Odissea (Pindemonte)/Libro I: differenze tra le versioni

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Riga 36:
Bramava pur, Ninfa quantunque, e Diva.{{R|25}}
E poiché giunse al fin, volvendo gli anni,
La destinata dagli dèiDèi stagione
Del suo ritorno, in Itaca, novelle
Tra i fidi amici ancor pene durava.
Tutti pietà ne risentìan gli eterniEterni,{{R|30}}
Salvo Nettuno, in cui l’antico sdegno
Prima non si stancò, che alla sua terra
Venuto fosse il pellegrino illustre.
Ma del mondoMondo ai confini e alla remota
Gente degli Etïòpi (in duo divisa,{{R|35}}
Ver cui quinci il sorgente, ed il cadente
Sole gli obbliquiobliqui rai quindi saetta)
Nettun condotto a un' ecatombe s’era
Di pingui tori, e di montoni; ed ivi
Rallegrava i pensieri, a mensa assiso.{{R|40}}
In questo mezzo gli altri dèiDèi raccolti
Nella gran reggia dell’olimpiodell’Olimpio Giove
Stavansi.; Ee primo a favellar tra loro
Fu degli uomini il padre, e de’ celestiCelesti,
Che il bello Egisto rimembrava, a cui{{R|45}}
Tolto avea di sua man la vita Oreste,
L’inclito figlio del più vecchio AtrideAtrìde.
 
"Poh!" disse Giove, "incolperà l’uom dunque