Orlando furioso (1928)/Canto 29: differenze tra le versioni

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{{opera
<small><<[[Autore:Ludovico Ariosto]]</small>
|NomeCognome=Ludovico Ariosto
{{Orlando Furioso}}
|TitoloOpera=Orlando Furioso
|NomePaginaOpera=Orlando Furioso
|AnnoPubblicazione=1532
|TitoloSezione=Canto 29
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{{capitolo
|CapitoloPrecedente=Canto 28
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<poem>
<span style="font-size:80%">1</span>&nbsp;&nbsp; O degli uomini inferma e instabil mente!
come siàn presti a variar disegno!
Tutti i pensier mutamo facilmente,
più quei che nascon d'amoroso sdegno.
Io vidi dianzi il Saracin sì ardente
contra le donne, e passar tanto il segno,
che non che spegner l'odio, ma pensai
che non dovesse intiepidirlo mai.
 
<span style="font-size:80%">2</span>&nbsp;&nbsp; Donne gentil, per quel ch'a biasmo vostro
'''1'''<br />
parlò contra il dover, sì offeso sono,
O degli uomini inferma e instabil mente!<br />
che sin che col suo mal non gli dimostro
come siàn presti a variar disegno!<br />
quanto abbia fatto error, non gli perdono.
Tutti i pensier mutamo facilmente,<br />
Io farò sì con penna e con inchiostro,
più quei che nascon d'amoroso sdegno.<br />
ch'ognun vedrà che gli era utile e buono
Io vidi dianzi il Saracin sì ardente<br />
aver taciuto, e mordersi anco poi
contra le donne, e passar tanto il segno,<br />
prima la lingua, che dir mal di voi.
che non che spegner l'odio, ma pensai<br />
 
che non dovesse intiepidirlo mai.<br />
<span style="font-size:80%">3</span>&nbsp;&nbsp; Ma che parlò come ignorante e sciocco,
'''2'''<br />
ve lo dimostra chiara esperienza.
Donne gentil, per quel ch'a biasmo vostro<br />
Incontra tutte trasse fuor lo stocco
parlò contra il dover, sì offeso sono,<br />
de l'ira, senza farvi differenza:
che sin che col suo mal non gli dimostro<br />
poi d'Issabella un sguardo sì l'ha tocco,
quanto abbia fatto error, non gli perdono.<br />
che subito gli fa mutar sentenza.
Io farò sì con penna e con inchiostro,<br />
Già in cambio di quell'altra la disia,
ch'ognun vedrà che gli era utile e buono<br />
l'ha vista a pena, e non sa ancor chi sia.
aver taciuto, e mordersi anco poi<br />
 
prima la lingua, che dir mal di voi.<br />
<span style="font-size:80%">4</span>&nbsp;&nbsp; E come il nuovo amor lo punge e scalda,
'''3'''<br />
muove alcune ragion di poco frutto,
Ma che parlò come ignorante e sciocco,<br />
per romper quella mente intera e salda
ve lo dimostra chiara esperienza.<br />
ch'ella avea fissa al Creator del tutto.
Incontra tutte trasse fuor lo stocco<br />
Ma l'eremita che l'è scudo e falda,
de l'ira, senza farvi differenza:<br />
perché il casto pensier non sia distrutto,
poi d'Issabella un sguardo sì l'ha tocco,<br />
con argumenti più validi e fermi,
che subito gli fa mutar sentenza.<br />
quanto più può, le fa ripari e schermi.
Già in cambio di quell'altra la disia,<br />
 
l'ha vista a pena, e non sa ancor chi sia.<br />
<span style="font-size:80%">5</span>&nbsp;&nbsp; Poi che l'empio pagan molto ha sofferto
'''4'''<br />
con lunga noia quel monaco audace,
E come il nuovo amor lo punge e scalda,<br />
e che gli ha detto invan ch'al suo deserto
muove alcune ragion di poco frutto,<br />
senza lei può tornar quando gli piace;
per romper quella mente intera e salda<br />
e che nuocer si vede a viso aperto,
ch'ella avea fissa al Creator del tutto.<br />
e che seco non vuol triegua né pace:
Ma l'eremita che l'è scudo e falda,<br />
la mano al mento con furor gli stese,
perché il casto pensier non sia distrutto,<br />
e tanto ne pelò, quanto ne prese.
con argumenti più validi e fermi,<br />
 
quanto più può, le fa ripari e schermi.<br />
<span style="font-size:80%">6</span>&nbsp;&nbsp; E sì crebbe la furia, che nel collo
'''5'''<br />
con man lo stringe a guisa di tanaglia;
Poi che l'empio pagan molto ha sofferto<br />
e poi ch'una e due volte raggirollo,
con lunga noia quel monaco audace,<br />
da sé per l'aria e verso il mar lo scaglia.
e che gli ha detto invan ch'al suo deserto<br />
Che n'avenisse, né dico né sollo:
senza lei può tornar quando gli piace;<br />
varia fama è di lui, né si raguaglia.
e che nuocer si vede a viso aperto,<br />
Dice alcun che sì rotto a un sasso resta,
e che seco non vuol triegua né pace:<br />
che 'l piè non si discerne da la testa;
la mano al mento con furor gli stese,<br />
 
e tanto ne pelò, quanto ne prese.<br />
<span style="font-size:80%">7</span>&nbsp;&nbsp; ed altri, ch'a cadere andò nel mare,
'''6'''<br />
ch'era più di tre miglia indi lontano,
E sì crebbe la furia, che nel collo<br />
e che morì per non saper notare,
con man lo stringe a guisa di tanaglia;<br />
fatti assai prieghi e orazioni invano;
e poi ch'una e due volte raggirollo,<br />
altri, ch'un santo lo venne aiutare,
da sé per l'aria e verso il mar lo scaglia.<br />
lo trasse al lito con visibil mano.
Che n'avenisse, né dico né sollo:<br />
Di queste, qual si vuol, la vera sia:
varia fama è di lui, né si raguaglia.<br />
di lui non parla più l'istoria mia.
Dice alcun che sì rotto a un sasso resta,<br />
 
che 'l piè non si discerne da la testa;<br />
<span style="font-size:80%">8</span>&nbsp;&nbsp; Rodomonte crudel, poi che levato
'''7'''<br />
s'ebbe da canto il garrulo eremita,
ed altri, ch'a cadere andò nel mare,<br />
si ritornò con viso men turbato
ch'era più di tre miglia indi lontano,<br />
verso la donna mesta e sbigottita;
e che morì per non saper notare,<br />
e col parlar ch'è fra gli amanti usato,
fatti assai prieghi e orazioni invano;<br />
dicea ch'era il suo core e la sua vita
altri, ch'un santo lo venne aiutare,<br />
e 'l suo conforto e la sua cara speme,
lo trasse al lito con visibil mano.<br />
ed altri nomi tai che vanno insieme.
Di queste, qual si vuol, la vera sia:<br />
 
di lui non parla più l'istoria mia.<br />
<span style="font-size:80%">9</span>&nbsp;&nbsp; E si mostrò sì costumato allora,
'''8'''<br />
che non le fece alcun segno di forza.
Rodomonte crudel, poi che levato<br />
Il sembiante gentil che l'innamora,
s'ebbe da canto il garrulo eremita,<br />
l'usato orgoglio in lui spegne ed ammorza:
si ritornò con viso men turbato<br />
e ben che 'l frutto trar ne possa fuora,
verso la donna mesta e sbigottita;<br />
passar non però vuole oltre a la scorza;
e col parlar ch'è fra gli amanti usato,<br />
che non gli par che potesse esser buono,
dicea ch'era il suo core e la sua vita<br />
quando da lei non lo accettasse in dono.
e 'l suo conforto e la sua cara speme,<br />
 
