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<big>I</big>o debbo trattenervi, o Signori, della utilità somma della Confederazione Italiana nei rapporti economici: che è quanto dire dei vantaggi che debbono dalla Confederazione derivare ai singoli stati, dell’aumento di ricchezza pubblica e privata che ne sarà l’immediata conseguenza, e della nuova sorgente di prosperità che sua mercé sarà per sgorgare e diffondersi su tutto il bel paese. Niuno è che non veda l’ampiezza di questo argomento, e come a svolgerlo degnamente si richiederebbe maturità di meditazione, copia di dati statistici, sicurezza di confronti storici, tutte cose per le quali sarebbe pur necessario, oltre l’ingegno che mi manca, una lunga, e scritta, e riposata esposizione. Ma chi potrebbe, fra le amare incertezze dell’esiglio, lontano dai libri e dalle care consuetudini de’ proprii studii, con tutte le facoltà dell’intelletto e del cuore mortificato dai mali presenti, e dalla trepidante aspettazione del futuro, chi potrebbe abbandonarsi a lunghe ricerche e a profonde meditazioni? Io non mi sento questa forza, o Signori; e però vi prego di volermi tenere per iscusato se dovrò limitarmi ad una improvvisa, epperò disadorna esposizione di poche idee generiche, necessariamente superficiali, le quali sfioreranno appena la gravissima importanza del tema che mi assunsi a trattare: bene m’accorgo che questo sarà un troppo male corrispondere alla {{pt|legit-|legittima}}
<big>I</big>o debbo trattenervi, o Signori, della utilità somma della Confederazione Italiana nei rapporti economici: che è quanto dire dei vantaggi che debbono dalla Confederazione derivare ai singoli stati, dell’aumento di ricchezza pubblica e privata che ne sarà l’immediata conseguenza, e della nuova sorgente di prosperità che sua mercè sarà per sgorgare e diffondersi su tutto il bel paese. Niuno è che non veda l’ampiezza di questo argomento, e come a svolgerlo degnamente si richiederebbe maturità di meditazione, copia di dati statistici, sicurezza di confronti storici, tutte cose per le quali sarebbe pur necessario, oltre l’ingegno che mi manca, una lunga, e scritta, e riposata esposizione. Ma chi potrebbe, fra le amare incertezze dell’esiglio, lontano dai libri e dalle care consuetudini de’ proprii studii, con tutte le facoltà dell’intelletto e del cuore mortificato dai mali presenti, e dalla trepidante aspettazione del futuro, chi potrebbe abbandonarsi a lunghe ricerche e a profonde meditazioni? Io non mi sento questa forza, o Signori; e però vi prego di volermi tenere per iscusato se dovrò limitarmi ad una improvvisa, epperò disadorna esposizione di poche idee generiche, necessariamente superficiali, le quali sfioreranno appena la gravissima importanza del tema che mi assunsi a trattare: bene m’accorgo che questo sarà un troppo male corrispondere alla {{pt|legit-|legittima}}