Sopra una conchiglia fossile nel mio studio: differenze tra le versioni

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<poem>
Sul chiuso quaderno
Di vati famosi,
Dal musco materno
Lontana riposi,
{{R|5}}Riposi marmorea.
Dell’onde già figlia,
Ritorta conchiglia.
 
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Occulta nel fondo
D’un antro marino
{{R|10}}Del giovane mondo
Vedesti il mattino;
Vagavi co’ nautili.
Co’ murici a schiera;
E l’uomo non era.
 
{{R|15}}Per quanta vicenda
Di lente stagioni
Arcana leggenda
D’immani tenzoni
Impresse volubile
{{R|20}}Sul niveo tuo dorso
De’ secoli il corso!
 
Noi siamo di ieri:
Dell’Indo pur ora
Sui taciti imperi
{{R|25}}Splendeva l’aurora:
Pur ora del Tevere
A’ lidi tendea
La vela di Enea.
 
È fresca la polve
{{R|30}}Che il fasto caduto
De’ Cesari involve.
Si crede canuto
Appena all’Artefice
Uscito di mano
{{R|35}}Il genere umano!
 
Tu, prima che desta
All’aure feconde
Italia la testa
Levasse dall’onde,
{{R|40}}Tu, suora de’ polipi.
De’ rosei coralli
Pascevi le valli.
 
Riflesso nel seno
De’ ceruli piani
{{R|45}}Ardeva il baleno
Di cento vulcani:
Le dighe squarciavano
Di pelaghi ignoti
Rubesti tremoti.
{{R|50}}Nell’imo de’ laghi
Le palme sepolte;
Nel sasso de’ draghi
Le spire rinvolte,
E l’orme ne parlano
{{R|55}}De’ profughi cigni
Sugli ardui macigni.
 
Pur baldo di speme
L’uom, ultimo giunto,
Le ceneri preme
{{R|60}}D’un mondo defunto:
Incalza di secoli
Non anco maturi
I fulgidi auguri.
 
Sui tumuli il piede.
{{R|65}}Ne’ cieli lo sguardo,
All’ombra procede
Di santo stendardo:
Per golfi reconditi,
Per vergini lande
{{R|70}}Ardente si spande.
 
T’avanza, t’avanza,
Divino straniero;
Conosci la stanza
Che i fati ti diero:
{{R|75}}Se schiavi, se lagrime
Ancora rinserra,
È giovin la terra.
 
Eccelsa, segreta
Nel buio degli anni
{{R|80}}Dio pose la meta
De’ nobili affanni.
Con brando e con fiaccola
Sull’erta fatale.
Ascendi, mortale!
 
{{R|85}}Poi quando disceso
Sui mari redenti
Lo Spirito atteso
Ripurghi le genti,
E splenda de’ liberi
{{R|90}}Un solo vessillo
Sul mondo tranquillo,
 
Compiute le sorti,
Allora de’ cieli
Ne’ lucidi porti
{{R|95}}Le terra si celi:
Attenda sull’ancora
Il cenno divino
Per novo cammino.</poem>
 
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