Pagina:Il piacere.djvu/94: differenze tra le versioni
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fila di diamanti, e due rubini scintillavano in fondo alle occhiaje. Su la fronte era inciso un motto: <small>RUIT HORA</small>; su l’occipite un altro motto: <small>TIBI, HIPPOLYTA</small>. Il cranio si apriva, come una scatola, sebbene la commessura fosse quasi invisibile. L’interior battito del congegno dava a quel teschietto una inesprimibile apparenza di vita. Quel gioiello mortuario, offerta d’un artefice misterioso alla sua donna, aveva dovuto segnar le ore dell’ebrezza e col suo simbolo ammonire gli spiriti amanti. |
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In verità, non poteva il Piacere desiderare un più squisito e più incitante misurator del tempo. Andrea pensò: |
In verità, non poteva il Piacere desiderare un più squisito e più incitante misurator del tempo. Andrea pensò: “Me lo consiglia ella ''per noi''?„ E a quel pensiero tutte le speranze rinacquero e risorsero di tra l’incertezza, confusamente. Egli si gittò nella gara, con una specie d’entusiasmo. Gli rispondevano due o tre competitori accaniti, tra cui Giannetto Rùtolo che, avendo per amante Donna Ippolita Albónico, era attratto dall’iscrizione: <small>TIBI, HIPPOLYTA</small>. |
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Dopo poco, rimasero soli a contendere, il Rùtolo e lo Sperelli. Le cifre salivano oltre il prezzo reale dell’oggetto, mentre i periti sorridevano. A un certo punto, Giannetto Rùtolo non rispose più, vinto dalla ostinazione dell’avversario. |
Dopo poco, rimasero soli a contendere, il Rùtolo e lo Sperelli. Le cifre salivano oltre il prezzo reale dell’oggetto, mentre i periti sorridevano. A un certo punto, Giannetto Rùtolo non rispose più, vinto dalla ostinazione dell’avversario. |