ed altri nomi tai che vanno insieme.<br />
<span style="font-size:80%">10</span> E così di disporre a poco a poco
'''9'''<br />
a' suoi piaceri Issabella credea.
E si mostrò sì costumato allora,<br />
Ella, che in sì solingo e strano loco,
che non le fece alcun segno di forza.<br />
qual topo in piede al gatto si vedea,
Il sembiante gentil che l'innamora,<br />
vorria trovarsi inanzi in mezzo il fuoco;
l'usato orgoglio in lui spegne ed ammorza:<br />
e seco tuttavolta rivolgea
e ben che 'l frutto trar ne possa fuora,<br />
s'alcun partito, alcuna via fosse atta
passar non però vuole oltre a la scorza;<br />
a trarla quindi immaculata e intatta.
che non gli par che potesse esser buono,<br />
 
quando da lei non lo accettasse in dono.<br />
<span style="font-size:80%">11</span> Fa ne l'animo suo proponimento
'''10'''<br />
di darsi con sua man prima la morte,
E così di disporre a poco a poco<br />
che 'l barbaro crudel n'abbia il suo intento,
a' suoi piaceri Issabella credea.<br />
e che le sia cagion d'errar sì forte
Ella, che in sì solingo e strano loco,<br />
contra quel cavallier ch'in braccio spento
qual topo in piede al gatto si vedea,<br />
l'avea crudele e dispietata sorte;
vorria trovarsi inanzi in mezzo il fuoco;<br />
a cui fatto have col pensier devoto
e seco tuttavolta rivolgea<br />
de la sua castità perpetuo voto.
s'alcun partito, alcuna via fosse atta<br />
 
a trarla quindi immaculata e intatta.<br />
<span style="font-size:80%">12</span> Crescer più sempre l'appetito cieco
'''11'''<br />
vede del re pagan, né sa che farsi.
Fa ne l'animo suo proponimento<br />
Ben sa che vuol venire all'atto bieco,
di darsi con sua man prima la morte,<br />
ove i contrasti suoi tutti fien scarsi.
che 'l barbaro crudel n'abbia il suo intento,<br />
Pur discorrendo molte cose seco,
e che le sia cagion d'errar sì forte<br />
il modo trovò al fin di ripararsi,
contra quel cavallier ch'in braccio spento<br />
e di salvar la castità sua, come
l'avea crudele e dispietata sorte;<br />
io vi dirò, con lungo e chiaro nome.
a cui fatto have col pensier devoto<br />
 
de la sua castità perpetuo voto.<br />
<span style="font-size:80%">13</span> Al brutto Saracin, che le venìa
'''12'''<br />
già contra con parole e con effetti
Crescer più sempre l'appetito cieco<br />
privi di tutta quella cortesia
vede del re pagan, né sa che farsi.<br />
che mostrata le avea ne' primi detti:
Ben sa che vuol venire all'atto bieco,<br />
- Se fate che con voi sicura io sia
ove i contrasti suoi tutti fien scarsi.<br />
del mio onor (disse) e ch'io non ne sospetti,
Pur discorrendo molte cose seco,<br />
cosa all'incontro vi darò, che molto
il modo trovò al fin di ripararsi,<br />
più vi varrà, ch'avermi l'onor tolto.
e di salvar la castità sua, come<br />
 
io vi dirò, con lungo e chiaro nome.<br />
<span style="font-size:80%">14</span> Per un piacer di sì poco momento,
'''13'''<br />
di che n'ha sì abondanza tutto 'l mondo,
Al brutto Saracin, che le venìa<br />
non disprezzate un perpetuo contento,
già contra con parole e con effetti<br />
un vero gaudio a nullo altro secondo.
privi di tutta quella cortesia<br />
Potrete tuttavia ritrovar cento
che mostrata le avea ne' primi detti:<br />
e mille donne di viso giocondo;
- Se fate che con voi sicura io sia<br />
ma chi vi possa dar questo mio dono,
del mio onor (disse) e ch'io non ne sospetti,<br />
nessuno al mondo, o pochi altri ci sono.
cosa all'incontro vi darò, che molto<br />
 
più vi varrà, ch'avermi l'onor tolto.<br />
<span style="font-size:80%">15</span> Ho notizia d'un'erba, e l'ho veduta
'''14'''<br />
venendo, e so dove trovarne appresso,
Per un piacer di sì poco momento,<br />
che bollita con elera e con ruta
di che n'ha sì abondanza tutto 'l mondo,<br />
ad un fuoco di legna di cipresso,
non disprezzate un perpetuo contento,<br />
e fra mano innocenti indi premuta,
un vero gaudio a nullo altro secondo.<br />
manda un liquor, che, chi si bagna d'esso
Potrete tuttavia ritrovar cento<br />
tre volte il corpo, in tal modo l'indura,
e mille donne di viso giocondo;<br />
che dal ferro e dal fuoco l'assicura.
ma chi vi possa dar questo mio dono,<br />
 
nessuno al mondo, o pochi altri ci sono.<br />
<span style="font-size:80%">16</span> Io dico, se tre volte se n'immolla,
'''15'''<br />
un mese invulnerabile si trova.
Ho notizia d'un'erba, e l'ho veduta<br />
Oprar conviensi ogni mese l'ampolla;
venendo, e so dove trovarne appresso,<br />
che sua virtù più termine non giova.
che bollita con elera e con ruta<br />
Io so far l'acqua, ed oggi ancor farolla,
ad un fuoco di legna di cipresso,<br />
ed oggi ancor voi ne vedrete prova:
e fra mano innocenti indi premuta,<br />
e vi può, s'io non fallo, esser più grata,
manda un liquor, che, chi si bagna d'esso<br />
che d'aver tutta Europa oggi acquistata.
tre volte il corpo, in tal modo l'indura,<br />
 
che dal ferro e dal fuoco l'assicura.<br />
<span style="font-size:80%">17</span> Da voi domando in guiderdon di questo,
'''16'''<br />
che su la fede vostra mi giuriate
Io dico, se tre volte se n'immolla,<br />
che né in detto né in opera molesto
un mese invulnerabile si trova.<br />
mai più sarete alla mia castitate. -
Oprar conviensi ogni mese l'ampolla;<br />
Così dicendo, Rodomonte onesto
che sua virtù più termine non giova.<br />
fe' ritornar; ch'in tanta voluntate
Io so far l'acqua, ed oggi ancor farolla,<br />
venne ch'inviolabil si facesse,
ed oggi ancor voi ne vedrete prova:<br />
che più ch'ella non disse, le promesse:
e vi può, s'io non fallo, esser più grata,<br />
 
che d'aver tutta Europa oggi acquistata.<br />
<span style="font-size:80%">18</span> e servaralle fin che vegga fatto
'''17'''<br />
de la mirabil acqua esperienza;
Da voi domando in guiderdon di questo,<br />
e sforzerasse intanto a non fare atto,
che su la fede vostra mi giuriate<br />
a non far segno alcun di violenza.
che né in detto né in opera molesto<br />
Ma pensa poi di non tenere il patto,
mai più sarete alla mia castitate. -<br />
perché non ha timor né riverenza
Così dicendo, Rodomonte onesto<br />
di Dio o di santi; e nel mancar di fede
fe' ritornar; ch'in tanta voluntate<br />
tutta a lui la bugiarda Africa cede.
venne ch'inviolabil si facesse,<br />
 
che più ch'ella non disse, le promesse:<br />
<span style="font-size:80%">19</span> Ad Issabella il re d'Algier scongiuri
'''18'''<br />
di non la molestar fe' più di mille,
e servaralle fin che vegga fatto<br />
pur ch'essa lavorar l'acqua procuri,
de la mirabil acqua esperienza;<br />
che far lo può qual fu già Cigno e Achille.
e sforzerasse intanto a non fare atto,<br />
Ella per balze e per valloni oscuri
a non far segno alcun di violenza.<br />
da le città lontana e da le ville
Ma pensa poi di non tenere il patto,<br />
ricoglie di molte erbe; e il Saracino
perché non ha timor né riverenza<br />
non l'abandona, e l'è sempre vicino.
di Dio o di santi; e nel mancar di fede<br />
 
