Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/91: differenze tra le versioni

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{{Pt|blico|pubblico}} come un bel mazzetto. E si diceva anche ''Giardino'', come spiegava {{Ac|Bono Giamboni|Bono Giamboni}} nel suo ''Giardino di Consolazione'', versione del latino: ''e chiamasi questo Giardino di consolazione, imperò che siccome nel giardino altri si consola e trova molti fiori e frutti, così in questa opera si trovano molti e begli detti, li quali l’anima del divoto leggitore indolcirà e consolerà''. In effetti questo bel libro, dov’è molta semplicità e grazia di dettato, è una descrizione de’ vizi e delle virtù, con sopra ciascuna materia i detti de’ savi e de’ santi Padri, tanto che si può veramente dire dell’autore: Il più bel fior ne colse. Ecco il capitolo dell'ebrietade:
{{Pt|blico|pubblico}} come un bel mazzetto. E si diceva anche ''Giardino'', come spiegava {{Ac|Bono Giamboni|Bono Giamboni}} nel suo ''Giardino di Consolazione'', versione del latino: ''e chiamasi questo Giardino di consolazione, imperò che siccome nel giardino altri si consola e trova molti fiori e frutti, così in questa opera si trovano molti e begli detti, li quali l’anima del divoto leggitore indolcirà e consolerà''. In effetti questo bel libro, dov’è molta semplicità e grazia di dettato, è una descrizione de’ vizi e delle virtù, con sopra ciascuna materia i detti de’ savi e de’ santi Padri, tanto che si può veramente dire dell’autore: Il più bel fior ne colse. Ecco il capitolo dell’ebrietade:


«Ebrietade, secondo che dice santo Agostino, è vile sepoltura della ragione e furore della mente''. Anche dice: La ebrietà è lusinghiere demonio, dolce veleno, soave peccato. Anche dice: la ebrietà molti ne ha guasti, toglie il senno, fa venire infermitadi, ingrossa lo ingegno, accende alla lussuria, mai non tiene segreto, induce a male parole''. Santo Basilio dice: ''l’ebro, quando pensa bere, sì è beuto: come lo pesce che con grande desiderio inghiottisce l’esca nella sua gola e non sente l’amo; così l’ebro, bevendo il vino, riceve in sè nemico senza ragione. E santo Paolo dice: non t’inebriare di vino, imperò che di vino esce lussuria».
«Ebrietade, secondo che dice santo Agostino, è vile sepoltura della ragione e furore della mente''. Anche dice: La ebrietà è lusinghiere demonio, dolce veleno, soave peccato. Anche dice: la ebrietà molti ne ha guasti, toglie il senno, fa venire infermitadi, ingrossa lo ingegno, accende alla lussuria, mai non tiene segreto, induce a male parole''. Santo Basilio dice: ''l’ebro, quando pensa bere, sì è beuto: come lo pesce che con grande desiderio inghiottisce l’esca nella sua gola e non sente l’amo; così l’ebro, bevendo il vino, riceve in sè nemico senza ragione. E santo Paolo dice: non t’inebriare di vino, imperò che di vino esce lussuria».