Tommaso Moro (Pellico, 1834)/Atto Quarto/Scena V
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Silvio Pellico - Tommaso Moro (1834)
Atto Quarto - Scena V
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MARGHERITA, invano trattenuta da una Guardia,
E DETTI.
- MORO
- Oh figlia!
- Al sen del padre suo la derelitta
- Sia lasciata un momento.
- MARGHERITA
- Io m’inoltrai
- Non veduta negli atrii, e per secreta
- Scala salii. Felice me! Guidata
- M’ha il Cielo in queste sale: io ti ritrovo.
- MORO
- Dove in mal punto, dove mai ti tragge
- Il filïale amor? Questo funesto
- Loco non sai qual sia. Vanne.
- MARGHERITA
- La stanza
- È del giudizio, il so. Perchè seduti
- Qui i giudici non veggo? Io tai portava
- Qui disperate lagrime e tai preghi
- Da intenerir qual siasi petto.
- MORO
- Oh figlia!
- Me le lagrime tue miseramente
- Inteneriscon; sordo ogn’altro
- A’tuoi singhiozzi. Vanne.
- MARGHERITA
- Avvincolata
- Così vo stare al padre mio che niuno
- A me il possa involar. Se tu sapessi
- Quanto affannato ho per trovarti! Ingresso
- Nuovamente aver prima entro la reggia
- Cercai; m’intese la regina; a’piedi
- Della pietosa mi gettai. Si mosse
- Al dolor mio; ma più vedermi Arrigo
- Non consentì. Respinta io dalla reggia,
- Fuori di senno per le vie vagai,
- Ed a questo palagio i passi volsi,
- E le guardie delusi, e teco io sono!
- E se t’uccidon, morir voglio io teco!
- MORO
- Oh troppo amante figlia! Oh tu colei
- Che fra miei cari io più d’ogn’altro amava!
- Tu, discepola mia! tu, che a virili
- Alti sensi cresciuta, eri il mio orgoglio.
- Non farti oggi, ten prego, al padre tuo
- Cagion di debolezza. Amami e sia,
- Del tuo gentile amor prova gagliarda
- Il rassegnarti dignitosa a quanto
- Fia di me decretato; il conservarti
- Per gli altri figli miei; per l’infelice
- Madrigna tua.....
- MARGHERITA
- Chi vien?
- MORO
- Gran Dio! Son dessi
- I miei giudici!