Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/136: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
Correzione pagina via bot (from toolserver)
Aleph0 (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 50%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
<div class="pagetext">{{RigaIntestazione|128|{{Sc|le confessioni d'un ottuagenario.}}}}<div class="pagetext">
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
che la circondavano, mi dava uno sgomento così grande,
128 LE CONFESSIONI D’UN OTTUAGENARIO.
che piuttosto avrei arrischiato il collo per rimanere. E questi rischi che io correva infatti, rimanendo anche dopo lo sloggio dei Francesi, servivano a puntellarmi contro la coscienza, che di tanto in tanto mi faceva memore di coloro che m’attendevano a Milano. Peraltro cominciava nell’animo qualche avvisaglia d’un prossimo conflitto. Le parole di mio padre m’intronavano le orecchie, vedevo lontano lontano quell’occhiata severa e fulminante di Lucilio.... Oimé! credo che soltanto il timore di questa mi facesse correre pel baule; ma nel mentre appunto ch’io lo spolverava, ed aveva acceso un lume per vedere in un camerone buio e profondo, sento una scampanellata secca secca.
che la circondavano , mi dava uno sgomento cosi grande ,
che piuttosto avrei arrischiato il collo per rimanere. E questi
rischi che io correva infatti , rimanendo anche dopo lo
sloggio dei Francesi, servivano a puntellarmi contro la coscienza, che di tanto in tanto mi faceva memore di coloro
che m’attendevano a Milano. Peraltro cominciava nell’animo
qualche avvisaglia d’un prossimo conflitto. Le parole dì
mio padre m’intronavano le orecchie , vedevo lontano lontano quell’ occhiata severa e fulminante di Lucilio.... Oimè!
credo che soltanto il timore di questa mi facesse correre
pel baule ; ma nel mentre appunto ch’io lo spolverava ,
ed aveva acceso un lume per vedere in un camerone buio
e profondo , sento una scampanellata secca secca.
— Chi può essere? — pensai. — E i buli degli inquisitori , e le guardie di sicurezza francesi , e gli scorridori tedeschi mi s’ingarbugliarono dinanzi la fantasia. Volli
piuttosto scender la scala che tirare la corda, e per le fes
suro dell’uscio diedi in uno strepitoso: Chi va là? — Mi
rispose una voce tremante di donna : Son io : apri, Carlino! — Ma perché ella fosse tremante non la conobbi meno,
e mi precipitai ad aprire col petto in angoscia cosi profonda
che appena bastava a frenarmi. La Pisana vestita a nero,
coi suoi begli occhi rossi di sdegno e di lagrime, coi capelli
disciolti e il solo zendado sul capo, mi si gettò fra le braccia gridando che la salvassi. Credendo che l’avessero insultata per istrada io feci per balzar fuori della porta a vendicarla contro chiunque si fosse, ma ella mi fermò per un
braccio e appoggiandovisi sopra mi menò verso la scala, e su
per essa fino alla stanza di ricevimento, come se appunto
la conoscesse tutti i buchi della casa ; e si che, a mio credere, non la ci era mai stata. Quando fummo seduti l’uno
vicino all’altra sul divano turchesco di mio padre, e si fu
sedato in lei il respiro affannoso che le affaticava il petto, non
potei ristare dal chiederle tosto che cosa significasse quello


— Chi può essere? — pensai. — E i buli degli inquisitori, e le guardie di sicurezza francesi, e gli scorridori tedeschi mi s’ingarbugliarono dinanzi la fantasia. Volli
<span class="SAL">136,2,Valg</span>
piuttosto scender la scala che tirare la corda, e per le fessure dell’uscio diedi in uno strepitoso: Chi va là? — Mi rispose una voce tremante di donna: Son io: apri, Carlino! — Ma perché ella fosse tremante non la conobbi meno, e mi precipitai ad aprire col petto in angoscia così profonda che appena bastava a frenarmi. La Pisana vestita a nero, coi suoi begli occhi rossi di sdegno e di lagrime, coi capelli disciolti e il solo zendado sul capo, mi si gettò fra le braccia gridando che la salvassi. Credendo che l’avessero insultata per istrada io feci per balzar fuori della porta a vendicarla contro chiunque si fosse, ma ella mi fermò per un braccio e appoggiandovisi sopra mi menò verso la scala, e su per essa fino alla stanza di ricevimento, come se appunto la conoscesse tutti i buchi della casa; e sì che, a mio credere, non la ci era mai stata. Quando fummo seduti l’uno vicino all’altra sul divano turchesco di mio padre, e si fu sedato in lei il respiro affannoso che le affaticava il petto, non potei ristare dal chiederle tosto che cosa significasse quello<span class="SAL">136,3,Aleph0</span>