Teatro Historico di Velletri/Del Regno d'Italia: differenze tra le versioni

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Giano in questo mentre attendeva à quietare i tumulti de Figli, e Nepoti, e sedati in parte, doppo haver stabilite alcune Colonie nell'Arabia Felice, e fondatene due nella Spagna, fece ritorno alla sua bella Italia nell'Anno del Mondo <small>MMM. C. LXII.</small> Non voglio lasciare sotto silentio il pensiero di Gilberto Genebrardo, il quale giudica impossibile il ritorno di Noe nell'Italia, sì perchè egli era vecchio molto, com'anco, perche al suo parere non visse più di dieci anni doppo la divisione fatta de Regni, e Provincie, quale à mio giudicio sarebbe stata troppo tarda, e perciò aderisco à Gio. Lucido Samotheo, al Middendorpio, & altri della prima sentenza, che Noe ritornasse in Italia nel <small>XX.</small> Anno di Nino, Terzo Rè de gl'Assirij, che da Gerardo Mercatore è stimato l'istesso che Nembrotte, dicendo, ''Hunc Ninum esse Nembrot credimus'', ma s'inganna, perchè Nino fù nepote di Nembrotte, e figlio di Giove Belo. Ritornato dunque in Italia Noe, vi ritrovò fuor d'ogni suo pensiero Camo figlio scelerato, che come havemo detto, contaminava la gioventù con le sue enormità, sceleragini, e superstitioni. Per veder di ridurlo al dritto sentiero del buon governo, ve lo sopportò tre Anni: ma non havendovi veduta emendatione di sorte alcuna, lo discacciò via; e per honor di lui, permisse, ch'una parte dell'Italia pigliasse il nome di Camerena, così vuol Macrobio, che eccettuato il Gianicolo comportò, ''Ut residua Regio Camerena nuncuparetur'', qual Regione fù il nostro Latio. Noe in tanto attese con ogni prudenza, e giustitia, à rimediare à i disordini, & abusi introdotti da Principe perverso. Questa, direi, fosse stata la prima divisione dell'Italia in Latio, e Toscana, ma però con nome di Gianicolo, e Camerena.
 
D'Italia Camo se ne fuggì in Sicilia, dove edificò alcune Colonie, una delle quali ritenne il suo nome Cameria, della quale fa mentione Paolo Orosio; e non ritornandovi più, come poteva dubitarsi, Noe pigliò di nuovo l'universal cura del Regno, che veduta la difficoltà di svellere li piantati errori, deputò alla riforma de Popolo sconcertati Crano, e Crana suoi figli ultimi nati doppo il Diluvio, e perciò teneramente amati: e così à poco, à poco si diede qualche rimedio à mali presenti, e ne venne la diversità de Prencipi regnanti, come dirremo. E' vero che S. Epifanio non vuol che Noe havesse altri figli doppo il Diluvio, dicendo ''Nascuntur autem ex filýs eius (ipse enim non amplius generavit) filÿ, & filiorum filÿ usque ad quintam generationem''. E pare, che anco S. Gio. Crisostomo sia dell'istessa sentenza, mentre dice, ''Cum iam quingentorum esset annorum, babertetq. filios istos tres, istis contentus fuit''. Ma trattandosi delle benedittioni, che Dio li diede, cessato il Diluvio, & uscito dall'Arca, nell'istesso luogo Crisostomo dimostra il contrario con queste parole, ''Postquam accepit mandatum à Domino, & benedictionem, dicentem, crescite, & multiplicamini, exÿt ex Arca, etc''. Noe fù obedientissimo, argomentiamo noi, dunque osservò il precetto della propagatione, non per incentivo di libidine, ma per obedienza, e bisogno del Mondo: e quel numero preciso di tre figli soli, s'intende avanti il Diluvio, dal che si discopre la continenza d'un huomo giusto. Alfonso Tostato corrobora la medesima sentenza col parere di S. Methodio Martire, dicendo, che Noe habbia havuti doppo il Diluvio altri figli, ''Noe centesimo anno tertiæ Ciliadis, idest centum annis post Diluvium, genuit filium nomine Ionicum''. Et altrove egli reproba l'altrui oppinione negativa, con dire, ''Non sequitur falsum esse, quod Noe genuerit Ionicum'', si sottoscrive à questo pensiero il Nauclero con le seguenti parole, ''Præter Sem, Cam & Iaphet, reliquit filios, & filias, etc. Noe quoque genuisse legitur quartum filium, quem vocavit Ionichum'', e dice fosse persona virtuosa, e peritissima nell'Astronomia; il che asserì molto tempo prima del Nauclero, Pietro Comestore, chiamandolo Ionito.
 
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