Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/232: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
ThomasBot (discussione | contributi)
m Alex_brollo: split
Riga 1:
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Anno 232|prec=../231|succ=../233}}
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}
==[[Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/432]]==
{{Anno di|{{Sc|Cristo}} CCXXXII. Indizione X.|PONZIANO papa 3.|ALESSANDRO imperadore 11.}}Consoli
 
<pages index="Annali d'Italia, Vol. 1.djvu" from=432 to=433 fromsection=s2 />
LUPO E MASSIMO.
 
Abbiamo anche da Erodiano1998 che l'imperadore Alessandro si fermò molto tempo in Antiochia: il che ci serve di fondamento per credere che vi passasse il verno insieme coll'esercito distribuito in quei quartieri. Lungo tempo si esigeva
==[[Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/433]]==
a ricondurre per terra le legioni destinate per l'Europa; però sembra verisimile che succedesse in quest'anno il suo arrivo a Roma nel tempo assegnato da Lampridio1999, cioè nel dì 25 di settembre, in cui egli comparve in senato a rendere conto della sua spedizione. Fece la sua entrata da trionfante, corteggiato da tutto il senato e dall'ordine equestre, fra i plausi e l'indicibil allegrezza di tutto il popolo. Non entrò sul cocchio, come si costumava ne' trionfi, ma bensì a piedi, venendogli dietro il carro trionfale tirato da quattro elefanti. A piedi ancora andò al palazzo, e tanta era la folla, che appena in quattr'ore potè compiere il viaggio, tutti gridando intanto: Se salvo è Alessandro, salva è Roma. Nel dì seguente si fecero le corse dei cavalli e i giuochi scenici, dopo de' quali toccò un congiario al popolo. Allora fu che si cominciarono a vedere presso i Romani degli schiavi persiani; ma, non sofferendo allora la superbia dei re di Persia che alcuno de' suoi sudditi restasse in ischiavitù, fu pregato Alessandro di rimetterli in libertà col pagamento del riscatto, ed egli non mancò di far loro questa grazia con rendere ai padroni il danaro pagato in comperarli, o pure col metterlo nell'erario, se non erano venduti. Questi servi adunque e gli elefanti condotti sempre più ci vengono ad assicurare che l'Augusto Alessandro non vinto, ma vincitore, ritornò dalla guerra di Persia. Seguita a dire Lampridio che anche nella Mauritana Tingitana felicemente procederono gli affari della guerra per la buona condotta di Furio Celso. Similmente nell'Illirico Vario Macrino, parente d'esso Alessandro, riportò de' vantaggi contro i nemici del popolo romano; e nell'Armenia Giunio Palmato diede anch'egli qualche buona lezione ai Persiani. Da tutti quei luoghi probabilmente in questi tempi giunsero a Roma le laureate lettere di avviso di que' prosperosi avvenimenti, le quali, lette in senato e al popolo, rallegrarono ognuno, ed esaltarono sempre più il nome e la gloria dell'Augusto Alessandro.