Pagina:Macbeth.djvu/122: differenze tra le versioni

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:Circondavasi un giorno, e tu lo amasti;
:Né fino ad ora egli ti offese. Io sono
:Un povero garzone, e farti un merto
:Tu puoi per mezzo mio; chè saggio avviso
:È d’ offrire al coltello un agnellino
:Per placar la temuta ira d’un nume.
::::{{Sc|macduff.}}
:Ma sono io forse un traditor?
::::{{Sc|malcom}}
:::::::Piegarsi
:Repugnante al voler del suo signore
:Anche il buono potrebbe. A’ miei sospetti
:Perdona. Il mio pensar non ti trasmuta,
:Macduffo; e qual tu sei rimani ognore.
:Non perdono di luce i cherubini
:Benchè sieno dal cielo i più lucenti
:Di lor caduti. Se vestir le forme
:Della virtù dovesse il più schifoso
:Dèmone dell’inferno, ella d’ aspetto
:Non cangeria.
::::{{Sc|macduff.}}
::::Perdute, oimè, son tutte
:Le mie speranze!
::::{{Sc|malcom}}
:::::E dove i miei timori
:Forse io trovai. – Ma che? La sposa, i figli,
:Questi pegni d’amore all’uom sì cari;
:Lasciar potevi tu senza un addio,
:Senza un bacio, in balia di quel tiranno?
</poem>