Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/75: differenze tra le versioni

<div class="pagetext">{{RigaIntestazione||(LXXII.)|}}

Nascon spontanei fiori, e veder fansi

{{R|85}}A le Ninfe, a i Pastori, a l’aure, al campo

Per natural schietta beltà leggiadri:

Liberi, e pronti, e sol dischiusi, e desti

Da volontario d’onorarti ardore,

Al lampeggiar del tuo novello Culto

{{R|90}}Nacquer’ essi da Noi, da Noi si fero

Sonar nel Tempio, e su le impresse carte

Da noi son mossi, se non è soverchio

Superba speme, a far di Te parole

Con questa, e con quant’altre età verranno.

{{R|95}}Nè soverchio superba è questa speme,

Ne certo vana: Imperocchè, qual’erra,

E spira dentro le incorrotte stille

Di balsamo Sabeo dal tempo intatta

Di vivifico odor aura gioconda,

{{R|100}}Serpe per essi, e signoreggia, e splende

In essi, e seco pur gli eterna ed erge

Cara a le genti, ed arbitra de gli anni,

De 1’auree tue Virtù 1’amabil luce.

E quando al nostro buon lavor, cui solo

{{R|105}}Basti, o Spirto immortal, fusse pur’ uopo

D’altro ornamento, onde più a Te piacesse</poem><span class="SAL">75,3,RobyBlue</span>

{{PieDiPagina|||E più}}<references/>