.....
(Elevando risolutamente la voce.)
Non posso!
MARGHERITA
Oh voce!
MORO
È inappellabil! - Figlia.....
Ahi, tronco dall’angoscia è il tuo respiro!
Scuotiti; ascolta..... Oh versa pur, qui versa
Su questo sen tue lagrime dirotte!
[p. 32 modifica]Con amor le raccolgo e teco piango.
Ma mentre sacro duol effonde il core,
Salda la mente, intrepida rimanga!
MARGHERITA
Oh Ciel! qui muove alcun. Già da te forse
Separarmi vorran.