Tommaso Moro (Pellico, 1834)/Atto Secondo/Scena I
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Silvio Pellico - Tommaso Moro (1834)
Atto Secondo - Scena I
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SCENA PRIMA.
- MORO
- Molto amavami il re; ch’egli m’aborra
- Creder non posso. Oh giungess’io, col forte
- Oppormi a sue ingiustizie, a far profonda
- Sovra il suo core impronta di vergogna
- E di spavento! Oh me felice s’egli,
- Da cotanti applaudito ed ingannato,
- In me, ch’oso biasimarlo, il vero amico
- Riconoscesse! Non dispero. - E s’anco
- I bugiardi plaudenti avesser palma,
- E del troppo veridico..... obblïati
- Fosser tutti i servigi, ed obblïata
- La fama ch’ei (soverchia forse) gode?.....
- Se del troppo veridico la testa
- Devota in breve dall’ingrato Arrigo
- Al carnefice fosse?..... Allontaniamo
- Quest’orribil pensier! - No! in tal pensiero
Fermar mi debbo! - A questa giusta impresa
- D’esser fedele a Dio, d’oppormi a tutte
- Inique leggi, a tutte inique stragi,
- Mossi io con leve cor? moss’io col patto
- Di trionfar? - Tu il sai, Signor: vi mossi
- Dopo fervide preci, e dopo esame
- Lungo de’ miei doveri e di mie forze:
- E queste forze..... le sentii! le sento!
- Fermiam la mente in quel pensier: la morte!
- - Oh sciagurati orfani figli miei!
- Che diverranno? - Stolto dubbio! Figli
- Diverran di Colui che a tutti è padre,
- E più agli orfani! ai miseri! alla prole
- Di chi a’ malvagi non curvossi e cadde!