tutta a lui la bugiarda Africa cede.<br />
<span style="font-size:80%">20</span> Poi ch'in più parti quant'era a bastanza
'''19'''<br />
colson de l'erbe e con radici e senza,
Ad Issabella il re d'Algier scongiuri<br />
tardi si ritornaro alla lor stanza;
di non la molestar fe' più di mille,<br />
dove quel paragon di continenza
pur ch'essa lavorar l'acqua procuri,<br />
tutta la notte spende, che l'avanza,
che far lo può qual fu già Cigno e Achille.<br />
a bollir erbe con molta avertenza:
Ella per balze e per valloni oscuri<br />
e a tutta l'opra e a tutti quei misteri
da le città lontana e da le ville<br />
si trova ognor presente il re d'Algieri.
ricoglie di molte erbe; e il Saracino<br />
 
non l'abandona, e l'è sempre vicino.<br />
<span style="font-size:80%">21</span> Che producendo quella notte in giuoco
'''20'''<br />
con quelli pochi servi ch'eran seco,
Poi ch'in più parti quant'era a bastanza<br />
sentia, per lo calor del vicin fuoco
colson de l'erbe e con radici e senza,<br />
ch'era rinchiuso in quello angusto speco,
tardi si ritornaro alla lor stanza;<br />
tal sete, che bevendo or molto or poco,
dove quel paragon di continenza<br />
duo baril votar pieni di greco,
tutta la notte spende, che l'avanza,<br />
ch'aveano tolto uno o duo giorni inanti
a bollir erbe con molta avertenza:<br />
i suoi scudieri a certi viandanti.
e a tutta l'opra e a tutti quei misteri<br />
 
si trova ognor presente il re d'Algieri.<br />
<span style="font-size:80%">22</span> Non era Rodomonte usato al vino,
'''21'''<br />
perché la legge sua lo vieta e danna:
Che producendo quella notte in giuoco<br />
e poi che lo gustò, liquor divino
con quelli pochi servi ch'eran seco,<br />
gli par, miglior che 'l nettare o la manna;
sentia, per lo calor del vicin fuoco<br />
e riprendendo il rito saracino,
ch'era rinchiuso in quello angusto speco,<br />
gran tazze e pieni fiaschi ne tracanna.
tal sete, che bevendo or molto or poco,<br />
Fece il buon vino, ch'andò spesso intorno,
duo baril votar pieni di greco,<br />
girare il capo a tutti come un torno.
ch'aveano tolto uno o duo giorni inanti<br />
 
i suoi scudieri a certi viandanti.<br />
<span style="font-size:80%">23</span> La donna in questo mezzo la caldaia
'''22'''<br />
dal fuoco tolse, ove quell'erbe cosse;
Non era Rodomonte usato al vino,<br />
e disse a Rodomonte: - Acciò che paia
perché la legge sua lo vieta e danna:<br />
che mie parole al vento non ho mosse,
e poi che lo gustò, liquor divino<br />
gli par, miglior quella che 'l nettarever oda la manna;<brbugia />dispaia,
e che può dotte far le genti grosse,
e riprendendo il rito saracino,<br />
te ne farò l'esperienza ancora,
gran tazze e pieni fiaschi ne tracanna.<br />
non ne l'altrui, ma nel mio corpo or ora.
Fece il buon vino, ch'andò spesso intorno,<br />
 
girare il capo a tutti come un torno.<br />
<span style="font-size:80%">24</span> Io voglio a far il saggio esser la prima
'''23'''<br />
del felice liquor di virtù pieno,
La donna in questo mezzo la caldaia<br />
acciò tu forse non facessi stima
dal fuoco tolse, ove quell'erbe cosse;<br />
che ci fosse mortifero veneno.
e disse a Rodomonte: - Acciò che paia<br />
Di questo bagnerommi da la cima
che mie parole al vento non ho mosse,<br />
del capo giù pel collo e per lo seno:
quella che 'l ver da la bugia dispaia,<br />
tu poi tua forza in me prova e tua spada,
e che può dotte far le genti grosse,<br />
se questo abbia vigor, se quella rada.-
te ne farò l'esperienza ancora,<br />
 
non ne l'altrui, ma nel mio corpo or ora.<br />
<span style="font-size:80%">25</span> Bagnossi, come disse, e lieta porse
'''24'''<br />
all'incauto pagano il collo ignudo,
Io voglio a far il saggio esser la prima<br />
incauto, e vinto anco dal vino forse,
del felice liquor di virtù pieno,<br />
incontra a cui non vale elmo né scudo.
acciò tu forse non facessi stima<br />
Quel uom bestial le prestò fede, e scorse
che ci fosse mortifero veneno.<br />
sì con la mano e sì col ferro crudo,
Di questo bagnerommi da la cima<br />
che del bel capo, già d'Amore albergo,
del capo giù pel collo e per lo seno:<br />
fe' tronco rimanere il petto e il tergo.
tu poi tua forza in me prova e tua spada,<br />
 
se questo abbia vigor, se quella rada.-<br />
<span style="font-size:80%">26</span> Quel fe' tre balzi; e funne udita chiara
'''25'''<br />
voce, ch'uscendo nominò Zerbino,
Bagnossi, come disse, e lieta porse<br />
per cui seguire ella trovò sì rara
all'incauto pagano il collo ignudo,<br />
via di fuggir di man del Saracino.
incauto, e vinto anco dal vino forse,<br />
Alma, ch'avesti più la fede cara,
incontra a cui non vale elmo né scudo.<br />
e 'l nome quasi ignoto e peregrino
Quel uom bestial le prestò fede, e scorse<br />
al tempo nostro, de la castitade,
sì con la mano e sì col ferro crudo,<br />
che la tua vita e la tua verde etade,
che del bel capo, già d'Amore albergo,<br />
 
fe' tronco rimanere il petto e il tergo.<br />
<span style="font-size:80%">27</span> vattene in pace, alma beata e bella!
'''26'''<br />
Così i miei versi avesson forza, come
Quel fe' tre balzi; e funne udita chiara<br />
ben m'affaticherei con tutta quella
voce, ch'uscendo nominò Zerbino,<br />
arte che tanto il parlar orna e come,
per cui seguire ella trovò sì rara<br />
perché mille e mill'anni e più, novella
via di fuggir di man del Saracino.<br />
sentisse il mondo del tuo chiaro nome.
Alma, ch'avesti più la fede cara,<br />
Vattene in pace alla superna sede,
e 'l nome quasi ignoto e peregrino<br />
e lascia all'altre esempio di tua fede.
al tempo nostro, de la castitade,<br />
 
che la tua vita e la tua verde etade,<br />
<span style="font-size:80%">28</span> All'atto incomparabile e stupendo,
'''27'''<br />
dal cielo il Creator giù gli occhi volse,
vattene in pace, alma beata e bella!<br />
e disse: - Più di quella ti commendo,
Così i miei versi avesson forza, come<br />
la cui morte a Tarquinio il regno tolse;
ben m'affaticherei con tutta quella<br />
e per questo una legge fare intendo
arte che tanto il parlar orna e come,<br />
tra quelle mie, che mai tempo non sciolse,
perché mille e mill'anni e più, novella<br />
la qual per le inviolabil'acque giuro
sentisse il mondo del tuo chiaro nome.<br />
che non muterà seculo futuro.
Vattene in pace alla superna sede,<br />
 
