Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/285: differenze tra le versioni

Casmiki (discussione | contributi)
Alebot (discussione | contributi)
Correzione pagina via bot
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|||255}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
''macchiati della sua perfidia''; cioé de’ suoi errori. ''E con ciò eransi poi fatte quasi tutte le eresie ardite a segno che non solo i Teodosianiti, ma eziandio i Gaianiti aveano piantati monasterii ed oratorii presso la stessa regia città''. In quanto a lui, da prima era stato Eutichiano: poi diventò Aftartodocita, e morì tale dopo avere pubblicato un editto per istabilire quell'errore. Dal primo si era ritratto dopo molte dispute col papa ''Agapito''; e cacciò in esiglio ''Eutichio'', patriarca di Costantinopoli, che voleva ritrarlo dal secondo.
''macchiati della sua perfidia''; cioé de’ suoi errori. ''E con ciò eransi poi fatte quasi tutte le eresie ardite a segno che non solo i Teodosianiti, ma eziandio i Gaianiti aveano piantati monasterii ed oratorii presso la stessa regia città''. In quanto a lui, da prima era stato Eutichiano: poi diventò Aftartodocita, e morì tale dopo avere pubblicato un editto per istabilire quell’errore. Dal primo si era ritratto dopo molte dispute col papa ''Agapito''; e cacciò in esiglio ''Eutichio'', patriarca di Costantinopoli, che voleva ritrarlo dal secondo.


3.° Riguardo alla instabilità del diritto, o vogliamo dire delle leggi, non v’é bisogno di ricorrere a testimonii di altri Scrittori, per giustificare ''Procopio'': basta consultare le ''Costituzioni'' di ''Giustiniano'' medesimo. Della sua incostanza ne’ patti, parla bastantemente la Storia.
3.° Riguardo alla instabilità del diritto, o vogliamo dire delle leggi, non v’é bisogno di ricorrere a testimonii di altri Scrittori, per giustificare ''Procopio'': basta consultare le ''Costituzioni'' di ''Giustiniano'' medesimo. Della sua incostanza ne’ patti, parla bastantemente la Storia.


4.° L'amministrazione della giustitia, per tutto ciò che in questo libro leggesi, ognuno può vedere quale fosse sotto ''Giustiniano''; ma nemmeno le forme stabilite volle egli conservare. Perciò leggiamo anche in ''Teofane'', che la plebe in pieno teatro glie ne fece alti rimproveri. ''Abbiamo, o Imperadore, una lite: veniamo qui ad esporla tutta, giacché non veggiamo rimasta dignità alcuna né di Curia, né di Repubblica''. E altrove: ''Palazzo, o Curia, non sappiamo ove sieno''. Con che volevasi per avventura notare che ''Giustiniano'' avea tratti nel luogo di suo soggiorno i tribunali de’Prefetti del pretorio, e dei Questori, la residenza de’ Giudici, gli officii dei Referendarii, i banchi, e gli archivii de’ notai, onde aver tutto in suo arbitrio. Ciò risulta dal lib. I degli ''Edifizii'', e da ''Agazia''.
4.° L’amministrazione della giustitia, per tutto ciò che in questo libro leggesi, ognuno può vedere quale fosse sotto ''Giustiniano''; ma nemmeno le forme stabilite volle egli conservare. Perciò leggiamo anche in ''Teofane'', che la plebe in pieno teatro glie ne fece alti rimproveri. ''Abbiamo, o Imperadore, una lite: veniamo qui ad esporla tutta, giacché non veggiamo rimasta dignità alcuna né di Curia, né di Repubblica''. E altrove: ''Palazzo, o Curia, non sappiamo ove sieno''. Con che volevasi per avventura notare che ''Giustiniano'' avea tratti nel luogo di suo soggiorno i tribunali de’Prefetti del pretorio, e dei Questori, la residenza de’ Giudici, gli officii dei Referendarii, i banchi, e gli archivii de’ notai, onde aver tutto in suo arbitrio. Ciò risulta dal lib. I degli ''Edifizii'', e da ''Agazia''.


5.° Della poca cura, ch’egli ebbe della Maestà imperiale, basterà, fra le molte cose che potrebbonsi allegare, un fatto solo, da ''Procopio'' accennato nel lib. 2 della ''Guerra persiana'', che pur diede da leggere a ''Giustiniano'' medesimo. ''Giustiniano'', dic’egli, ''accolse e trattò Isdegune, ambasciadore di Cosroe, con tale cortesia ed onore, che mai di simil guisa accolto e trattato non avea alcun altro. Imperciocché quando lo convitava, seco lui voleva che alla stessa tavola gli sedesse appresso''
5.° Della poca cura, ch’egli ebbe della Maestà imperiale, basterà, fra le molte cose che potrebbonsi allegare, un fatto solo, da ''Procopio'' accennato nel lib. 2 della ''Guerra persiana'', che pur diede da leggere a ''Giustiniano'' medesimo. ''Giustiniano'', dic’egli, ''accolse e trattò Isdegune, ambasciadore di Cosroe, con tale cortesia ed onore, che mai di simil guisa accolto e trattato non avea alcun altro. Imperciocché quando lo convitava, seco lui voleva che alla stessa tavola gli sedesse appresso''