Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/98: differenze tra le versioni

 
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Lontano per oggi da noi il proposito di volere offrire una estesa memoria intorno alla zecca di Milano nel periodo sforzesco. Non ci mancano all’uopo abbondanti documenti e tuttavia ne raccogliamo negli archivii milanesi, ma la loro edizione seguirà più tardi, in altra apposita dissertazione che vedrà la luce in questa medesima Rivista grazie alla larga e benevole ospitalità che le verrà concessa dal suo Direttore.
Lontano per oggi da noi il proposito di volere offrire una estesa memoria intorno alla zecca di Milano nel periodo sforzesco. Non ci mancano all’uopo abbondanti documenti e tuttavia ne raccogliamo negli archivii milanesi, ma la loro edizione seguirà più tardi, in altra apposita dissertazione che vedrà la luce in questa medesima Rivista grazie alla larga e benevole ospitalità che le verrà concessa dal suo Direttore.


Noi non produrremo qui, e più a titolo di curiosità che altro, un completo elenco degli ''operari'' e ''monetarii'' della zecca di Milano nell'anno 1479. A nostro debole avviso è questo l’unico che fin qui si conosca, mentre non mancano numerosi nomi di zecchieri milanesi e per diversi anni del XV secolo e risalendo indietro, ma sono nomi isolati o quasi, e non mai offertici in un ruolo così completo, come nel documento del 1479.
Noi non produrremo qui, e più a titolo di curiosità che altro, un completo elenco degli ''operari'' e ''monetarii'' della zecca di Milano nell’anno 1479. A nostro debole avviso è questo l’unico che fin qui si conosca, mentre non mancano numerosi nomi di zecchieri milanesi e per diversi anni del XV secolo e risalendo indietro, ma sono nomi isolati o quasi, e non mai offertici in un ruolo così completo, come nel documento del 1479.


Né lo è quello in data 16 ottobre 1385, indicato già dall'{{AutoreCitato|Filippo Argelati|Argellati}} e nel quale sono elencati 28 operai e 16 monetarii, coi rispettivi loro preposti ''Ubertello de Belbello'' da Pavia e ''Maffiolo'' da ''Marliano''<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Filippo Argelati|Argelati}}}}, De Moneiis etc. Ili, 56. — I nomi di quegli zecchieri figurano nell'istrumento 16 ottobre 1886 di ammissione in operaio della zecca milanese di ''Giacomino de’ Filippi'' figlio di ''Leonello'' già operaio esercente nella medesima. L'istrumonto accerta che l’elenco di quegli zecchieri, specificati co’ loro nomi, non è completo ma che dà però la “maior et sanior pars Operariorom et Monetariorum dictae Monetae Communis Mediolani laborantes in dicta Moneta” .</ref>.
Né lo è quello in data 16 ottobre 1385, indicato già dall’{{AutoreCitato|Filippo Argelati|Argellati}} e nel quale sono elencati 28 operai e 16 monetarii, coi rispettivi loro preposti ''Ubertello de Belbello'' da Pavia e ''Maffiolo'' da ''Marliano''<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Filippo Argelati|Argelati}}}}, De Moneiis etc. Ili, 56. — I nomi di quegli zecchieri figurano nell’istrumento 16 ottobre 1886 di ammissione in operaio della zecca milanese di ''Giacomino de’ Filippi'' figlio di ''Leonello'' già operaio esercente nella medesima. L’istrumonto accerta che l’elenco di quegli zecchieri, specificati co’ loro nomi, non è completo ma che dà però la “maior et sanior pars Operariorom et Monetariorum dictae Monetae Communis Mediolani laborantes in dicta Moneta” .</ref>.
<span class="SAL">98,3,Carlomorino</span>
<span class="SAL">98,3,Carlomorino</span>