Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/277: differenze tra le versioni
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{{Pt|cazione|vocazione}} che quella del terrore, lo comprova anche una ''Novella'' di ''Giustino II'', nella quale si legge: ''Alcuni di costoro giunsero a tanta malizia, che anche dopo essere stati ammessi al salutare battesimo, di nuovo ritornarono al male, onde s’eran ritratti, e lo stesso rito seguirono de' Samaritani, e dallo stesso furore si videro agitati''. La ''Cronaca alessandrina'' aggiunge. ''Alcuni di loro presi da paura, cedendo alla urgente necessità si fecero cristiani: i quali furono ammessi al sacro fonte, ed oggi seguono l'una religione e l'altra: mentendo colle apparenze astutamente e perfidamente di essere cristiani, onde evitare la severità de’ Governatori. Quando poi trovano magistrati avari, e in fatto di religione rilassati, sono samaritani, odiatori acerrimi de' cristiani; e vivono come se non conoscessero punto Cristo; e corrompono con denaro i procuratori delle provincie, onde sieno a’ Samaritani favorevoli''. |
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caziooe die quella del terrore, lo comprova anche una Novella |
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4.° La natura del caso, in cui questi Samaritani per le accennate leggi furon messi, spiega facilmente la ribellione in cui si posero. Due distinte epoche però vengono dagli Scrittori indicate. ''Teofane'' la pone nell’anno secondo di ''Giustiniano'': la ''Cronaca alessandrina'' la pone nell’anno quarto. Non é ben chiaro chi fra questi due fissi il preciso e vero tempo. La Cronaca suddetta nota, che ''avendosi i Samaritani creato un Re, e Cesare, fu loro mandato contro con esercito Ireneo, comandante della Pentadia, il quale ne uccise molti''. Ma ''Teofane'' parla di un’altra ribellione de’medesimi e de’ Giudei, seguita in Cesarea l'anno vigesimo nono del regno di ''Giustiniano''; ''i quali'', dic’ egli, ''ad imitazione de'Prasini e de'Veneti diedero addosso ai Cristiani di quella città, ne ammazzarono molti, ne abbruciarono le chiese, e Stefano prefetto della città uccisero nel pretorio, e tutte le sue robe portarono via. La moglie di questo si recò a Costantinopoli dall'Imperadore a dar querela del fatto; e l'Imperadore ordinò ad Adamanzio, maestro della milizia, di recarsi in Palestina, e di far processo della uccisione di Stefano ec.'' |
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Teofane la pone nell’ anno stcondo di Giustiniano: la Cronaca |
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alessandrina la pone nell’ anno quarto. Non i ben diiaro chi |
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fra questi due fissi il predso e vero tempo. La Cronaca suddetta |
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loro mandaio contra con esercito Ireneo, comandante della |
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Pentadia, il quale ne uccite molti. Ma Teofane parla di un’ |
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chiese, e Stefana prcfetto della citth uccisero nel pretorio, e |
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a Costantinopoli dalP Imperadore a dar querela del fatto; e |
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t Imperadore ordinb ad Adamanzio, maestro della milizia, |
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di recarsi in Palestina, e di Jar processa della uodsione di |
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Stefana ec. |
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5.° E' curiosa l'audacia di questo ''Giuliano'' (il Re e Cesare, dai |
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Procopio, i6 |
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