Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/28: differenze tra le versioni
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natura e della bellezza: ond’è nata una mollezza e dolcezza di forma, che con poche correzioni potresti dir di oggi: così è giovine e fresca. |
natura e della bellezza: ond’è nata una mollezza e dolcezza di forma, che con poche correzioni potresti dir di oggi: così è giovine e fresca. |
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E se il {{TestoCitato|Lamento d'amore tradito|sonetto dello sparviero}} è della {{AutoreCitato|Nina siciliana|Nina}}, se è lavoro di quel tempo, come non pare inverisimile, e un altro esempio della eccellenza a cui era venuto il volgare, maneggiato da un’anima piena di tenerezza e d’immaginazione. |
E se il {{TestoCitato|Lamento d'amore tradito|sonetto dello sparviero}} è della {{AutoreCitato|Nina siciliana|Nina}}, se è lavoro di quel tempo, come non pare inverisimile, e un altro esempio della eccellenza a cui era venuto il volgare, maneggiato da un’anima piena di tenerezza e d’immaginazione. |
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Tapina me che amava uno sparviero, |
Tapina me che amava uno sparviero, |
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Amaval tanto ch’io me ne moria; |
:Amaval tanto ch’io me ne moria; |
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A lo richiamo ben m’era maniero, |
:A lo richiamo ben m’era maniero, |
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Ed unque troppo pascer nol dovria. |
:Ed unque troppo pascer nol dovria. |
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Or è montato e salito sì altero; |
Or è montato e salito sì altero; |
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Assai più altero che far non solia; |
:Assai più altero che far non solia; |
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Ed è assiso dentro a un verziero, |
:Ed è assiso dentro a un verziero, |
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E un’altra donna l’averà in balìa. |
:E un’altra donna l’averà in balìa. |
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Isparvier mio, ch’io t’avea nodrito; |
Isparvier mio, ch’io t’avea nodrito; |
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Sonaglio d’oro ti facea portare, |
:Sonaglio d’oro ti facea portare, |
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Perchè nell’uccellar fossi più ardito. |
:Perchè nell’uccellar fossi più ardito. |
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Or sei salito siccome lo mare, |
Or sei salito siccome lo mare, |
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Ed hai rotto li geti e sei fuggito, |
:Ed hai rotto li geti<ref>Geto è un lacciuolo di pelle che si lega a’ piè degli uccelli.</ref> e sei fuggito, |
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Quando eri fermo nel tuo uccellaro. </poem> |
:Quando eri fermo nel tuo uccellaro. </poem> |
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Con la caduta degli Svevi questa vivace e fiorita coltura siciliana stagnò, prima che acquistasse una coscienza più chiara di sè e venisse a maturità. La rovina fu tale, che quasi ogni memoria se ne spense, ed anche oggi, dopo tante ricerche, non hai che congetture, oscurate da grandi lacune. |
Con la caduta degli Svevi questa vivace e fiorita coltura siciliana stagnò, prima che acquistasse una coscienza più chiara di sè e venisse a maturità. La rovina fu tale, che quasi ogni memoria se ne spense, ed anche oggi, dopo tante ricerche, non hai che congetture, oscurate da grandi lacune. |
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Nata feudale e cortigiana, questa coltura diffondevasi già nelle classi inferiori, ed acquistava una impronta tutta meridionale. Il suo carattere non è la forza, nè l’elevatezza, ma una tenerezza raddolcita dall’immaginazione e non so che molle e voluttuoso fra tanto riso di natura. Anche |
Nata feudale e cortigiana, questa coltura diffondevasi già nelle classi inferiori, ed acquistava una impronta tutta meridionale. Il suo carattere non è la forza, nè l’elevatezza, ma una tenerezza raddolcita dall’immaginazione e non so che molle e voluttuoso fra tanto riso di natura. Anche |