Tommaso Moro (Pellico, 1834)/Atto Quarto/Scena III

Atto quarto

Scena terza

../Scena II ../Scena IV IncludiIntestazione 4 giugno 2008 75% Teatro

Atto Quarto - Scena II Atto Quarto - Scena IV


[p. 53 modifica]

MORO E DETTI


MORO
(Appoggiato ad un bastone e pallidissimo
s’avanza a lenti passi, ma con portamento
altero.)
Qui dunque...in queste mura augusto seggio...
Un tempo di giustizia, ora a cotanti
Innocenti la morte è pronunciata!
E di Rochester qui al pastor, al mio
Secondo padre, a tal che suoi dì tutti
A virtù consecrò, qui pronunciata
Dianzi pur fu la morte! - Emmi giocondo
Ove tuoi sacri passi, o dolce amico,
Testè ponevi tu, porre i miei passi.
Vederti parmi qui la nobil fronte
Alzare innanzi a’ giudici, e i lor vili
Spirti confonder colla tua costanza.
CROMWELL
Qual tel figuri or tu, sì tracotante
L’amico tuo già più non è. Disprezzo
Ostentò alquanto, ma.....
MORO
Quel tuo sorriso
Che significheria? Parla. [p. 54 modifica]
CROMWELL
Il canuto
Ipocrita fe’ senno.
MORO
Oh Ciel! che intendi?
CROMWELL
Giunto presso al supplizio, a quell’aspetto
Non resistè. Balbettò scuse, i detti
Andò temperando, lagrimò, pentissi
Di sua superbia, e confessò che santa
Della Chiesa britannica ei dovea
La riforma appellar. Raccomandossi
Del re nostro signore alla clemenza,
Ed a clemenza il re per lui si mosse.
MORO
Imprudente menzogna! Io veggo tutti
L’uno all’altro nel volto stupefatti
I giudici guardarsi.
CROMWELL
Attestan tutti
Il mio asserire.
ALFREDO
(Sottovoce.) E soffrirem?.....
ALTRO GIUDICE
(Id.) Non vedi
Che volute da Arrigo arti son queste?
ALFREDO
Io..... [p. 55 modifica]
IL SUDDETTO GIUDICE
Reprimi il tuo sdegno, o sei perduto.
MORO
Possibile non è. L’amico mio
Tu calunnii, Cromwello.
CROMWELL
Oblii qual loco
Venerando sia questo.
MORO
Il labbro mai
De’ giudicanti non mentiavi un giorno;
E se mentito alcun v’avesso, a lui
Punitrice tremenda era la legge.
Ma più non son que’ tempi. Ognun qui veggio
Dell’udita calunnia vergognarsi,
E niuno alzar la voce osa a smentirla.
E pure, in questo compro Parlamento
Di cui Britannia arrossirà in futuro,
Siede più d’un, che a’ giorni miei godea
D’integerrimo fama. Ahi, la paura
Cotanto dunque su mortali puote?
CROMWELL
Scampato dal patibolo, il pentito
Vegliardo supplicò, ch’a te il suo esempio
Recato fosse, onde te pure alfine
Induca a obbedienza.
MORO
Obbedienza!
Quale? Tradire Iddio? Negar la voce
[p. 56 modifica]Ch’ei mi parla nel cor? No, da quel giusto
Sì reo consiglio a me non dassi. E s’anco
A’suoi lungh’anni di virtù inconcussa
Contraddetto avess’ei, certo non conscio
Egli era allor di sue parole; affanno
Di morte il dissennava. Ah, ch’io lo vegga
S’è ver ch’ei vive!
CROMWELL
Per distorlo quindi
Dal pentimento suo? No; lo vedrai,
Se pria l’esempio ch’ei ti diede imiti.
Rispondi.
MORO
Già risposi.
CROMWELL
Empio! condanni
De’ sudditi nel core obbedïenza?
Qual maggior prova il Parlamento adunque
Aver può di tue trame?
MORO
A’detti miei
Malvagio senso dia chi vuol. Protesto
Che trame non ordii.
CROMWELL
Comparve audace
Per le valli di Kent una fanciulla
A false arti profetiche educata,
Tumulti predicando; e da te mossa
Si confessò alla scellerata impresa.
MORO
Io la virgin [p. 57 modifica]di Kent reputai santa,
Tal la reputo ancor; nè creder posso
Autrice lei di sì esecranda accusa.
Costanza nella fede e non tumulti
Predicava la pia.
CROMWELL
Riconosciuto
Fu il delitto e l’iniqua al rogo trasse.
Tue invereconde lodi alla dannata
Te manifestan complice. Abbondanti
Testimonianze inoltre havvi di rei
Venduti al Vaticano ed a straniere
Cattoliche potenze, macchinanti
D’Arrigo ottavo e d’Inghilterra il danno;
I quai, scoverti e da tormenti astretti,
Tutti deposer, Moro esser colui
Ch’idolo s’eran fatto, e li affidava.
MORO
E s’anco ciò attestato infra i tormenti
Taluno avesse, o molti, idolo farsi
Me non potean, malgrado mio? Sognarmi,
Perchè non volli apostatar, ribelle?
Protesto ch’io nol fui giammai! protesto
Che senza ribellar, reputo dritto
Il dissentir da scandali! sa scismi!
Da persecuzïoni abbominande!
CROMWELL
Il divorzio del re, suo novo imene
[p. 58 modifica]Scandalo nomi?