e lascia all'altre esempio di tua fede.<br />
<span style="font-size:80%">29</span> Per l'avvenir vo' che ciascuna ch'aggia
'''28'''<br />
il nome tuo, sia di sublime ingegno,
All'atto incomparabile e stupendo,<br />
e sia bella, gentil, cortese e saggia,
dal cielo il Creator giù gli occhi volse,<br />
e di vera onestade arrivi al segno:
e disse: - Più di quella ti commendo,<br />
onde materia agli scrittori caggia
la cui morte a Tarquinio il regno tolse;<br />
di celebrare il nome inclito e degno;
e per questo una legge fare intendo<br />
tal che Parnasso, Pindo ed Elicone
tra quelle mie, che mai tempo non sciolse,<br />
sempre Issabella, Issabella risuone. -
la qual per le inviolabil'acque giuro<br />
 
che non muterà seculo futuro.<br />
<span style="font-size:80%">30</span> Dio così disse, e fe' serena intorno
'''29'''<br />
l'aria, e tranquillo il mar più che mai fusse.
Per l'avvenir vo' che ciascuna ch'aggia<br />
Fe' l'alma casta al terzo ciel ritorno,
il nome tuo, sia di sublime ingegno,<br />
e in braccio al suo Zerbin si ricondusse.
e sia bella, gentil, cortese e saggia,<br />
Rimase in terra con vergogna e scorno
e di vera onestade arrivi al segno:<br />
quel fier senza pietà nuovo Breusse;
onde materia agli scrittori caggia<br />
che poi che 'l troppo vino ebbe digesto,
di celebrare il nome inclito e degno;<br />
biasmò il suo errore, e ne restò funesto.
tal che Parnasso, Pindo ed Elicone<br />
 
sempre Issabella, Issabella risuone. -<br />
<span style="font-size:80%">31</span> Placare o in parte satisfar pensosse
'''30'''<br />
a l'anima beata d'Issabella,
Dio così disse, e fe' serena intorno<br />
se, poi ch'a morte il corpo le percosse,
l'aria, e tranquillo il mar più che mai fusse.<br />
desse almen vita alla memoria d'ella.
Fe' l'alma casta al terzo ciel ritorno,<br />
Trovò per mezzo, acciò che così fosse,
e in braccio al suo Zerbin si ricondusse.<br />
di convertirle quella chiesa, quella
Rimase in terra con vergogna e scorno<br />
dove abitava e dove ella fu uccisa,
quel fier senza pietà nuovo Breusse;<br />
in un sepolcro; e vi dirò in che guisa.
che poi che 'l troppo vino ebbe digesto,<br />
 
biasmò il suo errore, e ne restò funesto.<br />
<span style="font-size:80%">32</span> Di tutti i lochi intorno fa venire
'''31'''<br />
mastri, chi per amore e chi per tema;
Placare o in parte satisfar pensosse<br />
e fatto ben seimila uomini unire,
a l'anima beata d'Issabella,<br />
de' gravi sassi i vicin monti scema,
se, poi ch'a morte il corpo le percosse,<br />
e ne fa una gran massa stabilire,
desse almen vita alla memoria d'ella.<br />
che da la cima era alla parte estrema
Trovò per mezzo, acciò che così fosse,<br />
novanta braccia; e vi rinchiude dentro
di convertirle quella chiesa, quella<br />
la chiesa, che i duo amanti have nel centro.
dove abitava e dove ella fu uccisa,<br />
 
in un sepolcro; e vi dirò in che guisa.<br />
<span style="font-size:80%">33</span> Imita quasi la superba mole
'''32'''<br />
che fe' Adriano all'onda tiberina.
Di tutti i lochi intorno fa venire<br />
Presso al sepolcro una torre alta vuole;
mastri, chi per amore e chi per tema;<br />
ch'abitarvi alcun tempo si destina.
e fatto ben seimila uomini unire,<br />
Un ponte stretto e di due braccia sole
de' gravi sassi i vicin monti scema,<br />
fece su l'acqua che correa vicina.
e ne fa una gran massa stabilire,<br />
Lungo il ponte, ma largo era sì poco,
che da la cima era alla parte estrema<br />
che dava a pena a duo cavalli loco;
novanta braccia; e vi rinchiude dentro<br />
 
la chiesa, che i duo amanti have nel centro.<br />
<span style="font-size:80%">34</span> a duo cavalli che venuti a paro,
'''33'''<br />
o ch'insieme si fossero scontrati:
Imita quasi la superba mole<br />
e non avea né sponda né riparo,
che fe' Adriano all'onda tiberina.<br />
e si potea cader da tutti i lati.
Presso al sepolcro una torre alta vuole;<br />
Il passar quindi vuol che costi caro
ch'abitarvi alcun tempo si destina.<br />
a guerrieri o pagani o battezzati;
Un ponte stretto e di due braccia sole<br />
che de le spoglie lor mille trofei
fece su l'acqua che correa vicina.<br />
promette al cimiterio di costei.
Lungo il ponte, ma largo era sì poco,<br />
 
che dava a pena a duo cavalli loco;<br />
<span style="font-size:80%">35</span> In dieci giorni e in manco fu perfetta
'''34'''<br />
l'opra del ponticel che passa il fiume;
a duo cavalli che venuti a paro,<br />
ma non fu già il sepolcro così in fretta,
o ch'insieme si fossero scontrati:<br />
né la torre condutta al suo cacume:
e non avea né sponda né riparo,<br />
pur fu levata sì, ch'alla veletta
e si potea cader da tutti i lati.<br />
starvi in cima una guardia avea costume,
Il passar quindi vuol che costi caro<br />
che d'ogni cavallier che venìa al ponte,
a guerrieri o pagani o battezzati;<br />
col corno facea segno a Rodomonte.
che de le spoglie lor mille trofei<br />
 
promette al cimiterio di costei.<br />
<span style="font-size:80%">36</span> E quel s'armava, e se gli venìa a opporre
'''35'''<br />
ora su l'una, ora su l'altra riva;
In dieci giorni e in manco fu perfetta<br />
che se 'l guerrier venìa di vêr la torre,
l'opra del ponticel che passa il fiume;<br />
su l'altra proda il re d' Algier veniva.
ma non fu già il sepolcro così in fretta,<br />
Il ponticello è il campo ove si corre;
né la torre condutta al suo cacume:<br />
e se 'l destrier poco del segno usciva,
pur fu levata sì, ch'alla veletta<br />
cadea nel fiume, ch'alto era e profondo:
starvi in cima una guardia avea costume,<br />
ugual periglio a quel non avea il mondo.
che d'ogni cavallier che venìa al ponte,<br />
 
col corno facea segno a Rodomonte.<br />
<span style="font-size:80%">37</span> Aveasi imaginato il Saracino,
'''36'''<br />
che, per gir spesso a rischio di cadere
E quel s'armava, e se gli venìa a opporre<br />
dal ponticel nel fiume a capo chino,
ora su l'una, ora su l'altra riva;<br />
dove gli converria molt'acqua bere,
che se 'l guerrier venìa di vêr la torre,<br />
del fallo a che l'indusse il troppo vino,
su l'altra proda il re d' Algier veniva.<br />
dovesse netto e mondo rimanere;
Il ponticello è il campo ove si corre;<br />
come l'acqua, non men che 'l vino, estingua
e se 'l destrier poco del segno usciva,<br />
l'error che fa pel vino o mano o lingua.
cadea nel fiume, ch'alto era e profondo:<br />
 
