Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, II.djvu/39: differenze tra le versioni

 
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E il dubitare, e il non saper. Nell'elmo
Chiuso, in silenzio, lagrimava io spesso;
E nol sapea che il Padre. Ai pianti nostri
{{r|245}}Pur giunge fin. Sol Clitennestra mia,
Al mesto aspetto, al lagrimoso ciglio,
Più non ravviso.
</poem>
{{center|{{larger|{{sc|Clitennestra.}}}}}}
<poem>::::Io mestra? ...</poem>
{{center|{{larger|{{sc|Elettra.}}}}}}
<poem>
:::::::Ah! sì, di gioja,
Quand'ella è troppa, anco l'incarico opprime,
Quanto il dolor. Padre, deh lascia or, ch'ella
{{r|250}}Gli spiriti suoi rinfranchi. Assai più dirti
Vorria di me, perciò men dice...
</poem>
{{center|{{larger|{{sc|Agaménnone.}}}}}}
<poem>:::::::Ancora
Non mi parlò d'Oreste</poem>
{{center|{{larger|{{sc|Clitennestra.}}}}}}
<poem>:::::Oreste? ...</poem>
{{center|{{larger|{{sc|Elettra.}}}}}}
<poem>:::::::Padre,
Ad abbracciarlo andiam.</poem>