Pagina:Il Principe.djvu/22: differenze tra le versioni

ThomasBot (discussione | contributi)
m Biasco: split
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
difficile a conoscere, ma, nel progresso del tempo, non l’avendo in principio conosciuta medicata, diventa facile a conoscere e difficile a curare. Così interviene nelle cose di stato, perché conoscendo discosto (il che non è dato se non a uno prudente) e’ mali che nascono in quello, si guariscono presto; ma quando per non li avere conosciuti si lasciono crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più remedio.
difficile a cognoscere, ma nel corso del tempo, non l’avendo nel principio cognosciuta medicata, diventa facile a cognoscere e difficile a curare. Così interviene nelle cose dello Stato, perché cognoscendo discosto, il che non è dato se non ad un prudente, i mali che nascono in quello, si guariscono presto; ma quando, per non gli aver cognosciuti, si lasciano crescere in modo che ognuno li cognosce, non vi è più rimedio. Però i Romani vedendo discosto gl’inconvenienti, li rimediarono sempre, e non li lasciarono mai seguire per fuggire una guerra, perchè sapevano, che la guerra non si leva, ma si differisce con vantaggio d’altri; però volsero fare con Filippo ed Antioco guerra in Grecia per non l'avere a fare con loro in Italia; il che non volsero, nè piacque mai loro quello che tutto dì è in bocca de’ savi de’ nostri tempi, ''Godere li beneficii del tempo''; ma bene quello della virtù e prudenza loro; perchè il tempo si caccia innanzi ogni cosa, e può condurre seco bene come male, male come bene.
Ma torniamo a Francia, ed esaminiamo se delle cose dette ne ha fatto alcuna; e parlerò di Luigi e non di Carlo, come di colui, del quale, per aver tenuto più lunga possessione in Italia, si sono meglio visti li suoi andamenti; e vedrete, come egli ha fatto il contrario di quelle cose, che si debbono fare per tenere uno Stato disforme. Il Re Luigi fu messo in Italia dall'ambizione de’ Viniziani, che volsero guadagnarsi mezzo lo Stato di Lombardia per quella venuta. Io non voglio biasimare quella venuta o partito preso dal Re; perchè, volendo cominciare a mettere uno piede in Italia, e non avendo in questa provincia amici, anzi essendoli, per li<span class="SAL">22,3,Chupyboy</span>

Però e’ Romani, vedendo discosto l’inconvenienti vi rimediorono sempre; e non li lasciorono mai seguire per fuggire una guerra, perché sapevano che la guerra non si lieva, ma si differisce a vantaggio d’altri: però vollono fare con Filippo et Antioco guerra in Grecia per non la avere a fare con loro in Italia; e potevano per allora fuggire l’una e l’altra, il che non volsero. Né piacque mai loro quello che tutto dì è in bocca de’ savii de’ nostri tempi, di godere el benefizio del tempo, ma sì bene quello della virtù e prudenzia loro: perché el tempo si caccia innanzi ogni cosa, e può condurre seco bene come male, e male come bene.

Ma torniamo a Francia, et esaminiamo se delle cose dette ne ha fatta alcuna. E parlerò di Luigi e non di Carlo, come di colui che, per avere tenuta più lunga possessione in Italia, si sono meglio visti li suoi progressi: e vedrete come egli ha fatto el contrario di quelle cose che si debbono fare per tenere uno stato in una provincia disforme.

El re Luigi fu messo in Italia dalla ambizione de’ Viniziani, che volsono guadagnarsi mezzo lo stato di Lombardia per quella venuta. Io non voglio biasimare questo partito preso dal re; perché, volendo cominciare a mettere uno piè in Italia, e non avendo in questa provincia amici, anzi sendoli per li portamenti