Pagina:L'asino d'oro.djvu/203: differenze tra le versioni

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arbori vestito, che e' gettava entro al petto di chi il vedeva una riverenza non picciola; sicchè i pastori, invitati dal piacevole sito, fecero pensiero di posarvisi alquanto, e rinfrescarsi, e curarsi e medicare un poco le piaghe loro: perchè distesi per terra chi qua e chi là su per l'erbetta, cercarono primieramente di rivocar lo smarrito spirito col fare un poco di colezione, e dipoi si dierono a medicare i feriti corpi; questi con acqua di chiaro fiume levava il sangue dintorno alle sue ferite; quegli col bagnarle cercava di farle disenfiare; quell'altro con fasciuole di lino legava le larghe piaghe; e così ognuno, il meglio che poteva, provvedeva alla sua salute. In questo mezzo un certo vecchione, di cui alcune pecorelle che gli pascevano intorno, ne davano indubitato segno che egli fosse un pastore, veduto da un de' nostri in sulla cima d'un colle ivi vicino, fu domandato, se egli avesse da vendere un poco di latte, o che non fusse rappreso, o che di fresco ne fusse stato fatto il cacio. Ma il vecchione, posciach'ebbe così un pezzo scosso la testa, disse: Dunque alcun di voi pensa al presente al mangiare e al bere e ad altro suo ristoro, nè sa dove egli si sia posto a sedere? Nè prima ebbe finite queste poche parole, che ragunato le pecorelle, egli diede la volta addietro, e dileguossi un gran pezzo lontano: la cui voce accompagnata dalla subita fuga, fece a quei pastori una gran paura. E desiderando di domandar delle qualità di quel luogo, e non vi essendo chi rispondesse, un altro vecchione di grande statura, e ne' molti anni aggravato, tutto abbandonandosi in su un bastone, nè potendo a fatica muovere il passo, piangendo amaramente, ci si venne accostando. E messosi intorno alle ginocchia di quei giovani, così pregando diceva: Per le vostre più care cose, per l'anime vostre, deh! venite a rendervi all'avanzo della mia vecchiezza, e pronti e arditi porgete aiuto al carico d'anni; e ritogliendo un picciol mio fanciulletto all'inferno, restituitelo a' miei canuti crini: un mio nipotino, dolce compagno in questo mio viaggio, seguitando una cantante
arbori vestito, che e’ gettava entro al petto di chi il vedeva una riverenza non picciola; sicchè i pastori, invitati dal piacevole sito, fecero pensiero di posarvisi alquanto, e rinfrescarsi, e curarsi e medicare un poco le piaghe loro: perchè distesi per terra chi qua e chi là su per l’erbetta, cercarono primieramente di rivocar lo smarrito spirito col fare un poco di colezione, e dipoi si dierono a medicare i feriti corpi; questi con acqua di chiaro fiume levava il sangue dintorno alle sue ferite; quegli col bagnarle cercava di farle disenfiare; quell’altro con fasciuole di lino legava le larghe piaghe; e così ognuno, il meglio che poteva, provvedeva alla sua salute. In questo mezzo un certo vecchione, di cui alcune pecorelle che gli pascevano intorno, ne davano indubitato segno che egli fosse un pastore, veduto da un de’ nostri in sulla cima d’un colle ivi vicino, fu domandato, se egli avesse da vendere un poco di latte, o che non fusse rappreso, o che di fresco ne fusse stato fatto il cacio. Ma il vecchione, posciach’ebbe così un pezzo scosso la testa, disse: Dunque alcun di voi pensa al presente al mangiare e al bere e ad altro suo ristoro, nè sa dove egli si sia posto a sedere? Nè prima ebbe finite queste poche parole, che ragunato le pecorelle, egli diede la volta addietro, e dileguossi un gran pezzo lontano: la cui voce accompagnata dalla subita fuga, fece a quei pastori una gran paura. E desiderando di domandar delle qualità di quel luogo, e non vi essendo chi rispondesse, un altro vecchione di grande statura, e ne’ molti anni aggravato, tutto abbandonandosi in su un bastone, nè potendo a fatica muovere il passo, piangendo amaramente, ci si venne accostando. E messosi intorno alle ginocchia di quei giovani, così pregando diceva: Per le vostre più care cose, per l’anime vostre, deh! venite a rendervi all’avanzo della mia vecchiezza, e pronti e arditi porgete aiuto al carico d’anni; e ritogliendo un picciol mio fanciulletto all’inferno, restituitelo a’ miei canuti crini: un mio nipotino, dolce compagno in questo mio viaggio, seguitando una cantante