Mastro Titta, il boia di Roma/Capitolo VIII: differenze tra le versioni

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Furono tutti condannati all’impiccagione, la quale dovetti eseguire in quest’ordine: prima Angiolo, poi Paolo Caratelli, terzo Antonio Scarinei, ultima la Rosa Ruggeri, affinché lo spettacolo della morte de’ complici inasprisse gradualmente la pena. Gli uomini morirono con sufficiente coraggio, assistiti dai confortatori, ai quali s’erano cristianamente confessati. La donna diede in ismanie terribili e pur col capestro al collo, urlava come una dannata. Ma non durò a lungo: in un fiat la spedii a raggiungere i suoi compagni.
 
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