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4 Cerbero e l’''angue bicipite'' accennano ai regni di Plutone, ch’ebbe il suo tempio nella selva Ami tra lo Stige, l’Acheronte e l’Averno ({{Sc|{{AutoreCitato|Tito Livio|liv.}}}}, l. XXIII,
4 Cerbero e l’''angue bicipite'' accennano ai regni di Plutone, ch’ebbe il suo tempio nella selva Ami tra lo Stige, l’Acheronte e l’Averno ({{Sc|{{AutoreCitato|Tito Livio|liv.}}}}, l. XXIII,
c. 36); e la galea al dono ch’egli ottenne dai Titani (apollod. , Bibl. c. 2, p. 8 9 ed. Heyas). La stella è simbolo degli elisi, ''lugentes campi'', ove celavansi
c. 36); e la galea al dono ch’egli ottenne dai Titani (apollod. , Bibl. c. 2, p. 8 9 ed. Heyas). La stella è simbolo degli elisi, ''lugentes campi'', ove celavansi
tra i mirti le anime di coloro,
tra i mirti le anime di coloro,<br/><br/>


. . quos durut amor crudeli tabe peredit
. . quos durut amor crudeli tabe peredit
:::({{Sc|{{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|virg.}}}}, ''Æneid''. l. VI, v. 442);
:::({{Sc|{{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|virg.}}}}, ''Æneid''. l. VI, v. 442);<br/><br/>


poiché credeasi, che dopo la morte esse passassero ad abitar le stelle, siccome leggesi nell’iscrizione posta alla tomba del filosofo Dialogo in Atene ({{Sc|quaranta}} , Iscriz. gr. di Scandr. p. 73, e gli
poiché credeasi, che dopo la morte esse passassero ad abitar le stelle, siccome leggesi nell’iscrizione posta alla tomba del filosofo Dialogo in Atene ({{Sc|{{AutoreCitato|Bernardo Quaranta|quaranta}}}} , Iscriz. gr. di Scandr. p. 73, e gli
autori da lui citati). La t. di ''vecchio calva'' e barbata ha gran simiglianza con quella del mostro marino ritratto in altra medaglia cumana , e creduto Egeone dal ch. Millingen (o. c. p. 36), ma che può dirsi più verisimilmente quella di Glauco, padre di Deifobe Sibilla Cumana ({{Sc|{{AutoreCitato|Celestino Cavedoni|cavedoni}}}} , ''Spicilegio Numismatico'', p. 14).
autori da lui citati). La t. di ''vecchio calva'' e barbata ha gran simiglianza con quella del mostro marino ritratto in altra medaglia cumana , e creduto Egeone dal ch. Millingen (o. c. p. 36), ma che può dirsi più verisimilmente quella di Glauco, padre di Deifobe Sibilla Cumana ({{Sc|{{AutoreCitato|Celestino Cavedoni|cavedoni}}}} , ''Spicilegio Numismatico'', p. 14).<span class="SAL">10,1,Alebot</span>

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