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{{Centrato|
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<pages index="Versi di Giacomo Zanella.djvu" from=279 to=281/>
{{Sc|Carme XXXXV}}
(Imitato liberamente.)
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}}
<poem>
Accanto alla sua Fillide
Elpino un giorno assiso
Così dicea fissandole
Le ardenti luci in viso:
{{R|5}}«O mia delizia, o Fillide,
Mia vita, se non t'amo.
Il resto del mio vivere
Trapassi oscuro e gramo;
Gioie per me non rechino
{{R|10}}Autunno o primavera;
Cinto di foschi nuvoli
Corra il mio giorno a sera.
Se di tua fè dimentico,
A' giuri miei bugiardo
{{R|15}}Tu mi vedrai rivolgere
Ad altro volto il guardo,
Di subita caligine
Si velin gli occhi miei.
Mesta vederti e vivere
{{R|20}}No, cara, io non potrei.
Ma t'amo: inestinguibile
Per te m'accende amore;
Io t'amerò, mia Fillide,
Insino all'ultime ore.»
{{R|25}}Diceva; e quell'ingenua
Strettasi al sen tremante,
Cader lasciava un fervido
Bacio sul bel sembiante.
Sorrise Fille; e in porpora
{{R|30}}Tinta il modesto aspetto
Rispose in questi teneri
Accenti al suo diletto:
«Il ciel così propizio
Al nostro amor sorrida.
{{R|35}}Come fo giuro d'esserti
Ognor costante e fida.
Compagno de' miei gaudii,
Compagno degli affanni.
Mi vestirai d'un roseo
{{R|40}}Lume il sentier degli anni.
Oh, come m'arde l'anima
Del latte del mio petto
Nudrir vezzoso bambolo
Pegno del mutuo affetto!
{{R|45}}Oh, come anelo accoglierlo
Vispo su' miei ginocchi,
E la paterna immagine
Mirar ne' suoi begli occhi!»
Qui tacque Fille; e al tacito
{{R|50}}Garzon che tutto ardea,
I rai chinando, il bacio
Dolcissimo rendea.
Così nel casto vincolo
Felici amanti e sposi
{{R|55}}Fille ed Elpin consumano
I giorni avventurosi.
Elpin della sua Fillide
Sol è beato, e Fille
Ha messo ogni suo gaudio
{{R|60}}D'Elpin nelle pupille.</poem>
[[Categoria:Fonte cartacea presente]]
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