Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/VI

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Il centro di Firenze nel 1427 - V Il centro di Firenze nel 1427 - VII
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VI.

La Via di Porta Rossa, il Vicolo, in parte chiuso, degli Strozzi, Piazza degli Strozzi, Via degli Anselmi, il Chiasso detto dei Ricchi, sono i limiti di quest’ampio ed importante gruppo di fabbricati.

In antico, un numero non indifferente di strade e di chiassoli lo attraversavano in ogni senso, formando tante isole degli edifizi allora esistenti e nel centro si apriva anche una piazza chiamata piazza Marmora, forse perchè lì presso si depositavano o si lavoravano i marmi.

Il chiasso chiamato dei Ricchi, sboccava in piazza Marmora e vi sboccavano pure il Chiasso dei Davanzati, oggi senza riuscita, la Via di S. Miniato fra le Torri, un Chiasso che passava dietro alla chiesa di S. Maria degli Ughi ed altre piccole viuzze scomparse framezzo alle fabbriche grandiose edificate dagli Strozzi.

Furono qui appunto, le case più antiche di questa celebre famiglia che nel XV secolo giunse a possedere, meno la parte verso Porta Rossa, tutto quest’isolato di fabbriche. Era antica e tradizionale costumanza delle famiglie potenti della città nostra, di avere le proprie case l’una presso all’altra, di formare come dei nuclei di fabbricati, dei veri e propri quartieri dov’esse abitavano coi loro famigli, dove avevano i loro fondaci, nè dimettevano questa usanza tradizionale, nemmeno quando cresciute di numero, divise in più rami, venivano a mancare i gradi di stretta parentela che potevano reclamare questa comunanza di vita. Ma allora le grandi famiglie costituivano dei gruppi forti, potenti che colle loro ricchezze, col numero considerevole dei loro componenti, dei loro servi, dei loro aderenti recavano un potentissimo contributo alle fazioni cui erano ascritte.

Fra i palazzi, le case, le torri, simbolo di potenza e di forza era una piazza o corte che serviva alle riunioni ed alle feste della famiglia, erano strade che in caso di zuffa asserragliavano e chiudevano tenendosi come in una fortezza.

Come gli Strozzi che ebbero un forte nucleo di case loro presso S. Maria degli Ughi, molte altre famiglie possedettero grandi ceppi di [p. 35 modifica]case, e in questo quartiere ricorderemo i Della Tosa, i Vecchietti, i Pigli, i Sassetti, gli Agli, i Brunelleschi, gli Arrigucci, i Foresi, i Pecori.1

S. Maria degli Ughi, la chiesetta che sorgeva accanto alle case ed ai palagi degli Strozzi e che oggi, trasformata e imbarocchita è ridotta a semplice oratorio della famiglia Strozzi, era una delle prime trentasei parrocchie di Firenze, e per l’importanza che aveva di fronte alle altre chiese intitolate alla Vergine, era detta S. Maria Primerana.

Taluno, basandosi forse sopra a questo titolo, affermò che essa era addirittura la primitiva cattedrale di Firenze, avanti che tale onore toccasse a S. Reparata: ma tale asserzione non ha fondamento.

Stupendo monumento d’arte, abbenchè incompiuto, è il palazzo Strozzi, comunemente detto dello Strozzino, oggi posseduto dal Marchese Carlo Ginori-Lisci. L’incertezza in cui la mancanza di documenti lascia il nome del suo autore non ne scema il pregio ed esso può ritenersi indubbiamente come una delle più belle fabbriche fiorentine del XV secolo.2

I documenti del tempo, ci fanno sapere intanto che esso fu fatto erigere poco dopo il 1460 dai fratelli Agnolo e Carlo di Messer Palla Strozzi. Essi difatti nella loro portata al catasto del 1460, gonfalone Lion Rosso, oltre ai loro antichi possessi rammentano ancora quelli acquistati successivamente per servire alla costruzione del palazzo e dei suoi annessi.

Possedevano essi due case presso S. Maria degli Ughi e dal 1435 al 1457 parecchie altre ne acquistarono per incorporarle nella fabbrica.3.

Quanto alla chiusura e soppressione di Piazza Marmora e delle varie stradelle che passavano di là, essa è spiegata da questa annotazione che trovasi in fondo alla stessa portata:

«Di più ho comprato dal Comune di Firenze la Piazza Marmora et chiassi et parte vie le quali insieme colle sopraddette chase et chasolari comprati, tutte si sono murate nella casa della nostra abitazione et parte fattovi piazze et parte corte et parte per abitazione >.