ugual periglio a quel non avea il mondo.<br />
<span style="font-size:80%">38</span> Molti fra pochi dì vi capitaro:
'''37'''<br />
alcuni la via dritta vi condusse,
Aveasi imaginato il Saracino,<br />
ch'a quei che verso Italia o Spagna andaro
che, per gir spesso a rischio di cadere<br />
altra non era che più trita fusse;
dal ponticel nel fiume a capo chino,<br />
altri l'ardire, e, più che vita caro,
dove gli converria molt'acqua bere,<br />
l'onore, a farvi di sé prova indusse.
del fallo a che l'indusse il troppo vino,<br />
E tutti, ove acquistar credean la palma,
dovesse netto e mondo rimanere;<br />
lasciavan l'arme, e molti insieme l'alma.
come l'acqua, non men che 'l vino, estingua<br />
 
l'error che fa pel vino o mano o lingua.<br />
<span style="font-size:80%">39</span> Di quelli ch'abbattea, s'eran pagani,
'''38'''<br />
si contentava d'aver spoglie ed armi;
Molti fra pochi dì vi capitaro:<br />
e di chi prima furo, i nomi piani
alcuni la via dritta vi condusse,<br />
vi facea sopra, e sospendeale ai marmi:
ch'a quei che verso Italia o Spagna andaro<br />
ma ritenea in prigion tutti i cristiani;
altra non era che più trita fusse;<br />
e che in Algier poi li mandasse parmi.
altri l'ardire, e, più che vita caro,<br />
Finita ancor non era l'opra, quando
l'onore, a farvi di sé prova indusse.<br />
vi venne a capitare il pazzo Orlando.
E tutti, ove acquistar credean la palma,<br />
 
lasciavan l'arme, e molti insieme l'alma.<br />
<span style="font-size:80%">40</span> A caso venne il furioso conte
'''39'''<br />
a capitar su questa gran riviera,
Di quelli ch'abbattea, s'eran pagani,<br />
dove, come io vi dico, Rodomonte
si contentava d'aver spoglie ed armi;<br />
fare in fretta facea, né finito era
e di chi prima furo, i nomi piani<br />
la torre né il sepolcro, e a pena il ponte:
vi facea sopra, e sospendeale ai marmi:<br />
e di tutte arme, fuor che di visiera,
ma ritenea in prigion tutti i cristiani;<br />
a quell'ora il pagan si trovò in punto,
e che in Algier poi li mandasse parmi.<br />
ch'Orlando al fiume e al ponte è sopragiunto.
Finita ancor non era l'opra, quando<br />
 
vi venne a capitare il pazzo Orlando.<br />
<span style="font-size:80%">41</span> Orlando (come il suo furor lo caccia)
'''40'''<br />
salta la sbarra e sopra il ponte corre.
A caso venne il furioso conte<br />
Ma Rodomonte con turbata faccia,
a capitar su questa gran riviera,<br />
a piè, com'era inanzi a la gran torre,
dove, come io vi dico, Rodomonte<br />
gli grida di lontano e gli minaccia,
fare in fretta facea, né finito era<br />
la torre ilse sepolcro,gli edegna acon penala ilspada ponteopporre:<br />
Indiscreto villan, ferma le piante,
e di tutte arme, fuor che di visiera,<br />
temerario, importuno ed arrogante!
a quell'ora il pagan si trovò in punto,<br />
 
ch'Orlando al fiume e al ponte è sopragiunto.<br />
<span style="font-size:80%">42</span> Sol per signori e cavallieri è fatto
'''41'''<br />
il ponte, non per te, bestia balorda. -
Orlando (come il suo furor lo caccia)<br />
Orlando, ch'era in gran pensier distratto,
salta la sbarra e sopra il ponte corre.<br />
vien pur inanzi e fa l'orecchia sorda.
Ma Rodomonte con turbata faccia,<br />
- Bisogna ch'io castighi questo matto -
a piè, com'era inanzi a la gran torre,<br />
disse il pagano; e con la voglia ingorda
gli grida di lontano e gli minaccia,<br />
venìa per traboccarlo giù ne l'onda,
né se gli degna con la spada opporre:<br />
non pensando trovar chi gli risponda.
Indiscreto villan, ferma le piante,<br />
 
temerario, importuno ed arrogante!<br />
<span style="font-size:80%">43</span> In questo tempo una gentil donzella,
'''42'''<br />
per passar sovra il ponte, al fiume arriva,
Sol per signori e cavallieri è fatto<br />
leggiadramente ornata e in viso bella,
il ponte, non per te, bestia balorda. -<br />
e nei sembianti accortamente schiva.
Orlando, ch'era in gran pensier distratto,<br />
Era (se vi ricorda, Signor) quella
vien pur inanzi e fa l'orecchia sorda.<br />
che per ogni altra via cercando giva
- Bisogna ch'io castighi questo matto -<br />
di Brandimarte, il suo amator, vestigi,
disse il pagano; e con la voglia ingorda<br />
fuor che, dove era, dentro da Parigi.
venìa per traboccarlo giù ne l'onda,<br />
 
non pensando trovar chi gli risponda.<br />
<span style="font-size:80%">44</span> Ne l'arrivar di Fiordiligi al ponte
'''43'''<br />
In questo tempo una gentil (che così la donzella,<br />nomata era),
Orlando s'attaccò con Rodomonte
per passar sovra il ponte, al fiume arriva,<br />
che lo volea gittar ne la riviera.
leggiadramente ornata e in viso bella,<br />
La donna, ch'avea pratica del conte,
e nei sembianti accortamente schiva.<br />
subito n'ebbe conoscenza vera:
Era (se vi ricorda, Signor) quella<br />
e restò d'alta maraviglia piena,
che per ogni altra via cercando giva<br />
de la follia che così nudo il mena.
di Brandimarte, il suo amator, vestigi,<br />
 
fuor che, dove era, dentro da Parigi.<br />
<span style="font-size:80%">45</span> Fermasi a riguardar che fine avere
'''44'''<br />
debba il furor dei duo tanti possenti.
Ne l'arrivar di Fiordiligi al ponte<br />
Per far del ponte l'un l'altro cadere
(che così la donzella nomata era),<br />
a por tutta lor forza sono intenti.
Orlando s'attaccò con Rodomonte<br />
- Come è ch'un pazzo debba sì valere? -
che lo volea gittar ne la riviera.<br />
seco il fiero pagan dice tra' denti;
La donna, ch'avea pratica del conte,<br />
e qua e là si volge e si raggira,
subito n'ebbe conoscenza vera:<br />
pieno di sdegno e di superbia e d'ira.
e restò d'alta maraviglia piena,<br />
 
de la follia che così nudo il mena.<br />
<span style="font-size:80%">46</span> Con l'una e l'altra man va ricercando
'''45'''<br />
far nuova presa, ove il suo meglio vede;
Fermasi a riguardar che fine avere<br />
or tra le gambe, or fuor gli pone, quando
debba il furor dei duo tanti possenti.<br />
con arte il destro, e quando il manco piede.
Per far del ponte l'un l'altro cadere<br />
Simiglia Rodomonte intorno a Orlando
a por tutta lor forza sono intenti.<br />
lo stolido orso che sveller si crede
- Come è ch'un pazzo debba sì valere? -<br />
l'arbor onde è caduto; e come n'abbia
seco il fiero pagan dice tra' denti;<br />
quello ogni colpa, odio gli porta e rabbia.
e qua e là si volge e si raggira,<br />
 
pieno di sdegno e di superbia e d'ira.<br />
<span style="font-size:80%">47</span> Orlando, che l'ingegno avea sommerso,
'''46'''<br />
io non so dove, e sol la forza usava,
Con l'una e l'altra man va ricercando<br />
l'estrema forza a cui per l'universo
far nuova presa, ove il suo meglio vede;<br />
nessuno o raro paragon si dava,
or tra le gambe, or fuor gli pone, quando<br />
cader del ponte si lasciò riverso
con arte il destro, e quando il manco piede.<br />
col pagano abbracciato come stava.
Simiglia Rodomonte intorno a Orlando<br />
Cadon nel fiume e vanno al fondo insieme:
lo stolido orso che sveller si crede<br />
ne salta in aria l'onda, e il lito geme.
l'arbor onde è caduto; e come n'abbia<br />
 
