Colonizzare la noosfera/Meccanismi d'acculturazione e connessioni con il mondo accademico: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correzione pagina via bot |
tc |
||
Riga 1:
{{
<section begin="prec"/>../Conflitti e risoluzioni<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Conclusione: dalla convenzione alla legge convenzionale<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 luglio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Open Source<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=20 luglio 2008|arg=Open Source}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Meccanismi d'acculturazione e connessioni con il mondo accademico|prec=../Conflitti e risoluzioni|succ=../Conclusione: dalla convenzione alla legge convenzionale}}
Line 32 ⟶ 39:
In realtà qui ci troviamo di fronte a una possibilità più interessante. Nutro il sospetto che il mondo accademico e la cultura hacker condividano percorsi d’adattamento non perché geneticamente collegate, ma in quanto entrambe hanno dato vita a un’organizzazione sociale ottimale rispetto a quanto stavano cercando di fare, alle leggi naturali e all’istintivo relazionarsi proprio degli esseri umani. Il verdetto della storia sembra essere che il capitalismo del libero mercato rappresenti la maniera ottimale a livello globale per cooperare verso l’efficienza economica; forse, parimenti, la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità.
Se ciò dovesse risultare vero, direi che questo punto si rivelerebbe ben più che d’interesse accademico. Sembrerebbe suggerire, da un angolo di visuale leggermente diverso, una delle speculazioni già tracciate in
|