La fame del Globo: differenze tra le versioni

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'''[[La fame del Globo/0Cap. 1|Terra, acqua, energia in un rapporto sullo stato del globo]]'''
 
 
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'''[[La fame del Globo/1Cap. 2|Fame nel mondo: manca il cibo o il denaro per acquistarlo?]]'''
 
''Ricevuto all’Università di Firenze per la consegna della laurea honoris causa, il premio Nobel professor Amartya Sen pronuncia l’allocuzione di rito proponendo la propria dottrina sul problema dell’alimentazione del Pianeta. Produrre cibo non presenterebbe autentiche difficoltà, secondo l’economista indiano: l’unico problema sarebbe assicurare un reddito a milioni di famiglie che il cibo non possono acquistare. Disponendo di un reddito non farebbero fatica a procurarselo. La tesi, seducente, è in stridente contrasto con i dati più recenti della Fao, che denunciano la crescente difficoltà a ottenere, dalle risorse già sfruttate, produzioni maggiori. Se il potere di acquisto dei popoli poveri aumentasse, è difficile prevedere che la loro domanda potrebbe essere soddisfatta''
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'''[[La fame del Globo/2Cap. 3|Borlaug: Pensiamo a quando dovremo mangiare in 9 miliardi]]'''
 
''Intervista al premio Nobel padre della "rivoluzione verde" sul futuro della ricerca genetica, chiamata a soddisfare i bisogni degli abitanti del globo che soffrono la fame''
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'''[[La fame del Globo/3Cap. 4| L’Asia abbandona il riso: è la più grande rivoluzione alimentare della storia]]'''
 
''L’ultimo notiziario della Fao propone due notizie chiave. Dopo quattro anni le produzioni cerealicole hanno tornato a superare i consumi: la penuria è scongiurata. Ma l’Asia pare consumare meno riso, più frumento e più mais: la prova di una mutazione degli equilibri alimentari destinata a trasformare l’economia del Pianeta''
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'''[[La fame del Globo/4Cap. 5|L’agricoltura grande sfavorita nella contesa per l’acqua]]'''
 
''Produrre una tonnellata di cereale richiede 1.000 tonnellate d’acqua. Se l’umanità dovrà raggiungere la produzione di 4 miliardi di tonnellate di cereali il suo fabbisogno idrico sarà imponente. Ma nuovi invasi sono di realizzazione sempre più ardua, industria e usi civili sottraggono all’agricoltura quantità d’acqua crescenti
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'''[[La fame del Globo/5Cap. 6|Politica del territorio in Emilia Romagna. La chimera dello sviluppo “sostenibile”]]'''
 
 
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'''[[La fame del Globo/6Cap. 7|Il sogno radioso del Pianeta affamato]]'''
 
''E’ stata pubblicata da un’editrice bolognese una raccolta di scritti degli alfieri dei movimenti che contestano l’agricoltura fondata sulla scienza e la tecnologia, e propugnano una nuova agricoltura contadina in cui ogni famiglia dovrebbe produrre il proprio cibo. Colpisce il lettore la determinazione a ignorare le conseguenze delle proprie proposte, espressione di quello spirito giacobino che reputa accettabile qualunque prezzo possa costare la propria utopia
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'''[[La fame del Globo/7Cap. 8|Due rivali contendono il pianeta: l’uomo e l’automobile. Gli esiti del match non sono prevedibili ]]'''
 
 
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'''[[La fame del Globo/8Cap. 9|Dollaro, petrolio, grano, tre variabili, un’incognita nell’equazione del Pianeta]]'''
 
''Dopo due lustri di cedimenti il dollaro è crollato: le autorità monetarie americane hanno abbandonato ogni tentativo di restituirgli il ruolo di termine degli scambi internazionali. Probabilmente hanno verificato che l’economia degli Stati Uniti non è più in grado di dominare l’economia del Pianeta. Tentare dissanguerebbe inutilmente la ricchezza americana. Perduto il proprio valore il dollaro non si scambia più con l’energia secondo il vantaggioso rapporto del passato: per disporre di una nuova moneta gli Stati Uniti hanno deciso di interrompere la fornitura di mais agli allevamenti dell’Europa e dell’Asia. Convertito in energia il mais americano sarà il nuovo strumento della potenza ''a stelle e strisce''. I paesi che, privi di mais, non potranno più produrre carne, dovranno comprare carne americana ai prezzi che deciderà Washington''
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'''[[La fame del Globo/Cap. 10|Tra l’umanità e le risorse la frattura dell’economia, della politica, dell’etica]]'''
 
