Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/256: differenze tra le versioni

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la città di Scodra sul fiutne Barbenna, attestata da ''Teofane'', precettore di ''Giustiniano''. Potrebbe essere però, che per tutt’altra ragione quel tempio fosse stato inalzato; e forse si fosse inventato il fatto di ''Anastasio'' per coprire quello di ''Giovanni Gibbo''. La ribellione, se rispetto a questa fu alcunché di vero,
la ciU4 di Scodra sul fiutne Barbeona, attestaU da Teofane f
potea avere qualche cosa di generoso: la concussione era effetto di una vile avarisia. Era poi facile ne’ tempi de’nominati Scrittori prestar credenza a siffatte Tisioni. Ma se vuolsi ammettere il caso di ''Giovanni Gibbo'', che col corredo di quanto in questa Storia
prccettore di^ GiusUniano- Potrebbe esaere per6, che per tuU’
narra ''Procopio'' spiega alle anime pie il flagello mandato agli uomini in ''Giustiniano'' per mezzo dello zio, che lo portò all’Imperio; caso, che quantunque straordinario, pur non é tale che non abbia qualche esempio ne’ segreti della umana fantasia; si stenterà assai ad ammettere il secondo, massimamente nel senso bugiardo di ''Cedreno''. Ma di ciò basti.
idtra ragione quel tempio fosse stato inalzalo; e forse si fosse
iaventato il fatto di Anastasio per coprire quello di Giovanni
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potea avere qualche cosa di generoso: la concussiooe era effelto
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di Giovanni Gibbo » che col corredo di quanlo in questa Storia
oarra Procopio spiega alle aoime pie il ilagello mandato agU
uomini in Giustiniano per mezzo dello zio,che lo porto all’
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non abbia qualche esempio ne’ segreti della umana fantasia; si
stentera assai ad ammeltere il secondo, massimameote nd senso
bi^;iardo di Cedreno. Ma di cio basti.


6.° Il passo che riguarda l'ignoranza di Giustino sì grande che non sapeva nemmeno formare le lettere dell’alfabeto, ricorda un errore intruso nella edizione di ''Svida'' in Milano diretta dal ''Calcondila'', nella quale corse il nome di ''Giustiniano'' in vece
6.0 II passo che riguarda V ignoranza di GiusUno si grande
di ''Giustino'', come tutti i Codici di ''Svida'', che sono nella Biblioteca vaticana, portano. Il che è qui detto per far vedere onde nascesse l'opinione dell' ''Alciati'', del ''Budeo'', e forse di altri, i quali attribuirono a ''Giustiniano'' l'illetteratura, che ''Procopio'' dice essere stata propria di ''Giustino''.
che Don sapeva nemmeno formare le lettere 4€ll’alfabeto, ricorda
mi errore iniruso nella edizione di Svida in Milano diretta dal
Calcondila, nella quale corse il nome di Giustiniano in veoe
di Giustino, come tutti i Codici di Svida, che sono nella
Biblioteca vaticana, portano. II che h qui detto per far yedere
oode nascesse Topinione delTAIciati^ del Budeo^e forse di altri,
i quali attribuirono a Giustiniano V iUetleratnra, che Procopio
dice essere slata propria di Giustino.


7.0 Diremo piuUosto del questore Procla, il quale regoando
7.° Diremo piuttosto del questore ''Proclo'', il quale regnando
Giustino il N. A. accenna essere stato il maneggiatore di tutti gU
''Giustino'' il N. A. accenna essere stato il maneggiatore di tutti gli
affari pubblici. Il che viene confermato da un epigramma scolpito a piedi di una statua a lui eretta in Costantinopoli. Fu egli figliuolo di ''Paolo bizantino'', e giureconsulto eccellentissimo, uomo giusto ed incorrotto. Narrasi di lui, che essendo ''Giustino'' disposto ad adottare ''Cosroe'', figliuolo di ''Cabada'', re di Persia, lo distolse da tal pensiero, facendogli sentire che così l’Imperio de’ Romani sarebbe passato a’ Persiani con tutte le funeste
afiari pubblici. II che viene cooierinato da un epigramma
conseguenze che ne sarebbero derivate. Bisogna dire che questo ''Proclo'' non vivesse che pochi anni del regno di ''Giustino'', <noinclude>poi-</noinclude>
scolpito a piedi di una statua a lui eretta in CostantinopolL Fu egli
figliuolo di Paolo bizanlino, e giureconsulto eccellentissimo,
uomo giusto ed incorrotto. Narrasi di lui, che essendo Giustino
disposto ad adottare Cosroe ^ figliuolo di Cahada, re di Persia,
lo distolse da tal pensiero, facendogli sentire che cost I’lmperio
de’ Romaui sai^be passato a’ Persian i con tuttc le funeste
conseguenzc che ne sarebbero dcrivate. Bisogoa dire che questo
Proclo non vivcssc che pochi auni del regno di Giustino,

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