Poesie italiane/Per l'illustre donzella Signora Elisabetta Albertini: differenze tra le versioni

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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=16 giugno 2008|arg=Sonetti}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Per l'illustre donzella Signora Elisabetta Albertini che veste l'abito francescano|prec=../Per la M.R. Madre Suor Marianna Geltrude Bevilacqua|succ=../Per monaca}}
 
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<poem>
 
Ben è di doppio ferro, o d’adamante
Ricinta intorno, e dura selce ha in petto,
Colei che, schiva d’ogni dolce affetto,
{{R|4}}È sorda a’ prieghi di cortese amante.
 
Ma chi lunge da lui volge le piante,
Per chiudersi in solingo ermo ricetto,
Donna non è, ma sotto umano aspetto,
{{R|8}}Fera ne i piani de la Libia errante.
 
Sì parla di costei la turba stolta,
Che non vede a che posto ha suo disiro ;
{{R|11}}In van, ch’ella pur fugge, e non ascolta.
Solo i begli occhi rivolgendo in giro,
Guata talora il padre, e poi dà volta,
{{R|14}}Con quattro lagrimette, ed un sospiro.
</poem>