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Versione delle 17:32, 29 lug 2011

sortirebbe dalla medesima per pagare il prezzo dei materiali e delle mercedi, e così rientrerebbe in circolazione, reintegrando la massa generale. Questa reintegrata, sarebbe resa abile all’altra somministrazione, e così a quelle successive, senza verun disagio.

Né formi apprensione il pensare che il denaro sortirebbe dalle mani dei capitalisti, e passerebbe in quelle degli operai e simili, perché é troppo noto che, come il corso delle acque é animato dall’attività della foce, la quale ostruita si renderebbero quelle stagnanti, dannose, e tendenti a pregiudizievoli deviamenti,cosi all'opposto ampliati i consumi che appunto si ottengono col somministrare maggiori mezzi ai consumatori, rifluiscono questi a profitto dei produttori, da cui giungono ai Capitalisti. Dunque si profonda pure denaro nel popolo, che in fine giungerà nelle mani di chi sa profittarne, e quando questi scelgano d'impiegarlo in cose utili allo stesso popolo, il corpo sociale fruirà dell’incremento di capitali, d'immense comodità, in somma d'infiniti vantaggi.

Sarà qui mestieri di raggionare sull’altra metà dell’impronto che si procurerebbe dall’estero, affine di persuadere che neppure la restituzione di questo imprestito depaupererebbe la massa circolante nello Stato, ma che anzi l’arricchirebbe del suo importare, abilitandone la restituzione coi vantaggi che l'erogazione dell’imprestito stesso recherebbe allo Stato, il quale rimarrebbe al possesso dei vantaggi successivi. La somma da procurarsi sarebbe di dodici milioni, per cui gl'interessi uniti al centesimo di ammortizzazione importerebbero annui scudi 720,000 da pagarsi per 34 anni, dopo la qual epoca sarebbe estinta anche la sorte principale, e cesserebbe ogni passività. Basterebbe pertanto poter