Satire (Orazio)/Libro I/Satira IV: differenze tra le versioni

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Spesso a un convito vedrai quattro insieme,
Un de'quai copre d'insolenze tutti
Fuor che il padron, poi questo ancora, ov'abbia
Bacco sincero il petto a lui dischiuso.
E a te de'negri cor tanto nemico
Sembra costui gentile, urbano e schietto.
Ed io se rido un pò perchè l'insulso
Rufillo è tutto odor, Gorgonio ammorba,
Pien di livor ti sembro e maldicente?
Se alcun farà de'furti di Petillo
Capitolin ricordo in tua presenza,
Tu lo difendi alla tua bella usanza,
Dicendo: io fui suo commensale e amico
Sin da fanciullo, e a mio riguardo feo
Molte cose e poi molte. Or mi consola
Ch'egli sen viva sano e salvo in Roma.
Maraviglio però com'ei potesse
Dal giudizio scampare. E quì sta il sugo
Della nera loligine, qui tutta
La ruggine s'accoglie. Or da un tal vizio
Che scevre sian mie carte, e più il mio cuore,
Se di me protestar cosa veruna
Altra poss'io, con verità il protesto.
Se franco parlo alcuna volta e scherzo,
Vuolsi a me condonar questa licenza.
A ciò fare avvezzommi il mio buon padre,
Che per farmi fuggir qualsiasi vizio
Me ne ponea gli esempli innanzi agli occhi.
Allorchè m'esortava a viver pareo,
Frugale e pago de'paterni acquisti,
Dicea: non vedi, come d'Albio il figlio
Mal vive, e Barro stenta? Un grande avviso
Per non gettar le sue sostanze al vento.
Per tenermi lontan da'sozzi amori
E' mi dicea: non somigliar Settano.
Giacchè lecite nozze acquistar puoi,
Tu lascia star le donne altrui. Trebonio
Colto in fallo ha perduto il suo buon nome,
Un dotto ti saprà dir le ragioni,
Ond'altro dee seguirsi, altro schifarsi.
A me basta tener l'uso mostrato
Da'nostri antichi, e la tua vita e fama,
Finchè tu avrai di reggitor mestiero,
Assicurar. Quando t'avrà l'etade
Invigorito l'animo e le membra,
Allor potrai nuotar senza corteccia.
Tal co'suoi detti mi venia formando
Nella tenera età. Se alcuna cosa
M'ordinava di far. Tu n'hai l'esempio,
E mi ponea dinanzi alcun soggetto,
 
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