quello ogni colpa, odio gli porta e rabbia.<br />
<span style="font-size:80%">48</span> L'acqua gli fece distaccare in fretta.
'''47'''<br />
Orlando è nudo, e nuota com'un pesce:
Orlando, che l'ingegno avea sommerso,<br />
di qua le braccia, e di là i piedi getta,
io non so dove, e sol la forza usava,<br />
e viene a proda; e come di fuor esce,
l'estrema forza a cui per l'universo<br />
correndo va, né per mirare aspetta,
nessuno o raro paragon si dava,<br />
se in biasmo o in loda questo gli riesce.
cader del ponte si lasciò riverso<br />
Ma il pagan, che da l'arme era impedito,
col pagano abbracciato come stava.<br />
tornò più tardo e con più affanno al lito.
Cadon nel fiume e vanno al fondo insieme:<br />
 
ne salta in aria l'onda, e il lito geme.<br />
<span style="font-size:80%">49</span> Sicuramente Fiordiligi intanto
'''48'''<br />
avea passato il ponte e la riviera;
L'acqua gli fece distaccare in fretta.<br />
e guardato il sepolcro in ogni canto,
Orlando è nudo, e nuota com'un pesce:<br />
se del suo Brandimarte insegna v'era,
di qua le braccia, e di là i piedi getta,<br />
poi che né l'arme sue vede né il manto,
e viene a proda; e come di fuor esce,<br />
di ritrovarlo in altra parte spera.
correndo va, né per mirare aspetta,<br />
Ma ritorniamo a ragionar del conte,
se in biasmo o in loda questo gli riesce.<br />
che lascia a dietro e torre e fiume e ponte.
Ma il pagan, che da l'arme era impedito,<br />
 
tornò più tardo e con più affanno al lito.<br />
<span style="font-size:80%">50</span> Pazzia sarà, se le pazzie d'Orlando
'''49'''<br />
prometto raccontarvi ad una ad una;
Sicuramente Fiordiligi intanto<br />
che tante e tante fur, ch'io non so quando
avea passato il ponte e la riviera;<br />
finir: ma ve n'andrò scegliendo alcuna
e guardato il sepolcro in ogni canto,<br />
solenne ed atta da narrar cantando,
se del suo Brandimarte insegna v'era,<br />
e ch'all'istoria mi parrà oportuna;
poi che né l'arme sue vede né il manto,<br />
né quella tacerò miraculosa,
di ritrovarlo in altra parte spera.<br />
che fu nei Pirenei sopra Tolosa.
Ma ritorniamo a ragionar del conte,<br />
 
che lascia a dietro e torre e fiume e ponte.<br />
<span style="font-size:80%">51</span> Trascorso avea molto paese il conte,
'''50'''<br />
come dal grave suo furor fu spinto;
Pazzia sarà, se le pazzie d'Orlando<br />
ed al fin capitò sopra quel monte
prometto raccontarvi ad una ad una;<br />
per cui dal Franco è il Tarracon distinto;
che tante e tante fur, ch'io non so quando<br />
tenendo tuttavia volta la fronte
finir: ma ve n'andrò scegliendo alcuna<br />
verso là dove il sol ne viene estinto:
solenne ed atta da narrar cantando,<br />
e quivi giunse in uno angusto calle,
e ch'all'istoria mi parrà oportuna;<br />
che pendea sopra una profonda valle.
né quella tacerò miraculosa,<br />
 
che fu nei Pirenei sopra Tolosa.<br />
<span style="font-size:80%">52</span> Si vennero a incontrar con esso al varco
'''51'''<br />
duo boscherecci gioveni, ch'inante
Trascorso avea molto paese il conte,<br />
avean di legna un loro asino carco;
come dal grave suo furor fu spinto;<br />
e perché ben s'accorsero al sembiante,
ed al fin capitò sopra quel monte<br />
ch'avea di cervel sano il capo scarco,
per cui dal Franco è il Tarracon distinto;<br />
gli gridano con voce minacciante,
tenendo tuttavia volta la fronte<br />
o ch'a dietro o da parte se ne vada,
verso là dove il sol ne viene estinto:<br />
e che si levi di mezzo la strada.
e quivi giunse in uno angusto calle,<br />
 
che pendea sopra una profonda valle.<br />
<span style="font-size:80%">53</span> Orlando non risponde altro a quel detto,
'''52'''<br />
se non che con furor tira d'un piede,
Si vennero a incontrar con esso al varco<br />
e giunge a punto l'asino nel petto
duo boscherecci gioveni, ch'inante<br />
con quella forza che tutte altre eccede;
avean di legna un loro asino carco;<br />
ed alto il leva, sì, ch'uno augelletto
e perché ben s'accorsero al sembiante,<br />
che voli in aria, sembra a chi lo vede.
ch'avea di cervel sano il capo scarco,<br />
Quel va a cadere alla cima d'un colle,
gli gridano con voce minacciante,<br />
ch'un miglio oltre la valle il giogo estolle.
o ch'a dietro o da parte se ne vada,<br />
 
e che si levi di mezzo la strada.<br />
<span style="font-size:80%">54</span> Indi verso i duo gioveni s'aventa,
'''53'''<br />
dei quali un, più che senno, ebbe aventura,
Orlando non risponde altro a quel detto,<br />
che da la balza, che due volte trenta
se non che con furor tira d'un piede,<br />
braccia cadea, si gittò per paura.
e giunge a punto l'asino nel petto<br />
A mezzo il tratto trovò molle e lenta
con quella forza che tutte altre eccede;<br />
una macchia di rubi e di verzura,
ed alto il leva, sì, ch'uno augelletto<br />
a cui bastò graffiargli un poco il volto:
che voli in aria, sembra a chi lo vede.<br />
del resto lo mandò libero e sciolto.
Quel va a cadere alla cima d'un colle,<br />
 
ch'un miglio oltre la valle il giogo estolle.<br />
<span style="font-size:80%">55</span> L'altro s'attacca ad un scheggion ch'usciva
'''54'''<br />
fuor de la roccia, per salirvi sopra;
Indi verso i duo gioveni s'aventa,<br />
perché si spera, s'alla cima arriva,
dei quali un, più che senno, ebbe aventura,<br />
di trovar via che dal pazzo lo cuopra.
che da la balza, che due volte trenta<br />
Ma quel nei piedi (che non vuol che viva)
braccia cadea, si gittò per paura.<br />
lo piglia, mentre di salir s'adopra:
A mezzo il tratto trovò molle e lenta<br />
e quanto più sbarrar puote le braccia,
una macchia di rubi e di verzura,<br />
le sbarra sì, ch'in duo pezzi lo straccia;
a cui bastò graffiargli un poco il volto:<br />
 
del resto lo mandò libero e sciolto.<br />
<span style="font-size:80%">56</span> a quella guisa che veggiàn talora
'''55'''<br />
farsi d'uno aeron, farsi d'un pollo,
L'altro s'attacca ad un scheggion ch'usciva<br />
quando si vuol de le calde interiora
fuor de la roccia, per salirvi sopra;<br />
che falcone o ch'astor resti satollo.
perché si spera, s'alla cima arriva,<br />
Quanto è bene accaduto che non muora
di trovar via che dal pazzo lo cuopra.<br />
quel che fu a risco di fiaccarsi il collo!
Ma quel nei piedi (che non vuol che viva)<br />
ch'ad altri poi questo miracol disse,
lo piglia, mentre di salir s'adopra:<br />
sì che l'udì Turpino, e a noi lo scrisse.
e quanto più sbarrar puote le braccia,<br />
 
