Tesoro letterario di Ercolano, ossia, la reale officina dei papiri ercolanesi/Tesoro letterario di Ercolano

Tesoro letterario di Ercolano

../Prefazione ../Tavola I IncludiIntestazione 23 giugno 2012 100% Archeologia

Prefazione Tavola I
[p. 1 modifica]






Svanì la favola Carboni per tesoro nel rinvenirsi gli Ercolanesi volumi dell’ottobre dell’anno 1752 ad agosto 1754. Fu questa la ragione, perchè intitolammo il presente libretto Tesoro Letterario di Ercolano.

Tra i più belli monumenti, che in abbondanza ci fornirono gli antichi scavi di questa nostra classica Terra, meritano senza dubbio il primo luogo quelli trovati nella felice scoverta di Ercolano, avvenuta nell’anno 1738 e seguenti. Di essi costituiscono la parte più preziosa i 1790 volumi, che formavano una biblioteca greca, e latina di un tal modesto filosofo di Ercolano, una coi piccoli busti in bronzo di Epicuro, Zenone, Demostene, Metrodoro, ed Ermarco. Ne siamo debitori al Vesuvio, che se coi suoi famosi incendî dell’anno 79 dell’Era Volgare distrusse le Città di Pompei, Stabia, ed Ercolano; colle sue ignee lave carbonizzò, e conservò nel tempo istesso questo prezioso avanzo della dotta antichità.

In una casa di campagna presso Ercolano erano essi riposti in armadi dell’altezza [p. 2 modifica]di un uomo, lungo le mura di una stanza da studio, ed in mezzo ancora sorgeva altro armadio, capace di ricevere i libri da ogni parte. Furono essi conservati dal Vesuvio, il quale avendo ricoperta la stanza a volta colle sue lave di fuoco a’ 23 novembre del 79 di G. C. fece sì, che fossero carbonizzati gli oggetti in essa esistenti, e per tal modo conservati alle inchieste dei posteri, dopo classi meglio che XVII secoli, e dopo 19 eruzioni di questo terribile Vulcano a contare dall’anno 79 al 1737.

Era riserbato a CARLO III. Re delle due Sicilie (cui ogni lode è ben poca cosa) la gloria di chiamare nel nostro paese il Mondo tutto incivilito ad ammirare il maestoso spettacolo non ancora veduto di Città diseppellite, e di preziosi monumenti, quali certamente son da reputarsi i papiri Ercolanesi.

Sebbene difficilissimo sembrasse, e quasi impossibile, lo svolgere tali carbonizzati volumi; pure l’animo grande di Carlo III. non si smagò, e non risparmiando cura, e spese, vinse ogni ostacolo. E però furono essi svolti con massima industria e travaglio dall’ingegnoso Pad. delle Scuole pie Antonio Piaggi, Scrittore della Biblioteca Vaticana, richiesto al Som: Pont: Benedetto XIV. (di s. m.). Ma mentre con alacrità progrediva una tant’opera, il sempre augusto CARLO III. venne chiamato a regolare i destini delle Spagne, e per alcuni anni venne interrotto il lavoro di srotolare questi papiri, scritti già da circa mille e settecento anni.

Seguendo le orme paterne FERDINANDO I., e sollecito della gloria dell’augusto Genitore, venne ad associarvi anche la propria, esempio magnanimo imitato dal Re FRANCESCO I. e continuato dal munifico e piissimo FERDINANDO II. nostro amato Sovrano (D. G.).

Vengono essi conservati in questa Reale Officina dei Papiri Ercolanesi, appartenente alla Real Casa di Sua Maestà il Re N. S., affidata degnamente all’ottimo Signor Principe di Bisignano l’Eccellentissimo D. Pierantonio Sanseverino.

Dei suddetti papiri 1790

Gli svolti interamente, sono finora 376
— provati per lo svolgimento 275
— restano a svolgersi 1111
Tutti formano la cifra di papiri 1762
A questi 1762 aggiungansi altri 28 donati dalla nostra Real Corte alla Francia (N.° 8.), ed all’Inghilterra (N.° 20.), formano così il totale de’ Papiri 1790. È da notarsi però, che tra questi ultimi 20 papiri due soli erano svolti, e che si vedono pubblicati nel tom. II dei volumi Ercolanesi col titolo Di Epicuro intorno alla natura lib. II e lib. XI. [p. 3 modifica]

Tutti i detti papiri 1790, avuto riguardo alla rispettiva dimensione, si distinguono in interi, meta, terza parte ec. Tra essi ve ne sono alcuni, i quali da principio furono tagliati verticalmente, e chiamati scorze. Questi non possono per tale alterazione essere svolti col solito meccanismo; ma è necessario disegnare i caratteri che presenta la prima pagina, e staccarne i pezzi (quale inutile cenere) per avere immediatamente la seconda pagina, e così progressivamente sino all’ultima, la quale sola rimane intatta, e si conserva negli armadi; trovato non meno ingegnoso del fu sig. Orazj seniore, pregevole artista di questa Reale Officina.

I papiri segnati col titolo dell’opera sono finora     63
" senza titolo  239
I papiri incisi finora  128
" pubblicati in nove tomi  17
" interpetrati, e che gradatamente vanno a pubblicarsi sono.  19

Or questo Tesoro letterario di Ercolano da noi pubblicasi in attestato di riconoscenza ai nostri Sovrani, che gli onori, e la protezione in ogni tempo accordarono alle Scienze e Lettere. Basti ricordare la fondazione delle Reali Accademie, ed in particolar modo dell’Ercolanese addetta allo studio delle antichità, che a grande dovizia forniscono questi Classici luoghi. Da tale pubblicazione potranno trar comodo i gentili viaggiatori, che ammirano, o potranno ammirare queste singolarità letterarie nel solo Regno delle due Sicilie; richiamando ancora alla loro memoria, quanto fin ora la dotta Reale Accademia Ercolanese di Archeologia ha pubblicato nei nostri tomi dei Papiri Ercolanesi; non che nella maravigliosa Enciclopedia filologica, dico, l’opera delle ANTICHITÀ DI ERCOLANO.

L’amore per l’Archeologia finalmente mi fa sperare l’indulgenza dell’archeologo e dell’illustre viaggiatore, cui il gusto della filologia, e della solida istruzione spinge a viaggiare, osservare, e raccogliere ancora le venerande reliquie dell’antichità.