Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/264: differenze tra le versioni
Correzione pagina via bot |
|||
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione|234||}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
biografo, ne somministra la prova, riferendo le pubbliche grida de’Prasini, e del popolo di Costantinopoli: ''Avesse voluto Dio, che mai non fosse nato Sabbazio, ché certamente non avrebbe avuto te sanguinario!'' Simile fu il giudizio di papa ''Agapito''. ''Io desiderai di venire |
biografo, ne somministra la prova, riferendo le pubbliche grida de’Prasini, e del popolo di Costantinopoli: ''Avesse voluto Dio, che mai non fosse nato Sabbazio, ché certamente non avrebbe avuto te sanguinario!'' Simile fu il giudizio di papa ''Agapito''. ''Io desiderai di venire dall’imperadore Giustiniano, e trovai invece Diocleziano''. Simile fu quello di papa ''Vigilio''. ''Non mi fecero venire a sé Giustiniano, e Teodora. ... per quello che io comprendo; ma oggi veggo che trovai Diocleziano ed Eleuteria''. |
||
Della pazza munificenza di ''Giustiniano'', oltre ''Evagrio'' e ''Zonara'', abbiamo ''Marcellino'', e ''Teofane'', che la comprovano. Ecco le parole di ''Marcellino'', alludendo al primo consolato di lui: ''Giustiniano console solennizzò questo famosissimo suo consolato con una munificenza superiore a quella di tutti i consoli orientali. Imperciocché spese dugento ottantotto mila soldi in oro in largizioni al popolo, in ispettacoli, ossia in macchine per gli spettacoli; e |
Della pazza munificenza di ''Giustiniano'', oltre ''Evagrio'' e ''Zonara'', abbiamo ''Marcellino'', e ''Teofane'', che la comprovano. Ecco le parole di ''Marcellino'', alludendo al primo consolato di lui: ''Giustiniano console solennizzò questo famosissimo suo consolato con una munificenza superiore a quella di tutti i consoli orientali. Imperciocché spese dugento ottantotto mila soldi in oro in largizioni al popolo, in ispettacoli, ossia in macchine per gli spettacoli; e nell’anfiteatro espose venti lioni, trenta pardi, ed altre fiere. Nel circo espose numerosi cavalli, tutti ben bardati, che poi regalò agli Aurighi''. Del suo secondo consolato parlando ''Teofane'', dice: ''L’Imperadore diede al popolo il congiario, e fu sì munifico, che simile nol diede mai alcun altro Imperadore in pari occasione''. |
||
In altro luogo si parlerà delle sue profusioni ai Barbari. |
In altro luogo si parlerà delle sue profusioni ai Barbari. |
||
Riga 7: | Riga 7: | ||
{{Centrato|}}{{larger|CAPO XIV.}}</div> |
{{Centrato|}}{{larger|CAPO XIV.}}</div> |
||
I.° Chi crederebbe mai che in calce di una ''Cronaca'' assai rinomata presso gli ''Eruditi'', la Cassinense, si dichiarasse ''Teodora'' nata della nobilissima romana famiglia ''Anicia''; si dicesse del sangue di uno de’ primarii patrizii romani, ''Tertullo''; e di più nipote del martire s. ''Placido''? Eppure così è scritto in certe lettere di un ''Pseudo-Gordiano'' unite a quella ''Cronaca''. |
I.° Chi crederebbe mai che in calce di una ''Cronaca'' assai rinomata presso gli ''Eruditi'', la Cassinense, si dichiarasse ''Teodora'' nata della nobilissima romana famiglia ''Anicia''; si dicesse del sangue di uno de’ primarii patrizii romani, ''Tertullo''; e di più nipote del martire s. ''Placido''? Eppure così è scritto in certe lettere di un ''Pseudo-Gordiano'' unite a quella ''Cronaca''. E’ facile immaginare, che ''Teodora'' pervenuta a tant’altezza di fortuna non avrebbe dimenticate le sue sorelle; e che l’opinione pubblica non agendo posto alcun ostacolo alia vergognosa esaltazione |