2057 l'ultimo negoziato/II: differenze tra le versioni

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Lasciati i compagni sull’auto, Strozzi varca l’atrio, nonostante sia atteso le guardie armate lo perquisiscono, sale una scala alla cui sommità l’ambasciatore tedesco, il conte Klaus Dietrich von Rödinger, lo attende sulla soglia dell’ufficio. Il diplomatico invita l’ospite nella grande stanza, arredata da un’antica libreria e da una carta d’Europa, e gli offre una poltrona. “Come le ho anticipato per telefono, cavaliere, il ministro la vuole conoscere personalmente -lo informa in buon italiano-, è molto, molto interessato all’incontro. Credo di doverle tutte le scuse, a suo nome, se tarderà un poco. Con le nuove leggi islamiche Berlino è diventata una città molto malinconica, e sua eccellenza approfitta della permanenza a Roma per prendersi un poco di svago.” “Roma è il più grande bordello dell’Africa, e i turchi sono sempre impazziti per i bordelli africani -dichiara Strozzi-: turchi e marocchini restano turchi e marocchini anche quando diventano ministri, pronti a vendere le cinque mogli per una bottiglia d’alcol!” Stringendo significativamente le labbra, il diplomatico apre le braccia in segno di distaccata comprensione.
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Procedendo, a passo d’uomo, tra carrette di agnelli e camion di vacche, il convoglio giunge ad un piazzale sul quale, tra case cadenti, si affacciano alcuni padiglioni contrassegnati da grandi scritte in arabo e in italiano, sono i ristoranti del Testaccio. Con pazienza, gli autisti riescono a disporre le auto tra i cento veicoli che ingombrano la piazza. Preceduti da tre uomini armati, seguiti dagli altri tre, facendo ala alla bella interprete, lo statista, il diplomatico e l’uomo d’affari varcano la porta della più celebre delle trattorie del mattatoio romano.
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