Pagina:Il piacere.djvu/163: differenze tra le versioni
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La folta lana biancastra delle pecore agglomerate procedeva con un fluttuamento continuo, accavallandosi, a similitudine d’un’acqua fangosa che inondasse il lastrico. Qualche belato tremulo mescevasi al tintinno; altri belati, più sottili, più timidi, rispondevano; i butteri gittavano di tratto in tratto un grido e distendevano le aste, cavalcando dietro e a’ fianchi; la luna dava a quel passaggio d’armenti, per mezzo alla gran città addormentata, non so che mistero quasi di cosa veduta in sogno. |
La folta lana biancastra delle pecore agglomerate procedeva con un fluttuamento continuo, accavallandosi, a similitudine d’un’acqua fangosa che inondasse il lastrico. Qualche belato tremulo mescevasi al tintinno; altri belati, più sottili, più timidi, rispondevano; i butteri gittavano di tratto in tratto un grido e distendevano le aste, cavalcando dietro e a’ fianchi; la luna dava a quel passaggio d’armenti, per mezzo alla gran città addormentata, non so che mistero quasi di cosa veduta in sogno. |
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Andrea si ricordò che in una notte serena di |
Andrea si ricordò che in una notte serena di febbrajo, uscendo da un ballo dell’Ambasciata inglese nella via Venti Settembre, egli ed Elena avevano incontrata una mandra; e la carrozza aveva dovuto fermarsi. Elena, china al cristallo, guardava le pecore passar rasente le ruote e indicava gli agnelli più piccoli, un un’allegria infantile; ed egli teneva il suo viso accosto al |