Brani di vita/Libro primo/Aurelio Saffi: differenze tra le versioni

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E conosciuto l'uomo, si rimaneva sorpresi. Ma come? Erano così questi cospiratori repubblicani che le caricature dipingevano colle fattezze dell'Orco che mangia la carne umana? Erano così fatti quegli uomini che la stampa conservatrice accusava di affilare i pugnali nell'ombra e di predicare l'assassinio? Non c'era delitto in Europa in cui non si vedesse la mano o la complicità di costoro e non c'era vituperio o condanna che paresse grave per simili malfattori. Ebbene, gli accusatori mentivano.
Chi ha conosciuto Aurelio Saffi, il confidente di [[Autore:Giuseppe Mazzini|Mazzini]], il triumviro della Repubblica Romana, il repubblicano convinto, cospiratore e combattente, può dire quanto egli fosse ingenuamente e profondamente buono. La sua tolleranza per l'opinione altrui arrivava fino allo scrupolo e la dolcezza dell'animo aveva delicatezze femminili.
Quest'uomo che l'odio di parte può aver accusato di sete di sangue, non aveva affatto il senso dell'odio e, non solo non avrebbe scientemente fatto del male al suo peggiore nemico, ma nell'animo suo sereno non conosceva nemici. Vedeva le cose e gli avvenimenti dall'alto e dalla piccola realtà saliva subito alle idealità e, se volete, anche alle illusioni di una filosofia umanitaria e generosa. Gentiluomo corretto senza rigidezza, ma gentiluomo in tutto, nella vita intima e nelle relazioni col mondo, aveva tenuto fede agli entusiasmi della sua gioventù, come un cavaliere antico alla sua dama, e quell'anima candida che gli scritti mercenari dicevano piena di chi sa quali indegne sozzure, era piena di vera, di ammiranda nobiltà.