Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/266: differenze tra le versioni

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<section begin="XII" />non era guardato dal popolo di mal occhio, e le donne passando gli sorridevano, e le vecchie si soffermavano accanto a una porticciuola a discorrere seco, e molti fantolini, de’ quali egli si compiaceva, gli correvano lietissimi attorno. Ammirava assai; ma ''più con gli occhiali, ''diceva egli, ''che col telescopio'': e disprezzava con taciturnità sì sdegnosa da far giusto e irreconciliabile il risentimento degli uomini dotti. Aveva per altro il compenso di non patire d’invidia, la quale in chi ammira e disprezza non trova mai luogo.<section end="XII" />


XIII. <section begin="XIII" />Insomma pareva uomo che essendosi in gioventù lasciato governare dall’indole sua naturale, s’accomodasse, ma senza fidarsene, alla prudenza mondana. E forse aveva più amore che stima per gli uomini; però non era orgoglioso nè umile. Parea verecondo, perchè non era nè ricco nè povero. Forse non era avido nè ambizioso, perciò parea libero. Quanto all’ingegno, non credo che la natura l’avesse moltissimo prediletto, nè poco. Ma l’aveva temprato in guisa da non potersi imbevere degli altrui insegnamenti; e quel tanto che produceva da sè, aveva certa novità che allettava, e la primitiva ruvidezza che offende. Quindi derivava in esso per<section end="XIII" /> avven-
non era guardato dal popolo di mal’ occhio, e le
donne passando gli sònideyano, e le vecchie si
soCfermaTano accanto a una porticciuola a
discorrere seco, e tutti i bambini, de’ quali egli si
compiaceva, gli correvano lietissimi attorno.
AmmiraTa assai: ma più con gli occhiali, diceva
egli, che col telescopio: e disprezzava con
taciturnità si sdegnosa da far giusto e
irreconciliabile il risentimento degli uomini dotti. Aveva
peraltro il compenso di non patire d’ invidia,
la quale, in chi ammira e disprezza non trova
mai luogo.

XIII. Insomma pareva uomo che essendosi in
gioventù lasciato governare dall’ indole sua natU"
rale, s’accomodasse, ma senza fidarsene, alla
prudenza mondana. E forse aveva più amore che
stima per gli uomini, però non era orgoglioso
né umile. Parea verecondo, perchè non era uè
ricco né povero. Forse non era avido né
ambizioso, perciò parea libero. Quanto all’ ingegno,
non credo che la natura l’avesse moltissimo
prediletto, né poco. Ma l’aveva temprato in guisa da
non potersi imbevere degli altrui insegnamenti;
e quel tanto che produceva da sé, aveva certa
novità che allettava, e la primitiva ruvidezza

che offende. Quindi derivava in esso per

ayvenai.