Su e giù sulla piazza di Pescia/In cima di piazza alla stamperia Gutemberg o sivvero Cooperativa

In cima di piazza alla stamperia Gutemberg o sivvero Cooperativa

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In cima di piazza alla stamperia Gutemberg o sivvero Cooperativa
Palazzo Pretorio Alla Posta

[p. 52 modifica]Appiccicai dei candelini accesi sulla groppa a degli scarafacci e di notte li mandai in giro per la camera. Tato si destò di soprassalto ed ebbe una di quelle tal paure che...

— Basta ... basta... Anzi che far ridere c’incastra lo sbadiglio, lo scritto tira al ribasso, addio Su e Giù per la piazza.

Ritorniamo a quelle ragnatele di tirannelli così gonfiati di potere e col buzzo ricolmo della loro vanità (che tripponi). Quando presiedevano agl’iniqui processi politici, mezzo brilli dal vino del Pretino, sentenze giù a cascare. La forca per loro era una cravatta (troppo lusso), galera e boia, boia e galera. Formula del giuramento loro davanti ai principi: Moccoli, mocci dal naso, spazzatura che puzza di lezzo, e quel pestifero odore è sempre nel naso dei tiberli.

In cima di piazza alla Stamperia di Gutemberg o sivvero Cooperativa

Le stamperie sono le chiacchiere dell’umanità: tant’è vero per accusare un maldicente si dice il gazzettino del paese. Del resto trovo inutile incensare un carciofo col pélo lungo, se non gli si da di spazzola qui a tutto spiano (è tutto dire) c’è il caso che non trovi moglie. Se lo scrittore la fa passare per le trafile del genio, il barbagianni, spiccherà dei voli; saranno terra, terra, ma la barca si afferra e batte pari con i desideri dell’amico testa dura. Che bisogno c’è delle stampe? I fatti presenti passeggiano di bocca in bocca, di libertà è scritto sulla Bandiera Nazionale, di politica alcune ’olte è all’acqua di rose (?), le caldane politiche fanno afa, il popolo, boia, boia! Ma poi entra l’ingranaggio del metallo prezioso [p. 53 modifica]e al suono di quella campana tutti córrono a dare il voto. Per sfiaccolare un Ministero ci vuol altro che la tarantella dei giornali, chi ha il mestolo del potere, botte da orbi! Anche per questo incidente messo il catenaccio alla porta. Che sugo si ricava dalle stampe? La storia del futuro, si può fare un buco nella volta celeste, e fra un travicello e l’altro, stare a sentire cosa ci dice di bello Sua Maestà del Padre Eterno.

Un altro incidente sbarrato a stanga! e tiro a ire.... —

Con rispetto del Galateo, ci avete rotto i santissimi c

Ho memoria di quanti strozzini finirono i loro giorni felici in galera, di quante bugie per tenere a bada i suoi creditori. Ho dato anche una tastatina alla Mitologia, un vero sudiciume! quel Giove era un bigamo1, Mercurio un ladro matricolato, la discordia una maledetta attizza brighe, lo ricordano alle nozze di Ieti? E quella singherona di Venere che esige essere la più bella Dea dell’universo. Anche la Sacra Scrittura ne sballa delle belle. Giuditta (o Annarosa) che taglia - la testa a Oleoferne, o Oleoferne uccise quella pudica signora (ne die’ tante). La religione di Gesù Cristo non offre scandali. Ci fu quel ghineone di Giuda e lasciò delle tradizioni in quella birba del Re di Napoli che teneva a catena i liberali prima del 1859, ma la moralità glie li fece sgattaiolar di sotto.

— Tipografi, che lavori letterari avete alle mani?

— Ho sotto il torchio la descrizione di una festa da ballo cominciata allegramente e terminata a legnate. —

Per intrighi amorosi?

— Precisamente! tutti i salmi finiscono in gloria.


  1. Mitologia