Pagina:Importante scoperta del famoso tarèno di Amalfi.djvu/20: differenze tra le versioni

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<span class="SAL">20,3,Alebot</span><noinclude>nero</noinclude> coniati per la prima volta dal califfo ''Al Moez leddni ’llah'', asceso al trono nel 953. Senza parlare delle monete beneventano-longobardiche, che sin dal VII secolo si spendevano in queste provincie; egli è fuor di dubbio che nel secol X pieno corso avevan tra noi le monete greche, sotto la varia denominazione di ''bizanzi, michelati, costantinati, romanati'' ecc., e precipuamente il nostro tarèno; il quale ci porge una prova rifulgente della celebrità del commercio amalfitano. E per vero, non havvi chi ignori l’esteso e ricco traffico che facevan gli Amalfitani nel X e XI secolo in quasi tutto l’Oriente, in cui non era città marittima de’ Musulmani ove non fosse una banca amalfitana. Essi commerciavano in Gerusalemme e vi fondavano un nosocomio prima che si fosse parlato di crociate. Le loro navi provvedevano ciò che mancava alla Palestina, riportando poi in patria delle preziose derrate quivi acquistate, e con desiderio di trasportarvi delle nuove. Laonde Guglielmo arcivescovo di Tiro favellando di costoro, lasciò scritto: ''Huius regionis habitatores'' (Amalphitani) ''primi merces peregrinas'' {{Sc|quas Oriens non noverat}}, ''ad supradictas partes'' (Syriae) ''inferre tentaverunt''<ref>Guillel. Tyriens. ''de bello sacro'' lib. 18, cap. 4.</ref>.
<span class="SAL">20,4,Acul reip</span><noinclude>nero</noinclude> coniati per la prima volta dal califfo ''Al Moez leddni ’llah'', asceso al trono nel 953. Senza parlare delle monete beneventano-longobardiche, che sin dal VII secolo si spendevano in queste provincie; egli è fuor di dubbio che nel secol X pieno corso avevan tra noi le monete greche, sotto la varia denominazione di ''bizanzi, michelati, costantinati, romanati'' ecc., e precipuamente il nostro tarèno; il quale ci porge una prova rifulgente della celebrità del commercio amalfitano. E per vero, non havvi chi ignori l’esteso e ricco traffico che facevan gli Amalfitani nel X e XI secolo in quasi tutto l’Oriente, in cui non era città marittima de’ Musulmani ove non fosse una banca amalfitana. Essi commerciavano in Gerusalemme e vi fondavano un nosocomio prima che si fosse parlato di crociate. Le loro navi provvedevano ciò che mancava alla Palestina, riportando poi in patria delle preziose derrate quivi acquistate, e con desiderio di trasportarvi delle nuove. Laonde Guglielmo arcivescovo di Tiro favellando di costoro, lasciò scritto: ''Huius regionis habitatores'' (Amalphitani) ''primi merces peregrinas'' {{Sc|quas Oriens non noverat}}, ''ad supradictas partes'' (Syriae) ''inferre tentaverunt''<ref>Guillel. Tyriens. ''de bello sacro'' lib. 18, cap. 4.</ref>.


Noi troviamo sin dal IX secolo (880) questa gente industriosa, sparsa dovunque ed applicata al traffico, tenere banca anco nel territorio di Roma<ref name=pagina20>Epist. CCXLII papae Johan. VIII, data XIII Kal. decemb. Indict. XIII </ref>; il che {{Pt|dimo-|dimostra }}
Noi troviamo sin dal IX secolo (880) questa gente industriosa, sparsa dovunque ed applicata al traffico, tenere banca anco nel territorio di Roma<ref name=pagina20>Epist. CCXLII papae Johan. VIII, data XIII Kal. decemb. Indict. XIII </ref>; il che {{Pt|dimo-|dimostra }}