le sbarra sì, ch'in duo pezzi lo straccia;<br />
<span style="font-size:80%">57</span> E queste ed altre assai cose stupende
'''56'''<br />
fece nel traversar de la montagna.
a quella guisa che veggiàn talora<br />
Dopo molto cercare, al fin discende
farsi d'uno aeron, farsi d'un pollo,<br />
verso meriggie alla terra di Spagna;
quando si vuol de le calde interiora<br />
e lungo la marina il camin prende,
che falcone o ch'astor resti satollo.<br />
ch'intorno a Taracona il lito bagna:
Quanto è bene accaduto che non muora<br />
e come vuol la furia che lo mena,
quel che fu a risco di fiaccarsi il collo!<br />
pensa farsi uno albergo in quella arena,
ch'ad altri poi questo miracol disse,<br />
 
sì che l'udì Turpino, e a noi lo scrisse.<br />
<span style="font-size:80%">58</span> dove dal sole alquanto si ricuopra;
'''57'''<br />
e nel sabbion si caccia arrido e trito.
E queste ed altre assai cose stupende<br />
Stando così, gli venne a caso sopra
fece nel traversar de la montagna.<br />
Angelica la bella e il suo marito,
Dopo molto cercare, al fin discende<br />
ch'eran (sì come io vi narrai di sopra)
verso meriggie alla terra di Spagna;<br />
scesi dai monti in su l'ispano lito.
e lungo la marina il camin prende,<br />
A men d'un braccio ella gli giunse appresso,
ch'intorno a Taracona il lito bagna:<br />
perché non s'era accorta ancora d'esso.
e come vuol la furia che lo mena,<br />
 
pensa farsi uno albergo in quella arena,<br />
<span style="font-size:80%">59</span> Che fosse Orlando, nulla le soviene:
'''58'''<br />
troppo è diverso da quel ch'esser suole.
dove dal sole alquanto si ricuopra;<br />
Da indi in qua che quel furor lo tiene,
e nel sabbion si caccia arrido e trito.<br />
è sempre andato nudo all'ombra e al sole:
Stando così, gli venne a caso sopra<br />
se fosse nato all'aprica Siene,
Angelica la bella e il suo marito,<br />
o dove Ammone il Garamante cole,
ch'eran (sì come io vi narrai di sopra)<br />
o presso ai monti onde il gran Nilo spiccia,
scesi dai monti in su l'ispano lito.<br />
non dovrebbe la carne aver più arsiccia.
A men d'un braccio ella gli giunse appresso,<br />
 
perché non s'era accorta ancora d'esso.<br />
<span style="font-size:80%">60</span> Quasi ascosi avea gli occhi ne la testa,
'''59'''<br />
la faccia macra, e come un osso asciutta,
Che fosse Orlando, nulla le soviene:<br />
la chioma rabuffata, orrida e mesta,
troppo è diverso da quel ch'esser suole.<br />
la barba folta, spaventosa e brutta.
Da indi in qua che quel furor lo tiene,<br />
Non più a vederlo Angelica fu presta,
è sempre andato nudo all'ombra e al sole:<br />
che fosse a ritornar, tremando tutta:
se fosse nato all'aprica Siene,<br />
tutta tremando, e empiendo il ciel di grida,
o dove Ammone il Garamante cole,<br />
si volse per aiuto alla sua guida.
o presso ai monti onde il gran Nilo spiccia,<br />
 
non dovrebbe la carne aver più arsiccia.<br />
<span style="font-size:80%">61</span> Come di lei s'accorse Orlando stolto,
'''60'''<br />
per ritenerla si levò di botto:
Quasi ascosi avea gli occhi ne la testa,<br />
così gli piacque il delicato volto,
la faccia macra, e come un osso asciutta,<br />
così ne venne immantinente giotto.
la chioma rabuffata, orrida e mesta,<br />
D'averla amata e riverita molto
la barba folta, spaventosa e brutta.<br />
ogni ricordo era in lui guasto e rotto.
Non più a vederlo Angelica fu presta,<br />
Gli corre dietro, e tien quella maniera
che fosse a ritornar, tremando tutta:<br />
che terria il cane a seguitar la fera.
tutta tremando, e empiendo il ciel di grida,<br />
 
si volse per aiuto alla sua guida.<br />
<span style="font-size:80%">62</span> Il giovine che 'l pazzo seguir vede
'''61'''<br />
la donna sua, gli urta il cavallo adosso,
Come di lei s'accorse Orlando stolto,<br />
e tutto a un tempo lo percuote e fiede,
per ritenerla si levò di botto:<br />
come lo trova che gli volta il dosso.
così gli piacque il delicato volto,<br />
Spiccar dal busto il capo se gli crede:
così ne venne immantinente giotto.<br />
ma la pelle trovò dura come osso,
D'averla amata e riverita molto<br />
anzi via più ch'acciar; ch'Orlando nato
ogni ricordo era in lui guasto e rotto.<br />
impenetrabile era ed affatato.
Gli corre dietro, e tien quella maniera<br />
 
che terria il cane a seguitar la fera.<br />
<span style="font-size:80%">63</span> Come Orlando sentì battersi dietro,
'''62'''<br />
girossi, e nel girare il pugno strinse,
Il giovine che 'l pazzo seguir vede<br />
e con la forza che passa ogni metro,
la donna sua, gli urta il cavallo adosso,<br />
ferì il destrier che 'l Saracino spinse.
e tutto a un tempo lo percuote e fiede,<br />
Feril sul capo, e come fosse vetro,
come lo trova che gli volta il dosso.<br />
lo spezzò sì, che quel cavallo estinse:
Spiccar dal busto il capo se gli crede:<br />
e rivoltosse in un medesmo istante
ma la pelle trovò dura come osso,<br />
dietro a colei che gli fuggiva inante.
anzi via più ch'acciar; ch'Orlando nato<br />
 
impenetrabile era ed affatato.<br />
<span style="font-size:80%">64</span> Caccia Angelica in fretta la giumenta,
'''63'''<br />
e con sferza e con spron tocca e ritocca;
Come Orlando sentì battersi dietro,<br />
che le parrebbe a quel bisogno lenta,
girossi, e nel girare il pugno strinse,<br />
se ben volasse più che stral da cocca.
e con la forza che passa ogni metro,<br />
De l'annel c'ha nel dito si ramenta,
ferì il destrier che 'l Saracino spinse.<br />
che può salvarla, e se lo getta in bocca:
Feril sul capo, e come fosse vetro,<br />
e l'annel, che non perde il suo costume,
lo spezzò sì, che quel cavallo estinse:<br />
la fa sparir come ad un soffio il lume.
e rivoltosse in un medesmo istante<br />
 
dietro a colei che gli fuggiva inante.<br />
<span style="font-size:80%">65</span> O fosse la paura, o che pigliasse
'''64'''<br />
tanto disconcio nel mutar l'annello,
Caccia Angelica in fretta la giumenta,<br />
o pur, che la giumenta traboccasse,
e con sferza e con spron tocca e ritocca;<br />
che non posso affermar questo né quello;
che le parrebbe a quel bisogno lenta,<br />
nel medesmo momento che si trasse
se ben volasse più che stral da cocca.<br />
l'annello in bocca e celò il viso bello,
De l'annel c'ha nel dito si ramenta,<br />
levò le gambe ed uscì de l'arcione,
che può salvarla, e se lo getta in bocca:<br />
e si trovò riversa in sul sabbione.
e l'annel, che non perde il suo costume,<br />
 
