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{{AutoreCitato|Domenico Promis}}, nella magistrale sua opera intorno alle ''Monete dei Beali di Savoia'', aveva registrato Acquabella come la prima in ordine di tempo fra le zecche aperte da quei principi, “trovandosi durante il vescovado di S. Ugo di Grenoble, che cominciò nel 1080, menzione (come di moneta avente corso legale) di danari battuti in Aiguebelle nella Moriana, Stato il più antico che abbia posseduto questa famiglia, e diversi certamente da quelli battuti in Vienna, essendo in carta di quegli anni gli uni dagli altri distinti.”
{{AutoreCitato|Domenico Promis}}, nella magistrale sua opera intorno alle ''Monete dei Beali di Savoia'', aveva registrato Acquabella come la prima in ordine di tempo fra le zecche aperte da quei principi, “trovandosi durante il vescovado di S. Ugo di Grenoble, che cominciò nel 1080, menzione (come di moneta avente corso legale) di danari battuti in Aiguebelle nella Moriana, Stato il più antico che abbia posseduto questa famiglia, e diversi certamente da quelli battuti in Vienna, essendo in carta di quegli anni gli uni dagli altri distinti.”


Un altro documento anteriore, dell'anno 1065, parlava già di monete battute in Acquabella, vivente il conte Oddone, verso il 1060.
Un altro documento anteriore, dell’anno 1065, parlava già di monete battute in Acquabella, vivente il conte Oddone, verso il 1060.


Anche il {{AutoreCitato|Giulio Cordero di San Quintino|S. Quintino}} ed il Perrin ritennero per certo che i principi di Savoia dovevano aver avuto zecca propria in Acquabella; ma però attribuirono al vescovo di Moriana la sola moneta acquabellese conosciuta sinora, la quale è di tipo vescovile, e corrisponde anche per tutti gli altri elementi alla moneta di S. Giovanni di Moriana, pubblicata poi dal Rabut.
Anche il {{AutoreCitato|Giulio Cordero di San Quintino|S. Quintino}} ed il Perrin ritennero per certo che i principi di Savoia dovevano aver avuto zecca propria in Acquabella; ma però attribuirono al vescovo di Moriana la sola moneta acquabellese conosciuta sinora, la quale è di tipo vescovile, e corrisponde anche per tutti gli altri elementi alla moneta di S. Giovanni di Moriana, pubblicata poi dal Rabut.
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Ora, il Comm. {{AutoreCitato|Vincenzo Promis}}, prendendo le mosse da un recente suo acquisto per la Collezione di S. M, dimostra che la moneta acquabellese suddetta va assegnata veramente al conte Oddone, per quanto nel tipo sia somigliantissima ai denari contemporanei di Vienna e di Moriana.
Ora, il Comm. {{AutoreCitato|Vincenzo Promis}}, prendendo le mosse da un recente suo acquisto per la Collezione di S. M, dimostra che la moneta acquabellese suddetta va assegnata veramente al conte Oddone, per quanto nel tipo sia somigliantissima ai denari contemporanei di Vienna e di Moriana.


Il nuovo acquisto di cui parliamo è una preziosa monetina che il Comm. Promis attribuisce a Pietro I, figlio e successore del conte Oddone; essa è rassomigliantissima alle monete di Vienna e di Moriana, porta il nome del marchese, e l'indicazione della zecca di Susa.
Il nuovo acquisto di cui parliamo è una preziosa monetina che il Comm. Promis attribuisce a Pietro I, figlio e successore del conte Oddone; essa è rassomigliantissima alle monete di Vienna e di Moriana, porta il nome del marchese, e l’indicazione della zecca di Susa.


Si sapeva già che quest’ultima officina era attiva sotto il conte Umberto II (1080-1103): la scoperta della monetina di Pietro I, il quale morì nel 1078, dimostra che la zecca secusina lavorava anche anteriormente.
Si sapeva già che quest’ultima officina era attiva sotto il conte Umberto II (1080-1103): la scoperta della monetina di Pietro I, il quale morì nel 1078, dimostra che la zecca secusina lavorava anche anteriormente.