Studi storici sul centro di Firenze/Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze/Via degli Speziali

Via degli Speziali con ingresso oggi dalla via de Calzatoli n. 7.

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Via degli Speziali con ingresso oggi dalla via de Calzaioli n. 7.

Albergo del Falcone. — La casa che serviva ad uso di questo albergo si trova oggi in conto del Cav. Alessandro Pasqui livellare in parte della Cappella della SS. Concezione già in San Pier Maggiore; ed è in questa famiglia pervenuta per compra fattane da Leopoldo di Filippo Pasqui il 20 Febbraio 1834 per la somma di scudi 1713 dalla famiglia Sartoni, Gonf. Drago. Nell’Arroto 1770 n.° 98 quart. S. Giov. si trova in conto di Stefano di Giovanni Sartoni «una casa ad uso d’albergo nominato il Falcone posta in questa Città di Firenze in via detta degli Speziali e nel popolo in oggi d’Or S. Michele a cui confina a I.o via degli Speziali, 2.o Gio. Batta Franchi, 3.o Spedale degli Innocenti, 4.o Monache di Candeli.

«La quale casa comprò il suddetto Stefano Sartoni da Mad.a Maria Virginia figlia di Gio. Batta Martellucci e moglie di Vincenzo Domenico Pio Pepi 1 «previe le opportune solennità per prezzo di scudi mille di lire sette p. s.° a tutte spese e gabella di detto compratore e come più diffusamente appare per contratto rogato M. Gio. Francesco Ragazzini sotto di 25 Maggio 1770 al quale fede in f.a n.o 207.»

Dall’Arroto 1753 n° 48 si rileva che tali beni furon posti in conto di Madonna Virginia Martellucci per donazione fattale inter vivos da Mad.a Maria Virginia Felice vedova moglie fu di Lorenzo Michele Maria Martellucci e figlia di Isidoro Ulivieri2 in conto del quale Isidoro Ulivieri del Gonf. Drago, si trova inscritta detta casa ad uso d’albergo [p. 87 modifica] nell’Arroto 1670 n.° 136, quart. S. Spinto «come consegnatagli da Stefano di Gio. Batta Turini3) per parte di dote, di Madonna Diamante sua moglie e figlia di detto Stefano per la somma e quantità di scudi mille con che debba stare per suo fondo dotale come per la scritta di parentado del dì I.° Luglio 1670»

All’Arroto 1648 n.° 138 Quart. S. M. Novella, questa casa si trova descritta in conto di Stefano di Gio. Domenico Turini come pervenutagli «per acconto di dote e per fondo dotale di Mad.a Virginia sua donna e figlia di Bastiano di Domenico Pardini come per la scritta del parentado rimessa in gabella al libro Cond.e e 28398 fede in filza n.° 1138».

Nel predetto Bastiano Pardini del Gonf. Drago «liutaio al Canto del Giglio» era pervenuta, come resulta dall’Arroto 1624 n.° 161 quart. S. Spirito, per donazione statagli fatta inter vivos e per modo di commissione a vita, da Piero di Giovanni Baldi della Pieve a Doccia coll’obbligo in detto Bastiano Pardini di pagare f. 120 a Piero Baldi anticipatamente ogni anno, «mentre naturalmente durerà la vita naturale di detto Piero donatore e di Madonna Gostanza sua donna, come per contratto rog. Ser Gherardo Gherardi il 29 Novembre 1624».

La sopraddetta casa ad uso d’Albergo nel popolo di S. Maria Nipotecosa, delli Spadari, era stata venduta a Piero di Gio. di Piero Baldi per la somma di scudi 800 di moneta da Stefano di maestro Romolo Rosselli del Gonf. Vaio il 15 Novembre 1535 come da contratto rogato Ser Zanobi Paccalli.

I confini della casa medesima si trovati variati nell’Arroto 1578 n.° 299 quart. S. Gio., in cui è impostata appunto in conto di Stefano di M.° Romolo di Bernardo Rosselli4.

La posta è in questi termini: «Una casa ad uso d’albergo al Canto del Giglio, popolo di S. Maria Nipotecosa a [p. 88 modifica]1° via, 2.° rede di Gio. Mini, 3.° Capitolo fiorentino, 4.° Monache di Candeli; et oggi confina a 1° via, 2.° detto compratore, 3.° Bernardo, profumiere, 4.° Tonino oste alla Cervia.»

Stefano Rosselli comprò detta casa da Stefano di Biagio di Filippo d’Ottaviano «alberghatore all’albergo del Falcone» per scudi 700 di moneta, riserbandosi una parte di essa per uso; ed in conto del predetto Stefano, si trova descritto all’Arroto 1558 n.° 271, quart. S. Giovanni.

I quali beni aveva comprati Biagio di Filippo d’Ottaviano da Galeotto di M.° Agostino di Bancho Banchi5 «dell’Abbaco», per scudi 490 d’oro di moneta il 10 Settembre 1557.