''Nella seconda metà del secolo recentemente terminato si è verificato un fenomeno privo di qualunque evento analogo nei rapporti plurimillenari tra la Terra ed i propri abitanti: il numero degli uomini è raddoppiato, la produzione di alimenti essenziali, i cereali, è triplicata. Dimostrano l’eccezionalità del fenomeno i tempi impiegati, fino all’età moderna, dalla popolazione del Globo per raddoppiare la propria consistenza, variabili tra tremila e mille anni. Analizzando la meccanica del fenomeno l’Autore dimostra che esso è stato sospinto da cinque fattori: la conversione delle foreste tropicali in campi coltivati, l’ampliamento delle superfici irrigue, la decuplicazione della produzione di fertilizzanti, l’esplosione di quella di antiparassitari e la costituzione, da parte della genetica, di nuove varietà delle specie coltivate. Precisato il ruolo dei singoli fattori, dimostra che la scienza li aveva apprestati in centocinquant’anni di progresso agronomico e che essi, spinti ad interagire dalle condizioni politiche ed economiche, hanno sfruttato risorse naturali, foreste, fiumi, giacimenti di minerali fosfatici, potenzialità delle piante coltivate, che non sono più disponibili per una crescita comparabile nei decenni futuri. Per nutrire i tre miliardi di uomini che si aggiungeranno, nel futuro prossimo, alla popolazione mondiale l’umanità dovrà, innanzitutto, preservare da ogni spreco le risorse disponibili, dovrà, soprattutto, accettare di provvedere alla più equa distribuzione delle produzioni sussistenti, evitando conflitti che, anzichè soddisfare esigenze inappagate, moltiplicherebbero distruzioni e carenze.''
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'''[[La fame del Globo/Cap. 11|Crisi alimentare Intervista ad Antonio Saltini]]'''
 
''I giornali parlano di crisi alimentare planetaria. Il tono generale è quello della sorpresa. Antonio Saltini, docente di storia dell’agricoltura alla Facolta di agraria dell’Università di Milano ha scritto, da quando fu, negli anni Settanta, vicedirettore del settimanale Terra e vita, innumerabili articoli e una serie di libri sui temi della strategia alimentare internazionale. Gli chiediamo se la sorpresa, costituisca, in una circostanza tanto grave, atteggiamento coerente, o se il quadro agropolitico abbia offerto, negli anni recenti, elementi da cui uomini politici ed economisti avrebbero dovuto desumere che gli equilibri alimentari fossero meno sicuri di quanti paiano reputare tuttora''
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'''[[La fame del Globo/Cap. 12|Ai piedi del Ruwenzori la speranza si chiama Sandra]]'''
 
''Il ripetersi di tumulti nei paesi africani ha un significato tragicamente evidente: come in tutti i tempi la folla insorge davanti allo spettro della morte per fame. Dal 1980 la pluralità delle nazioni ha abbandonato ogni impegno per lo sviluppo dell’agricoltura, i bisogni sono aumentati, la produzione è insufficiente, nei paesi poveri milioni di persone non possono più acquistare il riso o il sorgo per ricolmare la ciotola quotidiana. In Africa, in una delle regioni dalle carenza più gravi, un’associazione umanitaria ha offerto, nel 2006, i fertilizzanti per gli agricoltori che non potevano acquistarli: obbedendo agli attivisti delle organizzazioni “biologiche” europee i contadini del Congo hanno minacciato di bruciare i raccolti ottenuti con i prodotti dell’orrore. Ha raccolto la sfida una donna, Sandra Kavira, agronomo, che ha convinto le contadine dei villaggi ai piedi del Ruwenzori a utilizzare i fertilizzanti offerti. E’ stato il prodigio: i suoli esauriti da millenni di sfruttamento hanno risposto con generosità: un ettaro di risaia, che produceva il riso per dieci persone, ha prodotto il cibo per cinquantacinque.''