Canti (Leopardi - Donati)/IX. Ultimo canto di Saffo: differenze tra le versioni
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{{opera
|NomeCognome=Giacomo Leopardi
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|NomePaginaOpera=
|AnnoPubblicazione=maggio 1822
|TitoloSezione=IX<br />Ultimo canto di Saffo
}}
{{capitolo
|CapitoloPrecedente=VIII - Inno ai Patriarchi o de' principii del genere umano
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Canti/Inno ai Patriarchi o de' principii del genere umano
|CapitoloSuccessivo=X - ''Il primo amore
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Canti/Il primo amore
}}
<poem>
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Virtù non luce in disadorno ammanto.
Morremo. Il velo indegno a terra sparto
Rifuggirà l'ignudo animo a Dite,
E il crudo fallo emenderà del cieco
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Visse nato mortal. Me non asperse
Del soave licor del doglio avaro
Giove, poi che
Della mia fanciullezza. Ogni più lieto{{R|65}}
Giorno di nostra età primo s'invola.
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Sperate palme e dilettosi errori,
Il Tartaro m'avanza; e il prode ingegno{{R|70}}
Han la tenaria Diva,
E l'atra notte, e la silente riva.
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▲{{Qualità testo|75%}}
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