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gedie e commedie. Voi vedete che comincia, cioè ricomincia ad averli; tuttavia non in quella copia e
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non sempre di quella sorta che ci vorrebbe. Tra voi è giusto che noi aspettiamo di vedere i nuovi scrittori e poeti. Ché non è bene si affermi e confermi un certo dissidio tra l’uffizio del poeta (chiamo così anche chi scrive in prosa ma con l’intento di farsi leggere da tutti) e il ministero dell’insegnante. L’antichità si figurò come maestro perfino il vecchio Aedo cieco; anche ad Andronico diede scolari fanciulli. In Italia fu lettore, non si sa di che, forse di teologia
o forse di grammatica, probabilmente anche Dante Alighieri: è lettore ancora, e a lungo ci resti, Giosuè Carducci. E io ho veduto e udito sulla cattedra il poeta, e non mai mi pareva aver più maestà che allora. E quando leggeva l’Inferno dell’ Alighieri, tale, di voce e di gesti e d’occhi, doveva essere Dante, quando leggeva l’Eneide:


<poem>Di quibus imperium est animarum umbraeque silentes
gedie e commedie. Voi vedete che comincia, cioè
et Chaos et Phlegethon loca nocte silentia late...</poem>
ricomincia ad averli; tuttavia non in quella copia e
non sempre di quella sorta che ci vorrebbe. Tra voi
è giusto che noi aspettiamo di vedere i nuovi scrit-
tori e poeti. Che non è bene si affermi e confermi
un certo dissidio tra l’uffizio del poeta (chiamo così
anche chi scrive in prosa ma con l’intento di farsi
leggere da tutti) e il ministero dell’insegnante. L’anti-
chità si figurò come maestro perfino il vecchio Aedo
cieco; anche ad Andronico diede scolari fanciulli.
In Itaha fu lettore, non si sa di che, forse di teologia
o forse di grammatica, probabilmente anche Dante
Alighieri : è lettore ancora, e a lungo ci resti, Giosuè
Carducci. E io ho veduto e, udito sulla cattedra il
poeta, e non mai mi pareva aver più maestà che
allora. E quando leggeva l’Inferno dell’ AHghieri, tale,
di voce e di gesti e d’occhi, doveva essere Dante,
quando leggeva l’Eneide:


La scuola, o giovani, vi presenterà, sia pure irrigiditi dalla disciplina, ma non sì che la loro anima non si riveli, prima vostri fratelli minori, poi vostri figlioli. La loro compagnia, grande e sempre varia, vi darà documenti e ispirazioni. L’aver sempre un pubblico avanti voi, v’invoglierà ad averne uno sempre più vasto. Il dover sempre parlare vi animerà a scrivere; e il dover parlare in modo di essere intesi e sentiti, v’insegnerà a scrivere in modo semplice e forte. E il riserbo che dovete mantenere sempre avanti ai fanciulli vostri scolari, diverrà, avanti il gran pubblico, quella verecondia che abbellisce ogni bellezza.<span class="SAL">278,3,Socho-sama</span>
Di quibus imperium est animarum umbraeque silentes
et Chaos et Phlegethon loca nocte silentia late...

La scuola, o giovani, vi presenterà, sia pure irri-
giditi dalla disciplina, ma non sì che la loro anima
non si riveU, prima vostri fratelli minori, poi vostri
figlioli. La loro compagnia, grande e sempre varia, vi
darà documenti e ispirazioni. L’aver sempre un pub-
blico avanti voi, v’invoglierà ad averne uno sempre
più vasto. Il dover sempre parlare vi animerà a scri-
vere; e il dover parlare in modo di essere intesi e
sentiti, v’insegnerà a scrivere in modo semplice e forte.
E il riserbo che dovete mantenere sempre avanti ai
fanciulli vostri scolari, diverrà, avanti il gran pub-
blico, quella verecondia che abbellisce ogni bellezza.

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