Storia segreta/Capo XVI: differenze tra le versioni

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==__MATCH__:[[Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/139]]== <br>
''Giustiniano per avere denaro ordina a tutti i settariì di abbandonare i loro dogmi sotto pena di perdere i loro beni. Estende la legge ai Samaritani, e ai Gentili. Sedizioni, stragi, fughe, orrori Processi per turpi amori. Crude Uà contro gli Astrologi. Come egli e Teodora usurpino i beni de Senatori, e di ogni ricca persona. Le loro scelleratezze li fanno sospettare demonii piuttosto che creature umane. Dicerie in questo proposito.''|prec=../15|succ=../17}}
 
E quasi nel tempo stesso a ruina de’ Romani suscitò sedizioni e guerre, onde in tutte le provincie, con diverse arti empiute di sangue, più ricche spoglie cogliesse. Hannovi in tutto l’Impero romano parecchie sette di Cristiani non approvate , e volgarmente dette eresie ; quelle de’ Montanisti, de’ Sabbaziani, e di altri molti, che le menti degli uomini travvolgono. A tutti questi Giustiniano comandò che avessero ad abbandonare i loro dogmi e a chi così non facesse, tra le altre cose comminò che non avrebbe potuto lasciare i suoi beni né a parenti, né a’figli. Ne’ templi di questi chiamati eretici, e spezialmente in quelli degli Ariani, conservavansi ricchezze, le quali niuno potrebbe credere quante mai fossero. Ché né tutto intero il senato , né altra classe principalissima dell’Imperio, in fatto di riechezze poteva stare a fronte di que’ templi ; pieni essendo di sacre suppellettili, d’oro, d’argento, di pietre preziose, con ogni sfoggio di opulenza , e con abbondanza anche maggiore della opulenza stessa. E n’erano pienissime inoltre le case , e i borghi; e dappertutto s’aveano possedimenti di terre, e di checché altro presso gli uomini si ritiene per dovizia; e ciò perché nissun principe mai v’ avea posto mano, od impedimento di alcuna sorte; ché anzi a molti virtuosi uomini per occasione d’arte, o d’istituto , da quei fondi si erano somministrati soccorsi, e quanto fosse necessario alla vita. Tutto ciò adunque, che in que’ templi era, o che ad essi apparteneva, fu confiscato, e diventò bottino di Giustiniano imperadore!
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In quanto a Teodora, di lei, mentre frequentava ancora la scena, i suoi amorosi raccontarono come venivano giù dalla volta della camera notturni folletti, e per la stessa via ritiravansi dopo essere stati con essa molta parte della notte. E di lei pure altra notabil cosa raccontò una piccola saltatrice de’ Veneti antiocheni, chiamata Macedonia, stata potente presso Giustiniano a segno che anche vivente Giustino, secondando essa la cupidigia del nipote lo eccitava a levar di mezzo gli ottimati dell’Oriente, e a conflscarne i beni. Diceva dunque costei qualmente, salutando Teodora la quale veniva dall’Egitto e dall’Africa, e vedutala tribolatissima per le ingiurie ricevute da Eccebolo, e per la perdita di denaro che in viaggio avea fatta, volendo essa confortarla coll’insinuarle a sperare nella fortuna, la quale poteva darle di nuovo grandi ricchezze, rispose: in quanto a ricchezze, in quella stessa notte esserlesi in sogno ordinato di non pensarvi per nulla ; ché giunta a Costantinopoli sarebbe ascesa al letto di un Genio massimo, e che coll’arte sua sarebbesi congiunta con esso lui in nodo maritale ; e con ciò avrebbe avute tutte le ricchezze desiderabili. Tali erano le cose, che da assaissime persone credevansi.
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