Istoria delle guerre vandaliche/Libro primo/Capo XV: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Porto il SAL a SAL 75%
CandalBot (discussione | contributi)
m Bot: creazione area dati
Riga 1:
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>LIBRO I - CAPITOLO XV<section end="sottotitolo"/>
{{Qualità|avz=75%|data=17 agosto 2010|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=LIBRO I - CAPITOLO XV|prec=../14|succ=../16}}
<section begin="prec"/>../14<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../16<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>17 agosto 2010<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=17 agosto 2010|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=LIBRO I - CAPITOLO XV|prec=../14|succ=../16}}
''Belisario arringa l'esercito. — Entra per accordo a Sileno , (città). — Indirizza ai Vandali le scritte loro da Giustiniano. — Procede in buon ordine coll'esercito. — Si procaccia l'amore de' popoli colla disciplina rigorosa delle sue truppe. — Gilimero commette a suo fratello Ammala la morte d'Ilderìco e degli affini di lui rinchiusi nelle prigioni cartaginesi.''
 
Line 15 ⟶ 22:
VI. Gilimero avuto in Ermione il nostro appressarsi scrive in Cartagine a suo fratello Ammata che dia morte a Ilderico ed a tutti i prigioni di regal sangue o comunque parenti del monarca; gli ordina contemporaneamente di tenere apparecchiati i Vandali e quanti eranvi di presidio , acciocché i Romani colti in luogo stretto presso Decimo, borgata della città, ed accerchiati da ambi gli eserciti debbano, senza modo allo scampo, com'entro una rete perire. Ammata, giusta il comando uccide Ilderico, Evagene e quanti eranvi Africani, favoreggiatori delle costoro parti; quindi appresta i Vandali affinché al primo cenno sien pronti a combattere. Gilimero poi venivaci furtivamente dalle spalle desideroso che non ne avessimo alcun sentore : ma la notte medesima in cui l' esercito stanziò a Gressa gli esploratori suoi azzuffaronsi co' nostri, i quali subito retrocedendo ne chiarirono dell'avvenuto. Di qui inoltrati perdemmo di vista il navilio a cagione degli altissimi scogli allargantisi in grande giro nel mare , e d' un promontorio <ref>(t) Ermeo o di mercurio , la cui parte interna , dai geografi moderni detta Ras-Addar, nomavasi dagli antichi promontorio Bello. ( V. Danville ed Heyne , Opusc. acad. , voi. iii , ec. ). Di questo leggiamo in Polibio : « Ora il promontorio Bello e quello che giace avanti Cartagine e guarda verso settentrione, oltre il quale verso mezzogiorno vietano i Cartaginesi a' Romani di andar con navi lunghe, non volendo essi, a ciò che mi sembra , che conoscesservi luoghi presso alla Bissati (Bizacene) e alla Sirti minore che chiamano emporj per la fertilità del terreno , ec. ». Il quale divieto pe' Romani fu uno de' patti stipulati nella prima convenzione tra essi ed i Cartaginesi sotto il consolato di Giunio Bruto e di Marco Grazio (anni di R. 245); eccone le parole : ''Non navighino i Romani né i loro alleati più là del promontorio Bello , ove da burrasca o da nemici non vi fossero costretti: che se alcuno vi fosse forzatamente portato non gli sia lecito di comperare o di prendere alcuna cosa fuorché ciò che gli occorresse per assettare la nave o per uso di sagrificio. Entro cinque giorni se ne vada chi è colà approdato'' (tom. ii, lib. iii , trad. di G. B. Kohen ).</ref> con la borgata Ermea dappresso. Laonde Belisario fe avvertito Archelao , questore dell' esercito, che a dugento stadj da Cartagine gittasse le ancore per rimanervi in aspettazione d'altro suo comando; e noi partimmo da Gressa nella fiducia di arrivare dopo quattro giorni a Decimo, lontano dalla nostra meta non più di settanta stadj.
{{Sezione note}}
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}