Assai grandioso è pure il palazzo che sorge dietro a S. Maria degli Ughi nella via oggi degli Anselmi, già di S. Maria Ughi. Fu anch’esso eretto dagli Strozzi sopra a loro antiche case che furono riunite chiudendo diversi vicoli. Nel 1532 passò ai Ricasoli, poi ai Guidacci e nel 1650 ai Torrigiani, i cui stemmi, insieme a quelli degli Strozzi, veggonsi tuttora sulla facciata della casa.

Per dare un’idea della importanza della stirpe degli Strozzi che ebbe in questo luogo la culla della sua grandezza, basterà dire che qui ed at- torno, nella prima metà del XV secolo possedeva circa 50 case e che era divisa in circa trenta famiglie.4 [p. 36 modifica]Lungo il chiasso detto dei Ricchi, nome cervelloticamente sostituito in epoca recente a quello storico ed antichissimo di chiasso degli Erri, perchè passava tra le case di questa antica famiglia consorte dei Pigli, restano alcune casette di forma, si potrebbe dire, originaria. Alcune furono degli Strozzi: altre con una torre, furono dei Girolami Del Testa.

Più verso Porta Rossa, incominciano le case dei Davanzati, un’altra famiglia che ebbe gran nome, grande autorità, specialmente per dato e fatto della virtù e dell’ingegno di molti tra’ suoi. Le case dei Davanzati si spingevano fino nel chiasso senz’uscita che si chiama appunto dei Davanzati e confinavano con quelle dei Foresi e degli Strozzi. La torre sull’ angolo tra quel chiassolo e Porta Rossa è una delle più alte e delle meglio conservate di Firenze. Non è però tra quelle che presentano tracce d’un’antichità più remota e forse dell’arte romana e può ritenersi eretta nel XIII secolo. Ritengo appartenesse ai Foresi; ma nel XV secolo era colle limitrofe case della famiglia Della Palla5.


Note

  1. [p. 42 modifica]In altre parti della città sono da ricordarsi i grandiosi e forti casamenti dei Peruzzi nell’antico anfiteatro fiorentino; quegli degli Adimari sui due lati del Corso che da loro aveva nome (ora Via dei Calzaioli) e nelle adiacenti località; dei Giandonati presso S. Maria sopra Porta (ora S. Biagio); dei Donati dalla loro piazza, dei Bardi nella strada da loro intitolata, dei Cavalcanti da Mercato Nuovo, dei Rucellai nella Vigna; dei Pazzi al loro canto, ecc.
  2. [p. 42 modifica]Taluni storici e scrittori d’arte lo attribuiscono a Filippo di Ser Brunellesco, altri a Michelozzo Michelozzi. Certo la fabbrica rammenta più specialmente altre opere del Michelozzi; ma nulla di più facile che possa essere stato fatto sul disegno di qualcuno fra i tanti e valenti architetti che vivevano in quel secolo d’oro per l’arte. In ogni modo l’attribuzione a Brunellesco è affatto erronea, perchè all’epoca in cui fu intrapresa la costruzione di questo palazzo, l’architetto di S. Maria del Fiore era morto di quasi 20 anni.
  3. [p. 42 modifica]Comprarono nel 1435 un casolare da Luigi d’Agostino di Ser Piero; nel 1440 dal Podestà una casa che era stata dello stesso Luigi; e da Bartolommeo di Pagolo Strozzi due casette in piazza Marmora; nel 1448 una casa da Giovanni e Lorenzo del fu Stefano Del Forese, e un casolare in piazza Marmora da Manetto di Marco Speziale alla Palla; nel 1451 una casetta da Carlo di Strozza Strozzi ed una da Carlo di Francesco Della Palla; nel 1457 una casa da Francesco di Guido Mannelli.
  4. [p. 42 modifica]Questo, senza contare i molti possessi che aveva in campagna, specialmente a Prato, Carmignano, Poggio a Caiano, Campi Bisenzio, Sesto, Careggi, Brozzi, ecc. Nel 1427, in città possedevano case nei popoli di S. Maria degli Ughi, S. Pancrazio, S. Paolo, S. Trinità, S. Miniato fra le Torri, S. Donato dei Vecchietti, S. Michele Berteldi, S. Michele Bisdomini, ecc.
  5. Come i Della Luna, erano speziali e il loro nome derivava dall’insegna della loro spezieria che era appunto in Porta Rossa.