Descrizione delle medaglie dei Nômi/Due tipi alessandrini inediti: differenze tra le versioni

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Medaglie alessandrine Descrizione delle medaglie dei Nômi


[p. 53 modifica] [p. 54 modifica]più altri monumenti, che non sono sfuggiti alla perspicacia dell’ottimo sig. Champollion il minore. (V. Pantéon Egypt. explication à la planche 14. Paris. 1824.)

Alla protezione ed agli influssi di Luno ascrivevano gli Egizi l’innondazione benefica del Nilo, dalla quale tutta dipendeva la prosperità del loro suolo. Accorto divisamento fu dunque il loro di simboleggiare qui, sotto le forme di una divinità sì propizia, un Principe più d’ogni altro propenso e liberale verso la provincia d’Egitto qual fu veramente Adriano, il quale più volte la visitò in persona, e provvide al suo decoro, al suo buon governo con leggi paterne, e saggi ordinamenti.

N. B. Debbo qui avvertire che per errore alla facc. 18. sotto il n.° 79. si è stampato Phtha in vece di Luno e che al n.° 60. facc. 15. si è scritto CAIC· invece di KAIC·, come sta scritto sulla medaglia.


II.


In questa rara medaglia, dell’anno duodecimo di Mamea Imperatrice, è rappresentato un sacerdote egizio vestito di lunga tunica, e col capo raso secondo i riti di sua nazione. Tiene questi colla mano destra un lungo scettro o bastone, distintivo della sua dignità; ed alza sulla sinistra un uccello che, dal becco adunco, dal collo lungo, ricurvo e privo di piume, si conosce essere un avoltoio; animale tenuto per sozzo e vile presso di noi, ma altre volte riverito altamente in Egitto come l’emblema della maternità, e simbolo della Dea Neith, la Minerva degli Egiziani, la seconda fra le tante loro divinità, venerata da essi qual forza motrice della natura, e come il principio femminino per eccellenza. Quindi con somma prudenza l’avoltoio fu posto da essi nel rovescio della presente moneta come imagine di Giulia Mamea, la quale fu madre dell’Imperatore Severo Alessandro, e donna d’alti spiriti, che seppe per molti anni dividere gloriosamente col figlio le cure dell’impero.

Memoria della Reale Accademia delle Scienze di Torino, Tom. xxiv. p. 156.