Pagina:Memorie dell'ingegnere Giovanni Milani.djvu/20: differenze tra le versioni

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Da Milano a Brescia per Treviglio e Chiari la lunghezza del cammino è di metri 78303
<span class="SAL">20,3,Silvio Gallio</span>42. Da Milano a Brescia per Treviglio e Chiari la lunghezza del cammino è di metri 78303
Per Monza e Bergamo, ritenendo quanto fu detto dall’ingegnere signor Sarti e stampato dai signori Bergamaschi <ref>Memoria intorno alla progettata strada di ferro nel Regno lombardo-veneto in rapporto ai bisogni della città e provincia di Bergamo. — Bergamo, dalla stamperia Crescini, 1837.</ref>, la lunghezza è invece di metri 92800
Per Monza e Bergamo, ritenendo quanto fu detto dall’ingegnere signor Sarti e stampato dai signori Bergamaschi <ref><small>Memoria intorno alla progettata strada di ferro nel Regno lombardo-veneto in rapporto ai bisogni della città e provincia di Bergamo. — Bergamo, dalla stamperia Crescini, 1837</small>.</ref>, la lunghezza è invece di metri 92800
La seconda linea è dunque più lunga della prima di metri 14497<br />
La seconda linea è dunque più lunga della prima di metri 14497<br />
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Nella prima linea non s’incontrano mai pendenze che superino il tre per mille.
Nella prima linea non s’incontrano mai pendenze che superino il tre per mille.
Per la seconda, la prima Memoria stampata dai signori Bergamaschi nel 1837 <ref>Memoria citata.</ref> aveva assicurato e promesso che si anderebbe sempre con una pendenza del 2.68 per mille; ma passando dalle parole ai fatti, si dovette confessare, nella seconda Memoria stampata nel 1838 <ref>Sulla progettata strada di ferro da Bergamo a Monza, in continuazione di quella da Monza a Milano. — Bergamo, dalla stamperia Crescini, 1838.</ref>, che si andrà da Milano a Monza con una pendenza continua del 3.20 per mille, e che in seguito saranno per occorrere delle pendenze del 4, ed anche del 6.66 per mille.
Per la seconda, la prima Memoria stampata dai signori Bergamaschi nel 1837 <ref>{{smaller|Memoria citata.}}</ref> aveva assicurato e promesso che si anderebbe sempre con una pendenza del 2.68 per mille; ma passando dalle parole ai fatti, si dovette confessare, nella seconda Memoria stampata nel 1838 <ref>{{smaller|Sulla progettata strada di ferro da Bergamo a Monza, in continuazione di quella da Monza a Milano. — Bergamo, dalla stamperia Crescini, 1838.}}</ref>, che si andrà da Milano a Monza con una pendenza continua del 3.20 per mille, e che in seguito saranno per occorrere delle pendenze del 4, ed anche del 6.66 per mille.