MORO
In dubbio star potrei
Sovra questi atti; e non è colpa un dubbio.
CROMWELL
Supremazìa nella britanna Chiesa
Tu neghi al re?
MORO
Dell’ardua questione
Giudice farsi ad altri spetta. Ignoro
Qual senso a tal supremazia dai mille
Nuovi dottori discordanti è dato.
Se innocente, l’accolgo, e se contrario
All’antica credenza, io lo rigetto.
CROMWELL
Risposte ambigue porgi.
MORO
Apertamente
Cattolico mi vanto ed inimico
Di tirannia. Più oltre dichiararmi
Qui dover non m’impon.
CROMWELL
Tirannia nomi
La potestà del tuo signor.
MORO
La vera
Sua potestà non mai.
CROMWELL
Degni d’ossequio
Solo i papisti per te sono. [p. 59 modifica]
MORO
I giusti.
CROMWELL
Del Parlamento i membri ed il monarca
Reprobi estimi.
MORO
Tolga il Ciel. Li estimo
Tutti a virtude e tutti a Dio chiamati,
Ma al par di me fallibili, ma iniqui
Se a coscïenza mentono.
CROMWELL
I tuoi sensi
Del re e del Parlamento a vitupero
Meglio spiegasti in altro tempo.
MORO
Quando?
CROMWELL
Volgono pochi giorni, a te movea
Riccardo Rich - or qui presente - e seco
Questi altri testimonii. Essi l’incarco
Avean del te, per tuo maggior castigo,
Di ritorre al tuo carcere il conforto
De’libri e delle carte. E con furore
Proruppe allora il tuo imprecar. - Riccardo,
Conferma tu il mio dir.
UN TESTIMONIO
Tommaso Moro
Io compiangea; volev’indurlo a ossequio
Verso il clemente nostro re. S’accese
[p. 60 modifica]D’altissim’ira, ed empii il Parlamento
E il re appellava; empii così, diss’egli,
Che omai gridano a Dio: «Tu non sei Dio!»
MORO
Alterate da te son mie parole.
Io sol dicea, che se gridare a Dio
Osasser «Non sei Dio!» la lor sentenza
Atta non fora a struggere l’eterno!
IL SUDDETTO TESTIMONIO
Giuro che il Parlamento ed il monarca
Empii chiamò, com’io vi dissi.
CROMWELL
Gli altri
Testimonii pur giurino.
ALTRO TESTIMONIO
Signore.....
Attestare io vorrei..... ma giuramento
Prestar non posso.....
CROMWELL
Come? E voi?....
(Agli altri.)
TERZO TESTIMONIO
Le carte
Ritiravamo al prigioniero e i libri,
Nè quai ben fosser gli sdegnati accenti
Dell’infelice ascoltavamo.
QUARTO TESTIMONIO
Io giuro
Come Riccardo. [p. 61 modifica]
ALFREDO
(Oh scellerato!)
MORO
Io giuro
Che se l’accusa di costoro è vera,
Se alterate non fur dal vil Riccardo
Le mie parole, io mai veder la faccia
Non vo’d’Iddio! - Si orribil giuramento
Potuto uscir saria delle mie labbra,
Nè ad acquistar pur l’universo intero?
CROMWELL
I non ribelli intendimenti tuoi
Or prova adunque. Provali, in Arrigo
Riconoscendo.....
MORO
I suoi diritti tutti
A fedeltà ed ossequio, ove non lesa
Religïon da crude leggi venga.
CROMWELL
Il giuramento che ti chieggo, pensa
Quanti altri già prestar. Bada: solenne
A te, in nome del re, risposta estrema
Or qui dimando. Il presterai?
MORO
Nol presto!
CROMWELL
(S’alza.) Giudici, allo scrutinio or si proceda.
(Tutti i giudici s’alzano.) [p. 62 modifica]
ALFREDO
Ferma, Cromwello. Il fulmin si sospenda
Sovra quel capo intemerato.
CROMWELL
Ardisci?
ALFREDO
Sì, dichiarare ardisco il sentir mio.
Tommaso Moro alla credenza antica
Troppo aderisce, ma il suo intento è puro.
Incolpevoli fur tutti i suoi giorni.
E s’egli è ver, ch’agl’innocenti errori
Dell’intelletto, uom dar non può castigo,
Mortal giammai degno non fu com’esso,
Che di tanto la legge or si rammenti.
MORO
Tu che in sì tristi giorni a me pur serbi
Una reliquia d’amistà (in tal loco
Ove, per odio alcuni, altri per tema,
Nemici mi son tutti) abbiti vive
Grazie da me, o vegliardo. E nondimeno
Sparmia inutile sforzo, e volgi a sforzo
Più grande ancor tuoi non corrotti spirti.
Dichiara che, se indotto eri a consenso
Di furibonde leggi, adulatrici
Verso un monarca travïat, e false
In lor promessa di riforma, or gli occhi
Sei costretto ad aprir. Non ti sgomenti
La morte sovrastante a’generosi. [p. 63 modifica]
CROMWELL
Quai baldanzosi detti!
ALFREDO
Il suo linguaggio
Nè mi rimove da’principii miei,
Nè voi debbe irritar. Sincero ei parla.....
CROMWELL
Basta: con arti d’eloquenza il senno
De’giudici svïar non è concesso.
ALFREDO
Deh!
CROMWELL
Basta: raccogliamci allo scrutinio.
(Cromwell e gli altri giudici passano in altra
Sala.)