Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/281: differenze tra le versioni

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che spesso vennero dati per ostaggi ne’ trattati di tregua ai Barbari, e volentieri da questi accettali. ''Basilio'' era stato in tale qualità dall’imperadore ''Anastasio'' messo in mano de’ Persiani, e ''Belisario'' consegnò loro allo stesso titolo ''Giovanni''.
che spesso vennero dati per ostaggi ne’ trattati di tregua ai Barbari, e volentieri da questi accettati. ''Basilio'' era stato in tale qualità dall’imperadore ''Anastasio'' messo in mano de’ Persiani, e ''Belisario'' consegnò loro allo stesso titolo ''Giovanni''.


12.° Alla geografia antica appartiene la notizia, che ''Procopio'' nel lib. i della ''Guerra persiana'' ci dà della origine di ''Dara'', ove qui dice essere stato trasportato il denaro che servir dovea al riscatto di ''Giovanni'', e che ''Giustiniano'' si appropriò. ''Anastasio imperadore'', dic’egli, ''di Dara, grosso e forte borgo della Mesopotamia sui confini de’ Persiani e de’ Romani, fece una città dal suo nome chiamandola Anastasiopoli, ed avendola cinta di mura, ed ornata di chiese, di granai, di cisterne, e di baluardi e torri, le diede i privilegii, che le città distinguono''. Vuolsi, che traesse il nome dal re ''Dario'', ivi sconfitto interamente da ''Alessandro'' il Macedone. Questo é ciò che dice ''Evagrio''; ma noi possiamo dubitarne.
12.° Alla geografia antica appartiene la notizia, che ''Procopio'' nel lib. i della ''Guerra persiana'' ci dà della origine di ''Dara'', ove qui dice essere stato trasportato il denaro che servir dovea al riscatto di ''Giovanni'', e che ''Giustiniano'' si appropriò. ''Anastasio imperadore'', dic’egli, ''di Dara, grosso e forte borgo della Mesopotamia sui confini de’ Persiani e de’ Romani, fece una città dal suo nome chiamandola Anastasiopoli, ed avendola cinta di mura, ed ornata di chiese, di granai, di cisterne, e di baluardi e torri, le diede i privilegii, che le città distinguono''. Vuolsi, che traesse il nome dal re ''Dario'', ivi sconfitto interamente da ''Alessandro'' il Macedone. Questo é ciò che dice ''Evagrio''; ma noi possiamo dubitarne.


13.° Della sedizione de’ ''Vittoriati'' diffusamente parla ''Procopio'' nel lib. I della ''Guerra persiana'' ove dice, che per essa perirono in Costantinopoli trenta mila persone. Nell’ ''Appendice'' che apporremo a questa ''Storia segreta'', si riporterà un tratto di ''Teofane'', dal quale si vedrà da che lieve scintilla venisse sì terribile incendio; e vedrassi qual fosse allora lo stato dell’Imperio, quali i costumi di ''Giustiniano'', quale la licenza del circo, e del teatro: cose da ''Teofane'' dedotte da pubblici monumenti. Qui accenneremo soltanto essersi questa sedizione chiamata de’ ''Vittoriati'' dalla parola ''vinci'', che fu presa per indice di convegno da quelli della fazione. In greco questa parola fu ''nika'', la quale é l’equivalente del ''vinci'' nostro, o del ''vince'' latino. Al passo di ''Evagrio'', che nell’ ''Appendice'' si é premesso alla descrizione di ''Teofane'', vengono dietro le seguenti parole: ''Altra volta Giustiniano, mutata affezione e parte, uccise gli uomini che prima avea favoriti, e diede in poter delle leggi anche coloro, ai quali innanzi avea all’uso de’ Barbari permesso di commettere nelle città ogni empio delitto''. Termina poi soggiungendo. ''Ma per esporre in particolare queste cose né ho tempo conveniente'',
13.° Della sedizione de’ ''Vittoriati'' diffusamente parla ''Procopio'' nel lib. I della ''Guerra persiana'' ove dice, che per essa perirono in Costantinopoli trenta mila persone. Nell’ ''Appendice'' che apporremo a questa ''Storia segreta'', si riporterà un tratto di ''Teofane'', dal quale si vedrà da che lieve scintilla venisse sì terribile incendio; e vedrassi qual fosse allora lo stato dell’Imperio, quali i costumi di ''Giustiniano'', quale la licenza del circo, e del teatro: cose da ''Teofane'' dedotte da pubblici monumenti. Qui accenneremo soltanto essersi questa sedizione chiamata de’ ''Vittoriati'' dalla parola ''vinci'', che fu presa per indice di convegno da quelli della fazione. In greco questa parola fu ''nika'', la quale é l’equivalente del ''vinci'' nostro, o del ''vince'' latino. Al passo di ''Evagrio'', che nell’ ''Appendice'' si é premesso alla descrizione di ''Teofane'', vengono dietro le seguenti parole: ''Altra volta Giustiniano, mutata affezione e parte, uccise gli uomini che prima avea favoriti, e diede in poter delle leggi anche coloro, ai quali innanzi avea all’uso de’ Barbari permesso di commettere nelle città ogni empio delitto''. Termina poi soggiungendo. ''Ma per esporre in particolare queste cose né ho tempo conveniente'',<span class="SAL">281,3,Casmiki</span>