la fa sparir come ad un soffio il lume.<br />
<span style="font-size:80%">66</span> Più corto che quel salto era dua dita,
'''65'''<br />
aviluppata rimanea col matto,
O fosse la paura, o che pigliasse<br />
che con l'urto le avria tolta la vita;
tanto disconcio nel mutar l'annello,<br />
ma gran ventura l'aiutò a quel tratto.
o pur, che la giumenta traboccasse,<br />
Cerchi pur, ch'altro furto le dia aita
che non posso affermar questo né quello;<br />
d'un'altra bestia, come prima ha fatto;
nel medesmo momento che si trasse<br />
che più non è per riaver mai questa
l'annello in bocca e celò il viso bello,<br />
ch'inanzi al paladin l'arena pesta.
levò le gambe ed uscì de l'arcione,<br />
 
e si trovò riversa in sul sabbione.<br />
<span style="font-size:80%">67</span> Non dubitate già ch'ella non s'abbia
'''66'''<br />
a provedere; e seguitiamo Orlando,
Più corto che quel salto era dua dita,<br />
in cui non cessa l'impeto e la rabbia
aviluppata rimanea col matto,<br />
perché si vada Angelica celando.
che con l'urto le avria tolta la vita;<br />
Segue la bestia per la nuda sabbia,
ma gran ventura l'aiutò a quel tratto.<br />
e se le vien più sempre approssimando:
Cerchi pur, ch'altro furto le dia aita<br />
già già la tocca, ed ecco l'ha nel crine,
d'un'altra bestia, come prima ha fatto;<br />
indi nel freno, e la ritiene al fine.
che più non è per riaver mai questa<br />
 
ch'inanzi al paladin l'arena pesta.<br />
<span style="font-size:80%">68</span> Con quella festa il paladin la piglia,
'''67'''<br />
ch'un altro avrebbe fatto una donzella:
Non dubitate già ch'ella non s'abbia<br />
le rassetta le redine e la briglia,
a provedere; e seguitiamo Orlando,<br />
e spicca un salto ed entra ne la sella;
in cui non cessa l'impeto e la rabbia<br />
e correndo la caccia molte miglia,
perché si vada Angelica celando.<br />
senza riposo, in questa parte e in quella:
Segue la bestia per la nuda sabbia,<br />
mai non le leva né sella né freno,
e se le vien più sempre approssimando:<br />
né le lascia gustare erba né fieno.
già già la tocca, ed ecco l'ha nel crine,<br />
 
indi nel freno, e la ritiene al fine.<br />
<span style="font-size:80%">69</span> Volendosi cacciare oltre una fossa,
'''68'''<br />
sozzopra se ne va con la cavalla.
Con quella festa il paladin la piglia,<br />
Non nocque a lui, né sentì la percossa;
ch'un altro avrebbe fatto una donzella:<br />
ma nel fondo la misera si spalla.
le rassetta le redine e la briglia,<br />
Non vede Orlando come trar la possa;
e spicca un salto ed entra ne la sella;<br />
e finalmente se l'arreca in spalla,
e correndo la caccia molte miglia,<br />
e su ritorna, e va con tutto il carco,
senza riposo, in questa parte e in quella:<br />
quanto in tre volte non trarrebbe un arco.
mai non le leva né sella né freno,<br />
 
né le lascia gustare erba né fieno.<br />
<span style="font-size:80%">70</span> Sentendo poi che gli gravava troppo,
'''69'''<br />
la pose in terra, e volea trarla a mano.
Volendosi cacciare oltre una fossa,<br />
Ella il seguia con passo lento e zoppo;
sozzopra se ne va con la cavalla.<br />
dicea Orlando: - Camina! - e dicea invano.
Non nocque a lui, né sentì la percossa;<br />
Se l'avesse seguito di galoppo,
ma nel fondo la misera si spalla.<br />
assai non era al desiderio insano.
Non vede Orlando come trar la possa;<br />
Al fin dal capo le levò il capestro,
e finalmente se l'arreca in spalla,<br />
e su ritorna, e vadietro la conlegò tuttosopra il carco,<brpiè />destro;
 
quanto in tre volte non trarrebbe un arco.<br />
<span style="font-size:80%">71</span> e così la strascina, e la conforta
'''70'''<br />
che lo potrà seguir con maggior agio.
Sentendo poi che gli gravava troppo,<br />
Qual leva il pelo, e quale il cuoio porta,
la pose in terra, e volea trarla a mano.<br />
dei sassi ch'eran nel camin malvagio.
Ella il seguia con passo lento e zoppo;<br />
La mal condotta bestia restò morta
dicea Orlando: - Camina! - e dicea invano.<br />
finalmente di strazio e di disagio.
Se l'avesse seguito di galoppo,<br />
Orlando non le pensa e non la guarda,
assai non era al desiderio insano.<br />
e via correndo il suo camin non tarda.
Al fin dal capo le levò il capestro,<br />
 
e dietro la legò sopra il piè destro;<br />
<span style="font-size:80%">72</span> Di trarla, anco che morta, non rimase,
'''71'''<br />
continoando il corso ad occidente;
e così la strascina, e la conforta<br />
e tuttavia saccheggia ville e case,
che lo potrà seguir con maggior agio.<br />
se bisogno di cibo aver si sente;
Qual leva il pelo, e quale il cuoio porta,<br />
e frutte e carne e pan, pur ch'egli invase,
dei sassi ch'eran nel camin malvagio.<br />
rapisce; ed usa forza ad ogni gente:
La mal condotta bestia restò morta<br />
qual lascia morto e qual storpiato lassa;
finalmente di strazio e di disagio.<br />
poco si ferma, e sempre inanzi passa.
Orlando non le pensa e non la guarda,<br />
 
e via correndo il suo camin non tarda.<br />
<span style="font-size:80%">73</span> Avrebbe così fatto, o poco manco,
'''72'''<br />
alla sua donna, se non s'ascondea;
Di trarla, anco che morta, non rimase,<br />
perché non discernea il nero dal bianco,
continoando il corso ad occidente;<br />
e di giovar, nocendo si credea.
e tuttavia saccheggia ville e case,<br />
Deh maledetto sia l'annello ed anco
se bisogno di cibo aver si sente;<br />
il cavallier che dato le l'avea!
e frutte e carne e pan, pur ch'egli invase,<br />
che se non era, avrebbe Orlando fatto
rapisce; ed usa forza ad ogni gente:<br />
di sé vendetta e di mill'altri a un tratto.
qual lascia morto e qual storpiato lassa;<br />
 
poco si ferma, e sempre inanzi passa.<br />
<span style="font-size:80%">74</span> Né questa sola, ma fosser pur state
'''73'''<br />
in man d'Orlando quante oggi ne sono;
Avrebbe così fatto, o poco manco,<br />
ch'ad ogni modo tutte sono ingrate,
alla sua donna, se non s'ascondea;<br />
né si trova tra loro oncia di buono.
perché non discernea il nero dal bianco,<br />
Ma prima che le corde rallentate
e di giovar, nocendo si credea.<br />
al canto disugual rendano il suono,
Deh maledetto sia l'annello ed anco<br />
fia meglio differirlo a un'altra volta,
il cavallier che dato le l'avea!<br />
acciò men sia noioso a chi l'ascolta.
che se non era, avrebbe Orlando fatto<br />
</poem>{{capitolo
di sé vendetta e di mill'altri a un tratto.<br />
|CapitoloPrecedente=Canto 28
'''74'''<br />
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Orlando Furioso/Canto 28
Né questa sola, ma fosser pur state<br />
|CapitoloSuccessivo=Canto 30
in man d'Orlando quante oggi ne sono;<br />
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Orlando Furioso/Canto 30
ch'ad ogni modo tutte sono ingrate,<br />
}}
né si trova tra loro oncia di buono.<br />
Ma prima che le corde rallentate<br />
al canto disugual rendano il suono,<br />
fia meglio differirlo a un'altra volta,<br />
acciò men sia noioso a chi l'ascolta.<br />