Nell’Arroto 1549 n.° 146, quart. S. Croce, in detto Galeotto di M.ro Agostino di Bancho Banchi si trovano descritti soltanto «dua noni e 1/2 duna casa et suoi habituri auso dalbergho del falchone» comprati da Filippo di Ser Andrea di Bancho, sotto di 6 di Settembre 1549 impostati alla decima «del 34» (1534) sotto nome di Ser Andrea di Banco dell’Abbaco.

Il rimanente della casa gli era pervenuto per «redità abitestato di Bancho e Piero sua fratelli».

All’«Aumento» 15 17 p. 124 quart. S. Croce, Gonf. Carro la predetta casa è così impostata e descritta:

«Piero et Augustino di Bancho di Piero di Andrea di Bancho delabbacho.»

«Una casa posta alcanto del giglio popolo di S.ta Maria Nipotecosa cofinata da p° via aij Heredi digiovanni mini aiij capitolo di S.ta Maria delfiore, aiiij le monache di Candegli. Della quale casa ci pervenne cinque noni dala Maria nostra sorella e donna di ser Giuntino dilorenzo adjucata a madonna francescha nra madre per lodo dato per ser Buonaventura cancelliere dela mercantia et ser Agnolo di ser Antonio di ser Baptista rog. ser Bartolommeo deltavolaccino per f. 365 e soldi XV di sug.lo 10 tienla apigione [p. 89 modifica]Bernardino dapistoia che fa osteria per pregio di f 33 ⅓ doro. Spendone lano f. 3 d’oro o più a mantenerla» .

Dal Campione 1480 quart. S. Croce, Gonf. Carro a p. 414 si rileva che tre quarti della casa non ancora destinata ad uso d’albergo del Falcone, e dove abitavano i figliuoli di Banco Banchi con Madonna Francesca loro madre, furono comprati «da Madonna Marchigiana donna fu di Saladino di Matteo Adimari6 venducte in nome suo et di Alexandro suo figliuolo» per prezzo di fiorini 300 d’oro «charta per mano di Ser pagholo di Amerigho sotto di 6 maggio 1476; e l’altro terzo si conservò in proprietà la detta Madonna Marchigiana».

Essendo poi Madonna Francesca madre di Piero, Andrea ed Agostino Banchi, creditrice di f. 200 di suggello «de’figliuoli e redi di cenni d’aiuto» le fu aggiudicato per lodo rogato da «Ser Pagholo damerigho» sotto di 28 Agosto del 1478, un quarto della bottega dello speziale del Giglio che teneva a pigione per f. 14 di suggello l’anno, «Giovanni speziale al Giglio.» Gli altri tre quarti della bottega appartenevano al canonicato di Messer Gio. Francesco di Messer Poggio di Santa Maria del Fiore.

Nel Campione 1470, quart. S. Giov. Gonf. Vaio, a p. 95 si trova questa casa impostata ad «Alessandro di Saladino di Matteo Adimari» e nel primo Catasto del 1427 era descritta in conto di Dioneo di Matteo Adimari e fratelli; e Saladino Adimari la comprò da «Gualtierone e Amideo Adimari» l’anno del 58 (1458) rog. Ser Antonio Pugi.


Note

  1. [p. 97 modifica]Famiglia assai antica ed importante. Ebbe 4 Gonfalonieri e 25 Priori. Il più illustre di loro fu Mes Francesco di Chirico insigne legista vissuto alla fine del XV secolo. Le loro antiche case furono nel popolo di S. Remigio sulla via che oggi si dice dei Neri. Esistono tuttora. Ebbero sepoltura in S. Croce e in S. Remigio.
  2. [p. 98 modifica]Si dissero in antico Benvenuti. Ebbero 3 priori. Seppellivano a S. Maria Novella e S. Trinità. Gonfalone Leone bianco.
  3. [p. 98 modifica]Famiglia relativamente moderna ascritta al Gonfalone Chiavi.
  4. [p. 98 modifica]Abitavano nel Gonfalone delle Chiavi e si estinsero nella famiglia Del Turco. Di loro fu Stefano autore di un celebre sepoltuario manoscritto.
  5. [p. 98 modifica]Antica famiglia guelfa. Abitavano Oltrarno nella via di S. Niccolò dov’ebbero palazzi e case. Ebbero 27 Priori di libertà. Possedevano cappella in S. Niccolò.
  6. [p. 98 modifica]Antichissima famiglia del I° cerchio capo di una numerosa consorteria. Furono potentissimi, ebbero castelli, ville, terre nel contado; ed in città palagi, torri, loggia, e case in gran numero. Potentissimi di parte guelfa. Ebbero 15 soli priori essendo stati ascritti fra i grandi. Estinti nel 1736 lasciarono il nome ai Morelli.